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Covid, a Malpensa tamponi per chi arriva dalla Cina

La Regione Lombardia consiglia di effettuare tamponi a chi arriva a Malpensa da un volo proveniente dalla Cina, dove è in corso una nuova ondata di Covid.

La Regione Lombardia consiglia di effettuare tamponi a chi arriva a Malpensa da un volo proveniente dalla Cina, dove è in corso una nuova ondata di Covid.

L’allentamento delle restrizioni anti-Covid in Cina ha provocato una nuova ondata di contagi e un aumento del numero dei morti. Le stime della società di ricerca britannica Airfinity parlano di almeno 5mila morti e oltre 1 milione di contagi al giorno. E la situazione potrebbe peggiorare ancora. La società prevede 3,7 milioni di infezioni al giorno a metà gennaio per arrivare, in marzo, a 4,2 milioni di casi quotidiani.

L’aggravarsi della situazione nel Paese asiatico ha fatto scattare l’allarme anche in Italia, tanto che dal 26 dicembre, all’aeroporto di Malpensa, è tornato lo screening Covid per chi arriva dalla Repubblica cinese, per la ricerca di Sars-Cov-2.

Covid, a Malpensa torna il tampone per chi arriva dalla Cina

Data l’esplosione dei contagi Covid in Cina, la Regione Lombardia ha chiesto un tampone molecolare per chi atterra nello scalo di Malpensa da un volo proveniente dalla Cina. Gli screening Covid nell’aeroporto milanese sono ripartiti lo scorso 26 dicembre, quando sono stati eseguiti 90 tamponi. Il giorno successivo ne sono stati effettuati 120.  Sono attesi nella giornata del 28 dicembre i primi risultati sul sequenziamento. Si tratta di una misura di prevenzione utile anche ad accertare il tipo di variante Covid di chi arriva dal Paese asiatico. C’è infatti il rischio di una variante più cattiva e contagiosa, come ha spiegato Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica e presidente del Mission Board for Cancer dell’Ue, in un’intervista a La Stampa. “Il rischio che i milioni di contagi Covid registrati dalla Cina favoriscano lo sviluppo di nuove varianti del coronavirus pandemico esiste. Una variante più contagiosa di Omicron è difficile, siamo già a livelli record. Il pericolo è che ne nasca una più patogenica, uno scenario possibile”, ha detto Ricciardi.

Tuttavia, come precisato da Palazzo Lombardia, al momento, il tampone per chi arriva nel nostro Paese dalla Cina non è obbligatorio, solo consigliato. Al contrario, in Paesi come Giappone e India, i tamponi sono obbligatori.

“È consigliato effettuare un tampone antigenico molecolare per tutti i passeggeri e gli operatori provenienti dalla Cina”, si legge in un banner che compare sul sito dell’aeroporto di Malpensa, dove si informa che la nuova disposizione sarà valida fino al 30 gennaio 2023.

La Regione Lombardia è la prima, in Italia, a richiedere il tampone molecolare per i passeggeri in arrivo dalla Cina.

Il parere degli esperti

Alcuni virologi chiedono di agire per evitare una nuova ondata di contagi anche in Italia. Tra questi c’è il direttore della Clinica di malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, che ha dichiarato: “A distanza di 3 anni siamo in una situazione in cui non avrei mai immaginato di trovarmi. Se vogliamo evitare di riprendere un Sars-CoV-2 mutato dobbiamo intervenire subito: servono controlli su tutti i voli dalla Cina, restrizioni ai viaggi, tampone molecolare ai passeggeri nelle 24 ore precedenti la partenza o quarantena all’arrivo con test molecolare per uscirne, altrimenti chi arriva non deve circolare. Sarebbe una misura che dovrebbe prendere, non l’Italia da sola, ma tutta l’Europa. E non per un mese, ma per 6”.

“Non sono mai stato allarmista ma ora dico che dobbiamo alzare una barriera per proteggerci da quanto sta accadendo in Cina, dove è in corso una nuova ondata di Covid senza precedenti e su cui c’è censura. Ma email criptate che arrivano da fonti cinesi riportano numeri da far paura, come 325 milioni di cinesi contagiati in 20 giorni, circa 10.000 morti al giorno e almeno 29 varianti di Omicron, alcune delle quali rientrano in quelle che evadono il vaccino in tutto”, ha concluso Bassetti.

Dello stesso parere anche Massimo Ciccozzi, ordinario di epidemiologia e statistica medica all’Università Campus Biomedico di Roma: “È antiscientifico e incomprensibile che la Cina non dia i dati sul Covid, ma è grave anche il silenzio dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) su questa scelta. Non vogliono sapere cosa stia realmente succedendo”, ha detto, aggiungendo che “sarebbe necessario introdurre in Italia tamponi molecolari a chi arriva dalla Cina, soprattutto in vista del capodanno cinese”.

Secondo l’epidemiologo le autorità di Pechino “hanno fatto un errore dopo l’altro: prima un lockdown stretto con un virus in cui il contagio zero non esiste. Quindi, dopo le proteste, hanno aperto ed eliminato controlli in modo indiscriminato come nessun altro Paese ha fatto”.

“A questo si aggiunge il fatto che hanno un vaccino a vettore virale con una copertura del 60% rispetto alla malattia grave a fronte di una copertura che supera il 90% con i vaccini a mRna. E soprattutto, questo vaccino lo hanno dato solo a giovani e adulti in età lavorativa, mentre tra i 50enni il tasso di vaccinazione è bassissimo”, ha proseguito.

“La situazione Covid in Cina non è assolutamente chiara, per la continua non trasparenza nella trasmissione dei dati. È necessario poter controllare l’ingresso di nuove varianti, anche se non è evitabile”, ha detto invece Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano.

“La Regione Lombardia sta già procedendo con la sorveglianza e il sequenziamento, che viene fatto anche nel nostro laboratorio del Sacco”, ha proseguito l’esperta in riferimento alla ripresa dei tamponi all’aeroporto di Milano Malpensa per le persone (passeggeri e operatori) che arrivano dalla Cina.

“In questo momento il controllo delle varianti in arrivo dalla Cina è auspicabile e secondo me è allargabile anche ad altre aree se dovessero essere interessate da una circolazione virale analoga a quella cinese”, ha concluso la virologa.

Meno allarmista Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, che ha dichiarato: “Timori per chi arriva in Italia dalla Cina? Al momento, per quanto ne sappiamo, lì circolano le stesse varianti che ci sono nel resto del mondo. L’unico rischio sarebbe se ci fosse una nuova variante, ma sono sicuro che ci avrebbero informato di questa eventualità”. “Niente psicosi”, ha ribadito.

fonte immagine:https://pixabay.com/it/photos/milano-malpensa-aeroporto-italia-6531486/

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