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Covid: cambiano le regole con il governo Meloni

Con l’insediamento del nuovo governo cambieranno anche le regole per la gestione della pandemia di Covid. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Con l’insediamento del nuovo governo cambieranno anche le regole per la gestione della pandemia di Covid. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Uno dei punti principali del discorso programmatico di Governo di Giorgia Meloni, presentato sia alla Camera che al Senato, è quello riguardante la gestione della pandemia di Covid. Ecco cosa ha detto la premier e come potrebbero cambiare le regole in tal senso.

Covid: il discorso di Giorgia Meloni

Durante il suo intervento di martedì 25 ottobre in Aula per la richiesta di fiducia, Giorgia Meloni ha criticato la precedente gestione dell’emergenza sanitaria chiarendo che il suo Governo non replicherà quel modello perché, a suo avviso, non ha funzionato.

“Purtroppo non possiamo escludere una nuova ondata di Covid o l’insorgere, in futuro, di una nuova pandemia, ma possiamo imparare dal passato, per farci trovare pronti. L’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma nonostante questo è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi”, ha detto la premier.

 “Qualcosa, decisamente, non ha funzionato e dunque voglio dire fin d’ora che non replicheremo in nessun caso quel modello”, ha chiarito la neo presidente del Consiglio, sottolineando che “l’informazione corretta, la prevenzione e la responsabilizzazione sono più efficaci della coercizione, in tutti gli ambiti”.

“L’ascolto dei medici sul campo è più prezioso delle linee guida scritte da qualche burocrate, quando si ha a che fare con pazienti in carne ed ossa. E se si chiede responsabilità ai cittadini, i primi a dimostrarla devono essere coloro che la chiedono”, ha aggiunto.

Nel corso del suo intervento la Meloni ha chiesto di “fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica”. “Lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori“, ha tuonato la premier, criticando le scelte prese da precedenti governi.

La leader di Fratelli d’Italia asserisce che alla base di alcuni provvedimenti “non ci fossero evidenze scientifiche“. “Non c’erano certezze che i vaccini facessero bene ai ragazzi di 12 anni ma li abbiamo vaccinati, quando tutti erano d’accordo che a loro facesse bene lo sport ma gli abbiamo impedito di farlo. Abbiamo impedito una cosa sulla quale c’erano certezze e obbligato un’altra in cui non c’erano evidenze“, ha detto.

Meloni chiede Commissione d’inchiesta

Dietro la necessità di “fare chiarezza” sulla gestione della pandemia, secondo fonti di Fratelli d’Italia citate dall’Ansa, ci sarebbe l’intenzione di dare vita a una commissione di inchiesta.

L’esecutivo e buona parte della maggioranza hanno avanzato la richiesta di aprire una commissione d’inchiesta sulla gestione Covid per far luce su quanto avvenuto negli ultimi anni di pandemia in Italia, in particolare durante il governo Conte II.

La proposta, che vede come primo firmatario il deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, è stata depositata in questi giorni alla Camera dei deputati, insieme a quella del disegno di legge per l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta voluta dal capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari.

La presidenza di una futura Commissione sulla pandemia potrebbe andare all’opposizione. Italia Viva e il suo leader Matteo Renzi sembravano propensi a farla loro, ma l’ex premier sembra averci ripensato: “La Commissione d’inchiesta del Covid dovrebbe essere guidata da uno di Fratelli d’Italia, non da uno nostro. Ho tutto l’interesse ad avere la Commissione ma se devo essere onesto intellettualmente è più giusto che la guidi chi era all’opposizione”, ha dichiarato.

Covid: come potrebbero cambiare le regole

Visto il discorso della Meloni, è evidente che le regole per la gestione della pandemia cambieranno, a partire dall’obbligo di mascherina. Il prossimo 31 ottobre, infatti, scade l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche in ospedali e Rsa, oltre che in ambulatori e centri diagnostici. Sul tema si attendono dunque le decisioni del neo ministro della salute Orazio Schillaci che potrebbe non prorogare l’obbligo. Resta poi da chiarire il tema dell’obbligo della vaccinazione Covid per il personale sanitario, attualmente in vigore fino al 31 dicembre. In quest’ultimo caso sarebbe necessario un intervento del Consiglio dei ministri per cambiare la norma.

Il 4 novembre si prenderà una decisione anche sull’obbligo di mascherina sul lavoro che potrebbe rimanere in vigore per i colleghi che non rispettano la distanza di sicurezza.

 “Oggi la malattia è completamente diversa da una volta. E quindi stiamo facendo in modo che ci possa essere un ritorno a una maggiore liberalizzazione”, ha dichiarato Schillaci.

Il governo Meloni cancellerà anche le multe ai No vax, rinunciando quindi ad incassare un milione e 800 mila euro per le sanzioni comminate a chi ha aggirato l’obbligo vaccinale. Nel decreto Aiuti sarà infatti inserita una norma per cancellare le multe ai non vaccinati over 50 che non hanno proceduto a mettersi in regola entro il 15 giugno.

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