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Le giraffe usano la statistica per prendere decisioni

Le giraffe fanno ragionamenti statistici come gli esseri umani e altre specie animali come i primati e certi uccelli. Lo dice uno studio scientifico.

Le giraffe fanno ragionamenti statistici come gli esseri umani e altre specie animali come i primati e certi uccelli. Lo dice uno studio scientifico.

Le giraffe, come i primati e certi uccelli, usano la statistica per prendere decisioni. A dirlo è uno nuovo studio pubblicato su Scientific Reports, frutto della collaborazione tra l’Università di Barcellona, di Lipsia e il Max Planck Institute.

Le giraffe fanno ragionamenti statistici

Ogni giorno, anche se non ci facciamo caso, noi umani prendiamo decisioni usando la statistica. Ad esempio, quando facciamo la spesa o giochiamo a carte oppure quando per andare a lavoro scegliamo di percorrere una strada considerando l’orario e la probabilità di trovare traffico. Altro esempio è quando decidiamo se uscire per fare un’escursione, in base alle previsioni del tempo.

Diversi studi hanno dimostrato che anche alcuni animali caratterizzati da un cervello di grandi dimensioni relativamente al resto del cranio , come i primati e certi uccelli, fanno ragionamenti statistici. Ora, un nuovo studio, pubblicato su Scientific Reports, frutto di una collaborazione internazionale tra Spagna e Germania, dimostra per la prima volta che questa capacità è presente anche in animali il cui cervello è di piccole dimensioni rispetto alla scatola cranica, come le giraffe.

I ricercatori dell’Università di Barcellona, di Lipsia e del Max Planck Institute hanno scelto di studiare le giraffe innanzitutto perché in passato questi animali hanno già dimostrato di comprendere il concetto di quantità assoluta, ovvero sanno quale, tra due mucchi di cibo, contiene più oggetti. In secondo luogo perché hanno una dieta molto varia, direttamente collegata allo sviluppo di capacità cognitive complesse.

Lo studio

L’ esperimento ha visto coinvolti quattro esemplari dello zoo di Barcellona, due maschi e due femmine. Sono stati effettuati tre differenti test, caratterizzati da venti prove ciascuno. Le giraffe sono state messe di fronte a una serie di scelte tra due diversi contenitori trasparenti, contenenti una proporzione variabile di carote (cibo che apprezzano) e una di zucchine (cibo che non le fa impazzire). Successivamente uno dei responsabili dell’esperimento ha selezionato un pezzo di cibo da ciascuno dei due contenitori senza farsi vedere dalle giraffe. Queste ultime hanno quindi dovuto scegliere da quale mano nutrirsi, usando come riferimento solo quello che sapevano sui contenitori, ovvero che in alcuni c’erano più zucchine che carote e, viceversa, che in altri c’erano più carote che zucchine. Una scelta, dunque, basata su una previsione statistica: se scelgo la mano che ha preso un pezzo di cibo dal contenitore con più carote, ho più possibilità di “beccare” una carota, appunto, e non una zucchina. I ricercatori hanno osservato che in almeno 17 prove su 20 le giraffe hanno scelto la mano giusta, ossia quella che aveva pescato dal contenitore dal quale era statisticamente più probabile che uscisse una carota.

Con questo esperimento gli studiosi hanno quindi dimostrato che le giraffe sono capaci di utilizzare le inferenze statistiche, ovvero i procedimenti che, tramite l’osservazione del campione o parte di esso, permettono di capire le caratteristiche del campione stesso, e che non è necessario avere un cervello grosso come l’intero cranio per riuscirci. Gli autori dello studio sono inoltre convinti che questa abilità sia molto più diffusa nel regno animale, anche al di là delle giraffe, di quanto si pensasse: “Un cervello grande potrebbe non essere un prerequisito per abilità statistiche complesse e la capacità di fare calcoli statistici potrebbe essere più diffusa nel regno animale di quanto si pensasse in precedenza”, hanno concluso.

fonte immagine:https://pixabay.com/it/photos/giraffa-animale-natura-4312090/

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