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Cibo sintetico: che cos’è e perché è criticato?

Cibo sintetico sì o no? Sul tema ci sono due scuole di pensiero diverse. Vediamo insieme di cosa si tratta e perché è criticato da alcuni e sostenuto da altri.

Cibo sintetico sì o no? Sul tema ci sono due scuole di pensiero diverse. Vediamo insieme di cosa si tratta e perché è criticato da alcuni e sostenuto da altri.

Negli ultimi anni si è molto parlato di cibo sintetico. Sulla tematica ci sono due scuole di pensiero diverso. C’è chi lo ritiene il futuro dell’alimentazione e chi una minaccia da evitare a tutti i costi, ma che cos’è il cibo sintetico? Scopriamolo insieme.

Che cos’è il cibo sintetico?

Nato da un’idea californiana di coltivare in laboratorio cellule in grado di riprodursi per dare vita ad alimenti in provetta, il cibo sintetico, o artificiale, è un tipo di alimento destinato al consumo umano o animale che, come s’intuisce, non viene prodotto naturalmente attraverso l’agricoltura o l’allevamento animale, ma viene invece creato artificialmente in laboratorio utilizzando un mezzo di coltura ottenuto da sostanze chimiche che permettono la moltiplicazione cellulare.

I cibi sintetici attualmente in circolazione sono la carne sintetica, il pesce sintetico e il latte sintetico, ma altri sono in fase di sviluppo come ad esempio mangimi sintetici per animali.

Come si produce?

Il cibo sintetico non nasce sul suolo ma viene coltivato in un laboratorio industriale utilizzando tecniche di coltura o replicazione cellulare. Per produrre alimenti come carne o pesce sintetici, vengono prelevate cellule staminali da un animale vivo e coltivate fino a farle differenziare in cellule muscolari e moltiplicarle.

Nella fase di ricambio si formerà un normale e reale tessuto muscolare come quello che si sviluppa nell’organismo. Da dieci cellule suine è possibile arrivare alla produzione di 50.000 tonnellate di carne in due mesi.

Per formare l’alimento, in alcuni casi, gli ingredienti vengono “stampati” in un formato tridimensionale, attraverso la stampa 3D alimentare

Nel caso di latte, formaggio e yogurt artificiale, si parte da microrganismi geneticamente modificati in grado di produrre caseina.

Perché è criticato

Come detto, sul tema del cibo sintetico ci sono due scuole di pensiero opposte. I critici sono scettici perché, a detta loro, sull’argomento mancano informazioni e studi scientifici. I detrattori del cibo sintetico pensano che essendo frutto di una tecnologia relativamente nuova, il cibo artificiale potrebbe influire negativamente sulla salute umana.

A preoccupare i critici sono la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale e l’impatto economico. Secondo gli scettici, non si sa ancora se il cibo sintetico sia sicuro per il consumo umano a lungo termine. Potrebbero dunque sorgere problemi di tossicità o allergie, o altri effetti negativi.

In merito al tema della sostenibilità ambientale, i detrattori sostengono che, nonostante possa essere prodotto in modo efficiente riducendo il consumo di suolo agricolo, il cibo sintetico viene prodotto utilizzando sostanze chimiche e per alimentare gli impianti è necessaria molta energia. A detta loro, quindi avrebbe un impatto negativo sull’ambiente.

Non solo. Per i detrattori l’impatto sarebbe anche economico. I produttori tradizionali hanno mostrato una certa avversione verso il cibo artificiale. La sua introduzione e diffusione potrebbe dunque avere un impatto significativo sull’industria alimentare tradizionale e sulle comunità che da essa dipendono per il sostentamento.

Infine, c’è anche una preoccupazione di carattere etico, dovuta all’origine artificiale del cibo sintetico e al conseguente rapporto in generale con l’essere umano. Per alcuni il cibo artificiale potrebbe diventare un’interferenza con l’ordine naturale.

Cosa dicono la scienza e i sostenitori del cibo sintetico

Le convinzioni dei critici sono state smontate dai sostenitori del cibo sintetico e, due in particolare, dalla scienza. Gli scienziati hanno infatti approvato il cibo cell-based per via di due fattori: il risparmio e la salvaguardia delle materie prime, i quali sono garantiti se si utilizzano fonti energetiche rinnovabili o fossili nella produzione dell’alimento.

Secondo una ricerca condotta dall’Università di Oxford del 2019 e l’osservazione degli indicatori di impatto ambientale come l’ecological footprint, la coltivazione del cibo in laboratorio avrebbe un impatto minore sull’ambiente rispetto agli allevamenti intensivi (il 90% in meno) sia per consumo di acqua che di gas serra (gli allevamenti di bestiame producono l’80% del gas serra derivato dal settore agricolo che contribuisce al 14% delle emissioni antropiche). La coltivazione cellulare sarebbe dunque nettamente vantaggiosa in termini di sostenibilità, lavorando a basse emissioni e a costi irrisori.

I sostenitori del cibo artificiale affermano che sia vantaggioso perché progettato per soddisfare in modo mirato le esigenze nutrizionali umane. Sono convinti che esso possa fornire una fonte alimentare utile per risolvere i problemi e le sfide dell’alimentazione futura, in particolare quelle della carne, con una popolazione mondiale in aumento.

Sul piano etico, i sostenitori dei cibi sintetici affermano che essi sono cruelty-free e, dunque, in teoria, prodotti senza la sofferenza di animali. Con il cibo sintetico si risparmierebbe l’uccisione di migliaia di animali.

Le versioni più recenti del cibo sintetico, infatti, si basano su fattori di crescita vegetali che escludono a priori l’origine animale della coltura.

I sostenitori del cibo cell-based smontano anche la teoria secondo cui la carne coltivata sarebbe più dannosa della carne da allevamento. I laboratori utilizzano prodotti largamente approvati dalle agenzie del farmaco come soluzioni di sali, vitamine e fattori di crescita, non prodotti chimici qualsiasi. Inoltre, alla carne coltivata in provetta viene aggiunto un conservante che evita la formazione di lieviti e funghi nel prodotto. Secondo le stime il cibo sintetico è maggiormente controllato e privo di sostanze tossiche come pesticidi e antibiotici, presenti invece in grandi quantità negli allevamenti tradizionali. Infine, gli alimenti artificiali sarebbero meno predisposti a contaminazioni batteriche proprio grazie all’ambiente e alla qualità della lavorazione.

Per questi motivi, negli ultimi anni gli investimenti sul cibo sintetico si sono moltiplicati abbattendo i costi di produzione. Le stime dicono che dal 2030 il prezzo al consumo di un chilo di carne sintetica sarà pari a quello della carne tradizionale.

Tra i sostenitori del cibo sintetico ci sono anche diverse celebrità, come Leonardo di Caprio e Bill Gates.

Cibo sintetico al bando in Italia

Mentre negli Stati Uniti e a Singapore è già stata approvata la produzione e il commercio del cibo sintetico, l’Italia è il primo Paese al mondo ad averlo messo al bando. Con il Disegno di Legge promosso dal Governo Meloni, infatti, dal marzo 2023 l’Italia ha bloccato il cibo sintetico. Come si legge nel testo del disegno di legge, nel nostro Paese sarà vietato: “vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare oppure distribuire per il consumo alimentare alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati”. Chi violerà la norma, sarà punito con pesanti sanzioni che vanno da 10mila fino a 60mila euro e fino anche al 10% dell’intero fatturato dell’azienda.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/tubi-industriale-fabbrica-chimico-7075189/

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