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Venerdì 17: perché porta sfortuna? qual è la sua origine?

Come mai la data venerdì 17 viene da sempre associata ad una giornata sfortunata? Qual è l’origine di questa antica credenza? Leggi l’articolo per scoprirlo!

Come mai la data venerdì 17 viene da sempre associata ad una giornata sfortunata? Qual è l’origine di questa antica credenza? Leggi l’articolo per scoprirlo!

Venerdì 17 porta sfortuna. Questa frase è stata ripetuta così tante volte a scuola, a casa o in televisione che ormai è divenuto quasi naturale associare a venerdì 17 il concetto di giornata storta. C’è chi non riesce a fare a meno dell’utilizzo dei cornetti, chi invece non esce di casa per timore che possa capitargli qualcosa, altri ancora che evitano di acquistare un oggetto o compiere un’azione, come ad esempio sposarsi. Cosa c’è all’origine della credenza così diffusa in Italia e nel resto del mondo?

L’origine di venerdì 17

In Italia, il giorno venerdì 17 affonda le proprie radici nel cristianesimo. In primis viene ricordata la morte di Gesù, avvenuta di venerdì (il celebre Venerdì Santo, quando il Cristo fu crocifisso insieme ai due ladroni). A ciò si aggiunge il dilivio universale, citato nella Bibbia nel libro della Genesi (7,11): l’inizio del diluvio viene fatto risalire a venerdì 17.

C’entra, però, anche l’Antica Grecia. Infatti, gli allievi di Pitagora erano noti per evitare il numero 17, in quanto era posizionato tra due numeri – 16 e 18 – ritenuti da loro perfetti: 16 è il risultato di 4×4 e 18 di 3×6, vale a dire la rappresentazione ideale dei quadrilateri, secondo i dettami della scuola pitagorica.

C’è però anche chi crede che il venerdì o il 17 siano fortunati. È il caso ad esempio di Cristoforo Colombo, che è partito dalla Spagna il giorno venerdì, è arrivato nel nuovo mondo di venerdì, ed è tornato in patria in salvo sempre di venerdì. Oltre all’esempio del più celebre navigatore della storia, si può citare anche la cabala ebraica, che associa alla cifra 17 un valore positivo, in quanto costituisce la somma di tre lettere che unite formano la parola bene.

Non 17 ma 13: dall’Ultima Cena a Cristoforo Colombo

Non tutti i Paesi, però, accettano il fatto che venerdì 17 sia una giornata sfortunata. Al posto del 17 figura il numero 13. In alcuni casi cambia anche il giorno della settimana, che non è più venerdì, ma martedì.

Il numero 13 viene considerato negativo nelle culture di Spagna, Grecia e le nazioni latinoamericane. All’origine ci sarebbe la posizione del numero 13, che succede al 12 (ritenuto un numero positivo).

I Paesi anglosassoni associano il concetto di giornata nefasta al giorno venerdì 13, in ricordo dello sterminio stabilito dalla Chiesa nei confronti dei templari, i quali furono processati e bruciati vivi il 13 ottobre 1307, che cadeva appunto di venerdì. Bisogna poi fare di nuovo riferimento al cristianesimo, stavolta però all’Ultima Cena, dove i commensali erano in tutto 13.

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