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Covid, la variante Bythos arriva anche in Italia

La variante Bythos è arrivata anche in Italia. I numeri al momento non destano preoccupazione, ma l’attenzione resta alta e la variante è sotto monitoraggio.

La variante Bythos è arrivata anche in Italia. I numeri al momento non destano preoccupazione, ma l’attenzione resta alta e la variante è sotto monitoraggio.

Registrati i primi casi di variante XBF, detta Bythos, in Italia. La nuova variante del Sars-CoV-2 derivante da Omicron, che è da subito finita sotto i riflettori degli esperti per individuarne le eventuali mutazioni e la pericolosità, è arrivata anche nel nostro Paese.

Covid, la variante Bythos è arrivata anche in Italia

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto XBF a tutti gli effetti come nuova mutazione del Covid da monitorare con cura dopo il manifestarsi di sempre più casi in giro per il mondo.

Stando all’ultimo bollettino rilasciato dall’Oms, riguardante 60mila sequenze registrate tra il 30 gennaio e il 28 febbraio scorsi, i ceppi combinati di Omicron, da cui deriva Bythos, rappresentano il 41,8% del totale, 32,6% riguardante la variante Kraken, mentre solo l’1,2% per Bythos.

XBF è stata riscontrata in 46 Paesi e rappresenta poco più dell’1% dei campioni sequenziati a livello globale. La nuova variante è arrivata anche in Italia, dove al momento rappresenta lo 0,82% delle sequenze rilevate, con 31 casi accertati.

Per ora i numeri non allarmano gli esperti, ma l’attenzione resta alta perché Bythos possiede mutazioni che potrebbero renderla più trasmissibile e resistente alla risposta immunitaria. Gli esperti la stanno studiando per comprendere meglio in che modo sta evolvendo il virus Sars-CoV-2 ed essere eventualmente subito pronti a intervenire prima che diventi nuovamente un’emergenza.

Variante XBF, che cos’è?

La variante XBF, a cui è stato dato il nome Bythos per omaggiare la creatura immaginaria ittiocentauro, un mostro marino dotato di busto da essere umano, zampe da cavallo e coda da pesce, è una variante ricombinante figlia di BA.5.2.3 e CJ.1. È finita sotto la lente di ingrandimento degli esperti per sua la spiccata trasmissibilità e l’elusività agli anticorpi neutralizzanti, sia quelli innescati da una precedente infezione naturale che quelli indotti dal vaccino anti Covid. Tuttavia, al momento non è ancora chiaro se Bythos sia più elusiva o trasmissibile delle altre varianti, o possa addirittura causare una malattia più grave. Gli epidemiologi ne stanno valutando i trend e la crescita nei diversi Paesi.

 “Al momento non ci sono prove epidemiologiche che la sotto-variante XBF porti a un aumento dei casi, dei ricoveri o dei decessi”, fa sapere l’Oms.

Come spiegato dall’Organizzazione mondiale della salute, XBF presenta le stesse mutazioni di Omicron 5 (BA.5) più le seguenti: S:K147E, S:W152R, S:F157L, S:I210V, S:G257S, S:G339H, S:R346T, S:G446S, S:N460K, S:F486P, S:F490S, tutte localizzate sulla proteina S o Spike, il gancio biologico che il coronavirus SARS-CoV-2 sfrutta per legarsi al recettore ACE-2 delle cellule umane, rompere la parete cellulare, inserire l’RNA virale e innescare il processo di replicazione che determina la malattia (COVID-19).

Bythos è stata individuata la prima volta il 27 luglio dello scorso anno in Australia, dove ha colpito soprattutto la zona meridionale della nazione. Nello Stato di Victoria ha provocato una importante ondata di ricoveri per Covid. Attualmente XBF sta circolando in modo significativo anche nel Nuovo Galles del Sud e in altri Stati dell’Australia meridionale. Alla metà del mese scorso rappresentava il 12% delle sequenze registrate dagli esperti australiana. Oltre 100 sequenze sono state depositate anche in Nuova Zelanda, Danimarca, Regno Unito, Stati Uniti, Svezia e Austria.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/illustrations/covid-19-coronavirus-virus-covid-5064282/

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