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Covid, farmaco Niclosamide può bloccare danno ai polmoni

Un gruppo di ricerca ha individuato nel farmaco antiparassitario Niclosamide una speranza nella lotta al Covid-19. Lo studio pubblicato su Nature.

Un gruppo di ricerca ha individuato nel farmaco antiparassitario Niclosamide una speranza nella lotta al Covid-19. Lo studio pubblicato su Nature.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, la niclosamide, un farmaco antiparassitario impiegato da più di mezzo secolo per combattere le infezioni intestinali, come il verme solitario, sarebbe in grado di bloccare il meccanismo che comporta danni all’apparato respiratorio nella sindrome da Covid-19.

Niclosamide: lo studio

I ricercatori del King’s College London, con l’Università di Trieste e il Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (Icgeb) del capoluogo friulano, avrebbe identificato il meccanismo che porta alla fusione delle cellule infettate con Sars-Cov-2.  

In un secondo momento, il gruppo di ricerca – coordinato da Mauro Giacca, professore dell’Università di Trieste, docente di Cardiovascular Sciences al King’s College di Londra, e responsabile del Laboratorio di Medicina Molecolare dell’Icgeb – dopo uno screening di laboratorio eseguito su oltre 3.000 farmaci già approvati per la terapia di diverse patologie, ne ha individuato uno che potrebbe bloccare gli effetti dannosi che la proteina Spike del coronavirus Sars-CoV-2 causa alle cellule. Si tratta della niclosamide, un farmaco sintetizzato negli anni ’70 e impiegato a partire dal 1982 per la terapia delle infezioni intestinali dovute alla tenia (tenia solium), il cosiddetto verme solitario.

Il medicinale sarebbe in grado di arrestare una tappa specifica del processo attraverso il quale la proteina Spike del virus Sars-CoV-2 si aggancia alla parete delle cellule degli epiteli respiratori, prime vie aeree e alveoli polmonari, per poi lanciare l’attacco.

“Siamo molto soddisfatti dai nostri risultati per almeno due motivi. Primo, perché abbiamo scoperto un meccanismo completamente nuovo, attivato dalla proteina Spike e importante per il virus. Le nostre ricerche mostrano come Spike attivi una famiglia di proteine della cellula, TMEM16, indispensabili per la fusione cellulare. Secondo, perché questo meccanismo è anche alla base dell’attivazione delle piastrine e potrebbe quindi anche spiegare perché il 70% dei pazienti con Covid-19 grave sviluppa una trombosi. E ora sappiamo che c’è almeno un farmaco, la niclosamide, in grado di bloccare questo meccanismo”, ha spiegato Mauro Giacca.

Dallo studio è inoltre emerso che la Niclosamide, inibendo TMEM16 e la fusione delle cellule, sarebbe in grado di bloccare anche la replicazione del virus.

“Questa ricerca è importante anche perché sposta l’attenzione dal tentativo di bloccare la moltiplicazione del virus, come finora hanno cercato di fare con alcuni farmaci, con scarso successo, a quello di inibire il danno causato all’organismo dalle cellule infettate”, ha illustrato il coordinatore dello studio Giacca.

“Sono sempre più convinto che Covid-19 sia una malattia causata non dalla semplice distruzione delle cellule infettate dal virus, ma dalla persistenza di queste cellule nell’organismo per periodi lunghi di tempo. Il meccanismo che abbiamo scoperto potrebbe anche essere coinvolto nello sviluppo del cosiddetto Covid lungo, spiegando la difficoltà che molti pazienti hanno a ricuperare dopo la malattia”, ha concluso.

La scoperta di cellule anomale alla base delle trombosi

Lo stesso gruppo di ricerca a novembre aveva pubblicato un articolo su Lancet e BioMedicine, in cui descriveva una scoperta emersa dallo studio dei polmoni dei pazienti morti per Covid- 19. I ricercatori avevano infatti illustrato come i polmoni delle vittime di Covid, oltre a mostrare un danno esteso e la presenza di coaguli che bloccano la circolazione del sangue, presentassero un vasto numero di cellule anormali, molto grandi e con molti nuclei, infettate dal virus, anche dopo 30-40 giorni dal ricovero in ospedale.

Queste cellule anomale, come spiega lo studio, sono generate dalla capacità della proteina Spike del coronavirus di stimolare la fusione tra le cellule infettate e le cellule vicine.

Al via la sperimentazione in India

Sulla base di questi risultati in India è già stata avviata una sperimentazione clinica del farmaco su 120 pazienti. In India, dove l’infezione è ancora molto diffusa, si sta infatti somministrando la niclosamide a un gruppo di pazienti ricoverati in ospedale con Covid-19. La sperimentazione è stata appena avviata, quindi sarà di fondamentale importanza attendere i risultati nel corso dei prossimi mesi per confermare l’efficacia del farmaco.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/compresse-bicchiere-da-cocktail-1001224/

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