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Olio di vinaccioli, cos’è e a cosa serve?

L’olio di vinaccioli è un olio vegetale usato sia in cucina che in cosmesi. Ecco tutti gli usi, le proprietà e i benefici di questo prodotto naturale.

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Olio di vinaccioli, cos’è e a cosa serve?

L’olio di vinaccioli è un olio vegetale usato sia in cucina che in cosmesi. Ecco tutti gli usi, le proprietà e i benefici di questo prodotto naturale.

Esistono diversi prodotti cosmetici che costituiscono preziosi alleati per la pelle e per i capelli. Tra questi c’è anche l’olio di vinaccioli, un olio che si estrae a freddo dai semini degli acini d’uva, molto usato anche in cucina.

Scopriamo insieme tutte le sue proprietà e i suoi benefici.

Che cos’è l’olio di vinaccioli e come si ottiene?

L’olio di vinaccioli è un olio vegetale di colore giallo-verdognolo che si ottiene dalla lavorazione a freddo dei vinaccioli, vale a dire i semi contenuti negli acini d’uva (Vitis vinifera) precedentemente essiccati, ossia spremuti o con presse idrauliche attraverso l’estrazione meccanica o attraverso l’estrazione chimica utilizzando acqua calda.

All’interno di ogni acino d’uva ci sono quattro semi. Da ogni seme si può ricavare circa un 15% di olio che può essere utilizzato sia in cucina che in cosmesi, per la cura di pelle e capelli.

Cosa contiene?

I vinaccioli contengono calcio, fosforo, flavonoidi e di acidi organici, mentre l’olio da essi estratto contiene acidi grassi monoinsaturi, come l’acido oleico, e, soprattutto, una buona dose di acidi grassi polinsaturi, rappresentati principalmente dall’acido linoleico, un acido grasso essenziale ricco di omega-6. L’olio di vinaccioli contiene inoltre vitamina E, dall’azione antiossidante, e polifenoli, in grado di proteggere i tessuti dai radicali liberi. Tuttavia, a differenza di tanti altri oli, come l’olio di mais, l’olio di soia o l’olio di girasole, l’olio di vinaccioli contiene poca vitamina C.

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Usi e proprietà dell’olio di vinaccioli

L’olio di vinaccioli, come anticipato, viene utilizzato sia in cucina che in cosmesi e vanta molti benefici per il nostro organismo. 

In riferimento all’uso alimentare dell’olio di vinaccioli, diciamo che si tratta di un olio dal sapore delicato, lievemente agrodolce e dal profumo di vino, che ha tante qualità, ma è piuttosto calorico, per questo va consumato con moderazione. Una volta aperto, esso va conservato in frigorifero per un massimo di sei mesi.

Quest’olio in cucina viene usato soprattutto per friggere perché consente di mantenere inalterati il gusto e le proprietà nutrizionali del cibo. Inoltre, viene usato a crudo per condire insalate o per marinare filetti di pesce o crostacei, o semplicemente per condire le pietanze.

L’olio di semi d’uva è considerato un alimento salutare, in quanto gli antiossidanti in esso contenuti lo rendono efficace per combattere il colesterolo e mantenere giovani le arterie.

Soffermiamoci ora sull’uso in cosmesi dell’olio di vinaccioli. Quest’ultimo, infatti, ha proprietà riparatrici e protettrici sia per la cute che per i capelli. Esso è ritenuto un ottimo olio cosmetico, soprattutto per pelli mature, in quanto contiene fenoli e vitamina E, e svolge un’azione antiossidante utile per la prevenzione e il trattamento delle rughe. L’olio di vinaccioli infatti aiuta a contrastare la perdita di elasticità e di tono dei tessuti. Inoltre, è un toccasana per pelli acneiche. L’olio di semi d’uva è consigliato soprattutto in caso di pelli grasse e impure perchè, grazie alla sua proprietà sebo-regolatrice, riesce a riequilibrare gli oli della superficie cutanea e, allo stesso tempo, va a proteggere il microbioma della pelle.

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L’olio di vinaccioli ha anche proprietà antinfiammatorie. In particolare, è utile per prevenire i danni alla pelle causati dal sole o dagli agenti atmosferici. Inoltre, un delicato massaggio circolare con quest’olio favorisce una sana circolazione ed è efficace per contrastare l’insorgere di vene varicose, oltre ad avere effetti rassodanti e tonificanti. Infatti, l’olio di semi d’uva, ha proprietà drenanti, astringenti, depurative, stimolanti della microcircolazione capillare; aiuta dunque anche a contrastare la ritenzione localizzata dei liquidi. Una volta massaggiato sulla pelle, l’olio si asciuga rapidamente senza lasciare tracce di unto.

Anche in caso di pelle molto secca, l’olio di vinaccioli puro sul viso, o unito a oli essenziali o a maschere fai da te, può aiutare. Tra i suoi benefici, infatti, c’è pure la capacità di trattenere l’umidità e, quindi, l’idratazione cutanea,

Non solo benefici per la pelle, ma anche per i capelli. L’olio di vinaccioli difatti è un alleato della chioma. Esso può essere applicato da solo sulle punte secche e sui capelli rovinati dalla decolorazione, per migliorare la loro idratazione, ma anche essere aggiunto alle maschere fai da te per rinforzare e proteggere la fibra capillare.

Dal momento che i vinaccioli contengono calcio, fosforo e flavonoidi, quest’olio ha anche proprietà schiarenti.

Dove si trova e come usare l’olio di vinaccioli?

L’olio di vinaccioli può essere acquistato in erboristeria e nei negozi di alimentari, anche online, ad un costo che varia dai 25 ai 50 euro al litro. In genere viene venduto in bottiglie da 100 o 500 millilitri. Dopo l’apertura, essendo abbastanza sensibile all’ossidazione, si consiglia di conservare l’olio in un luogo fresco e asciutto e di consumarlo in breve tempo.

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L’olio di vinaccioli viene in genere impiegato per la preparazione di maschere dai da te, tuttavia in commercio esistono diversi prodotti già “pronti” (ad esempio creme antirughe e maschere purificanti per il viso; balsami e maschere ridensificanti per capelli), che contengono quest’olio in abbinamento ad altri ingredienti.

Sul viso, come detto, l’olio di vinaccioli può essere applicato puro, in quanto non ha particolari controindicazioni. Di solito però si usa come “olio vettore” per migliorare l’assorbimento di altri oli più potenti, come quelli essenziali.

In merito all’uso puro di quest’olio, ricordiamo che esso va applicato alla fine della nostra skincare, dunque dopo la detersione e dopo aver spalmato la crema viso, in quanto trattiene ulteriormente l’idratazione, formando un film di protezione.

L’olio di vinaccioli sul viso può essere utilizzato anche insieme a un po’ di zucchero molto fine per effettuare uno scrub delicato, oppure come olio struccante in caso di pelle matura e segnata. Attenzione però a non applicarlo troppo vicino agli occhi.

Sui capelli danneggiati, aridi, crespi e con doppie punte, invece, si può usare l’olio di vinaccioli puro mescolato a un altro olio essenziale, come per esempio argan o ylang ylang (l’ideale sarebbe mescolare 3 cucchiai di olio con 10 gocce di olio essenziale di ylang ylang). Per non seccare ulteriormente la chioma, l’olio va applicato sulle lunghezze bagnate, con particolare attenzione alle punte, e lasciato agire per una ventina di minuti prima di passare al lavaggio. In caso di capelli spenti, secchi e con doppie punte, si consiglia l’uso dell’olio di vinaccioli almeno una volta a settimana.

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Quest’olio, infine, può essere utilizzato anche come impacco sui capelli molto grassi: lo si lascia agire, anche per 30 minuti, solo sul cuoio capelluto, senza applicarlo sulla lunghezza, prima del lavaggio.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/uva-frutta-cibo-fresco-sano-3550729/

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La compassione fa dormire meglio?

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La compassione fa dormire meglio?

La Compassione fa Dormire Meglio? Scopri il Collegamento tra Empatia e Qualità del Sonno

La compassione è un tratto umano fondamentale che spesso associamo alla gentilezza, all’altruismo e all’empatia. La compassione fa dormire meglio? Questo è un argomento intrigante che merita un’indagine più approfondita. In questo articolo, esploreremo la relazione tra la compassione e la qualità del sonno, evidenziando le scoperte scientifiche più recenti e fornendo consigli pratici su come coltivare un atteggiamento compassionevole per migliorare il riposo notturno.

La Scienza dietro la Compassione e il Sonno

Numerose ricerche hanno esaminato i benefici della compassione sulla salute mentale e fisica, ma solo di recente gli scienziati hanno iniziato a esplorare il suo legame con il sonno. Uno studio condotto presso l’Università di Berkeley ha scoperto che le persone che praticano la compassione e la gentilezza verso gli altri tendono ad avere un sonno più riposante e di migliore qualità. Questo può essere attribuito al fatto che la compassione riduce lo stress e promuove sentimenti positivi, entrambi fattori che favoriscono un sonno tranquillo.

La ricerca ha anche dimostrato che l’empatia e la compassione possono influenzare l’attività cerebrale durante il sonno. Uno studio condotto presso l’Università della California ha rilevato che le persone con maggiore empatia mostravano onde cerebrali più lente durante il sonno profondo, indicando un riposo più rigenerativo. Questo suggerisce che la capacità di connettersi emotivamente con gli altri potrebbe anche tradursi in benefici per il sonno.

Un altro aspetto interessante riguarda il ruolo della compassione nel ridurre l’insonnia e migliorare la durata complessiva del sonno. Uno studio condotto presso l’Università del Texas ha rilevato che le persone che praticavano la compassione avevano meno probabilità di soffrire di insonnia cronica e tendevano ad avere un sonno più lungo e soddisfacente.

Come Coltivare la Compassione per Migliorare il Sonno

Ora che abbiamo esaminato la ricerca che collega la compassione al sonno, è il momento di esplorare come possiamo coltivare un atteggiamento più compassionevole nella nostra vita quotidiana per migliorare la qualità del nostro riposo notturno. Ecco alcuni suggerimenti pratici:

1. Pratica la Gentilezza verso Te Stesso

La compassione inizia con la gentilezza verso noi stessi. Pratica l’autocompassione, sii gentile con te stesso quando commetti errori o affronti sfide. Impara a trattarti con amore e rispetto, proprio come faresti con un amico caro.

2. Fai Atti di Gentilezza verso gli Altri

Mostrare gentilezza verso gli altri è un modo potente per coltivare la compassione. Cerca di fare atti gentili ogni giorno, anche se sono piccole azioni come tenere la porta aperta per qualcuno o fare un complimento sincero a un collega.

3. Pratica la Gratitudine

Essere grati per ciò che hai nella vita può aumentare i sentimenti di compassione e benessere emotivo. Dedica del tempo ogni giorno a riflettere su ciò per cui sei grato e apprezza le piccole gioie che ti circondano.

4. Sviluppa l’Empatia

L’empatia è fondamentale per la compassione. Cerca di metterti nei panni degli altri e di comprendere i loro sentimenti e le loro prospettive. Ascolta attivamente e cerca di offrire sostegno quando necessario.

5. Pratica la Mindfulness

La mindfulness può aiutarti a coltivare la compassione focalizzando la tua attenzione sul momento presente in modo gentile e non giudicante. La pratica della mindfulness può ridurre lo stress e promuovere la tranquillità mentale, preparandoti per un sonno più riposante.

6. Fai Volontariato

Il volontariato è un ottimo modo per mettere in pratica la compassione e contribuire al benessere degli altri. Trova un’organizzazione o una causa che ti stia a cuore e dedica del tempo a fare del bene nella tua comunità.

La compassione può svolgere un ruolo significativo nella qualità del nostro sonno. Le persone che praticano la gentilezza, l’empatia e la gratitudine tendono ad avere un sonno più riposante e soddisfacente. Coltivare un atteggiamento compassionevole verso se stessi e gli altri può portare a numerosi benefici per la salute mentale e fisica, inclusa una migliore qualità del sonno. Quindi, la prossima volta che ti trovi a lottare con l’insonnia o il riposo disturbato, considera di coltivare un cuore compassionevole e osserva come può influenzare positivamente il tuo sonno e il tuo benessere generale.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/padre-bambino-ritratto-infante-22194/]

 

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I pregiudizi delle donne over 65

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I pregiudizi delle donne over 65

Sfatare i pregiudizi sulle donne over 65: Una prospettiva illuminante

Nell’era moderna, in cui la società cerca costantemente di abbracciare la diversità e di promuovere l’inclusione, rimane ancora un aspetto che spesso viene trascurato: i pregiudizi verso le donne anziane, in particolare quelle oltre i 65 anni. Questo segmento della popolazione è spesso oggetto di stereotipi e discriminazioni basate sull’età e sul genere, che possono avere conseguenze negative sulla loro autostima, sulle opportunità di lavoro e sul loro benessere complessivo. È importante esaminare questi pregiudizi, smontarli e promuovere una visione più equa e inclusiva delle donne over 65.

I pregiudizi comuni sulle donne over 65

Prima di tutto, è essenziale comprendere quali siano i pregiudizi più diffusi nei confronti delle donne anziane. Uno dei più comuni è il concetto che le donne oltre i 65 anni siano meno capaci o meno interessanti rispetto alle donne più giovani. Questo pregiudizio si basa su stereotipi radicati nella società che associano il valore di una donna alla sua giovinezza e al suo aspetto fisico, piuttosto che alle sue capacità intellettuali o alla sua esperienza di vita.

Un altro pregiudizio diffuso è che le donne over 65 siano meno attive o meno capaci di adattarsi ai cambiamenti rispetto alle generazioni più giovani. Questo preconcetto può portare a una sottovalutazione delle competenze e delle risorse delle donne anziane, limitandone le opportunità di partecipare pienamente alla società e al mondo del lavoro.

Sfide e opportunità per le donne over 65

Nonostante i pregiudizi, le donne over 65 affrontano molte sfide e opportunità uniche. Da un lato, possono incontrare difficoltà nell’accesso al lavoro o nell’ottenere opportunità di carriera significative, a causa della percezione diffusa che siano meno produttive o meno capaci rispetto ai loro colleghi più giovani. Dall’altro lato, le donne anziane possono godere di una vasta esperienza di vita, di una rete sociale consolidata e di una maggiore libertà finanziaria, che può aprir loro nuove opportunità di contribuire alla società e di perseguire passioni personali.

Promuovere una visione più equa e inclusiva

Per superare i pregiudizi nei confronti delle donne over 65, è fondamentale promuovere una visione più equa e inclusiva dell’invecchiamento. Ciò significa riconoscere il valore unico che ogni individuo porta con sé, indipendentemente dall’età o dal genere. Le donne anziane devono essere viste e trattate come individui pienamente capaci e meritevoli di rispetto e dignità, con tanto da offrire alla società in termini di saggezza, esperienza e prospettive uniche.

Inoltre, è importante implementare politiche e programmi che favoriscano l’inclusione e l’empowerment delle donne anziane. Questo potrebbe includere l’accesso a opportunità di formazione e riqualificazione professionale, programmi di mentoring intergenerazionali e campagne di sensibilizzazione per contrastare i pregiudizi basati sull’età e sul genere.

E’ imperativo smontare i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti delle donne over 65 e promuovere una visione più equa e inclusiva dell’invecchiamento. Le donne anziane hanno molto da offrire alla società e meritano di essere rispettate e valorizzate per le loro competenze, la loro esperienza e la loro saggezza. Solo attraverso un impegno collettivo per abbattere i pregiudizi e promuovere l’inclusione possiamo creare una società più giusta e accogliente per tutte le età e per entrambi i sessi.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/amore-romanza-insieme-uomini-donne-4552087/]

 

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I nostri antenati erano più forti di noi?

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I nostri antenati erano più forti di noi?

Rivisitando il Mito: Erano i nostri Antenati più Forti di Noi? Un’Analisi Scientifica

Nella nostra società moderna, alimentata dalla tecnologia e dal progresso scientifico, c’è spesso una sorta di fascino nell’immaginare i nostri antenati come individui possenti e indomiti, capaci di sopravvivere e prosperare in ambienti ostili senza i comfort di cui godiamo oggi. Tuttavia, questa visione romantica solleva una domanda intrigante: erano davvero i nostri antenati più forti di noi? Per rispondere a questa domanda, ci rivolgiamo alla scienza e all’antropologia, esaminando i dati e le prove disponibili.

1. Evoluzione Fisica Umana

Per comprendere se i nostri antenati fossero più forti di noi, dobbiamo prima esaminare l’evoluzione fisica umana nel corso dei millenni. Gli esseri umani sono sottoposti a un processo di selezione naturale, in cui le caratteristiche che favoriscono la sopravvivenza e la riproduzione sono mantenute e trasmesse alle generazioni successive. Questo processo ha portato a cambiamenti significativi nella nostra morfologia e capacità fisiche nel corso del tempo.

2. Forza Fisica

La forza fisica è una delle caratteristiche spesso associate alla sopravvivenza nei nostri antenati. Tuttavia, è importante distinguere tra diversi tipi di forza. I nostri antenati potrebbero essere stati più adattati per sollevare pesi pesanti o per sostenere uno sforzo fisico prolungato, necessario per la caccia o la migrazione. Tuttavia, in termini di forza muscolare pura, i dati attuali suggeriscono che gli esseri umani moderni potrebbero avere un vantaggio, grazie a una migliore comprensione dell’allenamento e della nutrizione.

3. Dieta e Nutrizione

Un fattore cruciale da considerare è la dieta e la nutrizione. I nostri antenati dovevano affrontare una dieta spesso instabile e limitata, basata principalmente su caccia, raccolta e pesca. Questo potrebbe significare periodi di carenza calorica e di nutrienti, che avrebbero influenzato le loro capacità fisiche. D’altra parte, gli esseri umani moderni hanno accesso a una dieta più diversificata e ricca di nutrienti, che potrebbe favorire la forza e le prestazioni fisiche.

4. Tecnologia e Stili di Vita

Un altro aspetto cruciale da considerare è l’impatto della tecnologia e dello stile di vita moderni sulle nostre capacità fisiche. Sebbene i nostri antenati fossero adattati a vivere in ambienti naturali, spesso ostili, senza i comfort moderni, ciò non significa necessariamente che fossero più forti. La tecnologia moderna ci ha permesso di automatizzare molte attività fisiche, riducendo la necessità di sforzi fisici intensi per sopravvivere.

5. Adattamenti Culturali e Sociali

Infine, non possiamo trascurare gli adattamenti culturali e sociali che influenzano le nostre percezioni di forza e capacità fisica. Le società tradizionali possono valorizzare e promuovere abilità fisiche specifiche, mentre la nostra società moderna potrebbe favorire altre qualità, come l’intelligenza o la creatività. Questi fattori possono influenzare la nostra percezione di forza rispetto ai nostri antenati.

La domanda se i nostri antenati fossero più forti di noi è complessa e sfaccettata. Mentre potrebbero aver avuto vantaggi in determinate aree, come la resistenza fisica o l’adattamento all’ambiente naturale, gli esseri umani moderni hanno sviluppato conoscenze e tecnologie che potrebbero conferire loro un vantaggio in termini di forza muscolare e capacità fisiche generali. Tuttavia, è importante ricordare che la forza non è l’unico indicatore di successo evolutivo, e che l’adattabilità e la resilienza sono altrettanto cruciali nel mondo in continua evoluzione in cui viviamo.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/antenato-uomo-primitivo-storia-4727142/]

 

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