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Che cos’è un Dpcm e come funziona?

Cerchiamo di fare chiarezza sul significato del termine Dpcm, di capire come funziona e qual è la differenza con il decreto legge.

Cerchiamo di fare chiarezza sul significato del termine Dpcm, di capire come funziona e qual è la differenza con il decreto legge.

Da quando è cominciata la pandemia di Covid-19 il termine Dpcm è ormai entrato a far parte del linguaggio comune, ma cosa vuol dire Dpcm e come funziona?

Che cos’è un Dpcm?

Il Dpcm, acronimo di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, è un provvedimento amministrativo di rapida emanazione che entra in vigore immediatamente e dipende esclusivamente dalla volontà del presidente del consiglio. Sebbene sia sempre esistito, finora il Dpcm è stato uno strumento poco usato. In questo periodo di emergenza, che implica l’adozione di decisioni più rapide, il decreto del presidente del consiglio dei ministri è preferibile perché scriverlo richiede meno tempo rispetto ad un decreto legge, per il quale bisogna coinvolgere il Consiglio dei Ministri.

Il Dpcm invece è emanato dal solo Presidente del Consiglio. Si tratta di un atto di secondo grado, cioè, nella gerarchia giuridico-istituzionale, è di rango inferiore rispetto alla legge, ai decreti legge e ai decreti legislativi delegati.

Come funziona un Dpcm?

I Dpcm non richiedono l’approvazione del Parlamento. In genere riguardano questioni tecniche su un settore o ambito specifico e mai prima d’ora avevano assunto una tale rilevanza nazionale. Per la loro emanazione spesso vengono coinvolti esperti del settore, tecnici e studiosi della materia.

Per essere costituzionale il Dpcm deve reggersi su una legge e o su un decreto che ne sancisce l’ambito di applicazione, i principi generali e i limiti. A tal proposito, in merito ai decreti dell’emergenza Covid emanati da Conte, sono sorte delle polemiche. Trattandosi di provvedimenti utilizzati per imporre restrizioni e limitare alcune libertà fondamentali, come la possibilità di spostarsi sul territorio, sono stati definiti da alcuni come incostituzionali. Qualcuno ha asserito che i Dpcm violano la riserva di legge in merito alle libertà fondamentali, in quanto ogni restrizione alle libertà sancite dalla Costituzione dovrebbe essere imposta con legge o decreto legge, e non con atti amministrativi di secondo grado. I Dpcm in realtà sono perfettamente legali perchè ciascun provvedimento è legittimato da un decreto legge (decreto Io resto a casa, dl Semplificazioni, dl agosto, etc…).

Che differenza c’è tra Dpcm e decreto legge?

Come anticipato, la prima differenza tra Dpcm e decreto legge è che il primo dipende dalla sola volontà del premier e, dunque, per essere emanato non ha bisogno del coinvolgimento del Consiglio dei Ministri. Il decreto legge è invece un provvedimento collegiale: il loro contenuto viene discusso e condiviso da tutta la squadra al Governo, pertanto richiede tempistiche maggiori.

Sia i Dpcm che i decreti legge entrano immediatamente in vigore, ma per i decreti legge la Costituzione prevede un ulteriore passaggio in Parlamento. Senza la conversione delle Camere, infatti, questi decadono retroattivamente. Rispetto al Dpcm il decreto legge è più garantista e democratico in quanto assicura il dialogo e la collaborazione con l’opposizione, che invece per i decreti ministeriali è quasi pari a zero.

Sebbene siano espressione della volontà della sola maggioranza politica, i decreti ministeriali sono più rapidi e quindi più adatti alle situazioni di emergenza. Ecco spiegato il loro utilizzo massiccio in questo periodo.

fonte immagine: http://www.governo.it/it/articolo/intervista-la-stampa/15669?fbclid=IwAR0760wlFf7V6e436yQI7ml7hYz3EAuup7b61DaPcQ139yG5x_txMspiPxM

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