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Chi è Silvia Romano: prigioniera del gruppo Al Shabaad per due anni

Silvia Romano, ha potuto finalmente riabbracciato la sua famiglia dopo due anni di prigionia nel territorio africano. Ecco tutti i dettagli della vicenda.

Silvia Romano, nella giornata di ieri ha finalmente riabbracciato la sua famiglia dopo due anni di prigionia nel territorio africano. Ecco tutti i dettagli della vicenda.

In un periodo di grande preoccupazione per l’epidemia che ha colpito l’Italia, arriva anche una buona notizia, quella della liberazione di Silvia Romano, che era stata rapita nel mese di novembre di 2 anni fa e che è stata più volte trasferita dal Kenia fino ad arrivare in Somalia. Nella giornata di ieri la cooperante italiana è tornata a casa con un volo aereo che è atterrato all’aeroporto di Ciampino, ed ha potuto salutare i suoi familiari che hanno continuato per lunghi mesi a sperare nella sua liberazione.

Silvia Romano, una vita per i bambini africani

La 25enne milanese Silvia Romano ha da sempre avuto come scopo quello di aiutare i bambini, specialmente quelli che si trovano in condizioni di grande disagio in paesi molto poveri. Dopo aver conseguito la laurea nel corso del 2018, con una tesi che verteva su un tema molto attuale e delicato, la tratta degli esseri umani, la Romano ha iniziato la sua attività lavorativa presso delle palestre della sua città, occupandosi prevalentemente di bambini. Poi, nel mese di settembre, era arrivata la decisione di recarsi in Africa per portare un aiuto diretto nelle zone con maggiori problemi.

La scelta è arrivata dopo un primo soggiorno in Kenia che Silvia Romano aveva effettuato in precedenza, operando nella zona della contea di Kifili, e precisamente nel villaggio di Likoni, nelle vicinanze di una delle zone turistiche più famose del paese africano, Malindi. Anche in questo primo viaggio la cooperante si era presa cura di bambini e specialmente di quelli orfani. In questa occasione si era adoperata anche per raccogliere fondi attraverso una raccolta online, destinati ad eseguire dei lavori per ampliare la struttura che ospita i bambini.

La partenza di settembre era avvenuta tramite la onlus “Fano Africa Milele“. Nel successivo mese di novembre, il 20, arriva la notizia che un gruppo di uomini armati, dopo aver fatto irruzione nel villaggio di Chakama, ha rapito la cooperante e ferito alcune persone. Tre dei rapitori sono stati arrestati poco dopo, ma Silvia Romano era già stata “venduta” ad altri gruppi terroristici.

La prigionia e la liberazione

Al rapimento sono seguiti 18 mesi di notizie frammentarie, mentre l’intelligence italiana lavorava per scoprire dove si trovava la prigioniera e cercare di liberarla. Le indiscrezioni parlano di una prima parte della prigionia avvenuta in una foresta keniana, quella di Boni, poi la “vendita” al gruppo di Al Shabaad ed il successivo spostamento in territorio somalo.

Silvia Romano durante il periodo della prigionia ha subito pressioni psicologiche e si è convertita alla religione islamica, anche se la ragazza afferma che si è trattata di una decisione presa spontaneamente. Dopo mesi di indagini che hanno visto la collaborazione anche del Kenya e della Turchia, sono state portate avanti delle trattative ed alla fine il premier Conte che ha accolto la ragazza al suo ritorno nel nostro paese, ha potuto annunciare la sua liberazione.

FONTE IMMAGINE: https://www.facebook.com/GiuseppeConte64/photos/a.385574775257827/931270954021537/?type=3&theater

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