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Long Covid e stanchezza cronica: lo studio italiano

Uno studio italiano fa luce sui meccanismi d’azione della stanchezza cronica, ovvero il principale sintomo del Long Covid. Ecco cosa è emerso.

Uno studio italiano fa luce sui meccanismi d’azione della stanchezza cronica, ovvero il principale sintomo del Long Covid. Ecco cosa è emerso.

La stanchezza cronica della sindrome post-Covid dipende da un’alterazione nel metabolismo dell’arginina, amminoacido prodotto naturalmente dal nostro organismo. A dirlo è un nuovo studio, in corso di pubblicazione sull‘International Journal of Molecular Sciences, condotto dalla Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Ircss-Università Cattolica Campus di Roma.

Long Covid, la coda di infezione da Coronavirus

Il Long Covid colpisce una persona su tre, anche tra i giovani. Stando alle stime dell’Oms, nel mondo e in Europa ci sarebbero rispettivamente 65 milioni e 17 milioni di persone alle prese con la coda di infezione da Coronavirus. La sindrome post-Covid è caratterizzata principalmente dalla “fatigue”, che causa una prolungata e invalidante spossatezza, associata a debolezza muscolare, insonnia e tachicardia. Le conoscenze e i progressi della comunità scientifica in merito sono ancora limitati e pochi sono anche i trattamenti terapeutici disponibili.

Ora però un nuovo studio sul long Covid, condotto dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – Università Cattolica Campus di Roma e coordinato da Francesco Landi (past president della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), direttore del Dipartimento di Scienze dell’invecchiamento ortopediche e reumatologiche del Policlinico Gemelli di Roma e ordinario di Geriatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore), fa luce sui meccanismi d’azione della stanchezza cronica.

I ricercatori associano la stanchezza cronica della sindrome post-Covid a un’alterazione nel metabolismo dell’arginina, amminoacido prodotto naturalmente dal nostro organismo, e pensano che ripristinarne i livelli potrebbe costituire una nuova strategia integrativa efficace contro la “fatigue”.

Lo studio

Lo studio condotto dalla Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Ircss-Università Cattolica Campus di Roma, in corso di pubblicazione sulla rivista International Journal of Molecular Sciences, rientra in un filone di indagine già aperto da una recente pubblicazione sulla rivista Nutrients, che dimostrava l’efficacia dell’azione sinergica di arginina e vitamina C nel ridurre la stanchezza cronica e migliorare la performance funzionale.

Dallo studio è emerso che nei pazienti con long Covid si verifica un’alterazione del metabolismo dell’arginina, ossia un amminoacido prodotto naturalmente dall’organismo, che stimola la sintesi dell’ossido nitrico, enzima cruciale per potenziare il sistema immunitario e proteggere l’endotelio e garantire quindi una corretta funzione immunitaria e vascolare. I ricercatori hanno dunque dimostrato che somministrare 1,6 grammi di arginina e 500 mg di vitamina C liposomiale per 28 giorni riporta il metabolismo dell’arginina a un livello normale e consente di contrastare efficacemente la “fatigue”.

La ricerca ha coinvolto 57 persone, 46 adulti con long Covid a otto mesi dalla diagnosi e 11 persone abbinate per sesso ed età senza evidenze di precedenti infezioni da Sars-CoV-2. I pazienti con long Covid sono stati divisi in due gruppi: 23 hanno ricevuto il mix di arginina e vitamina C liposomiale e gli altri 23 un placebo per un periodo di 28 giorni.

“Prima di iniziare il trattamento abbiamo misurato le concentrazioni di arginina nel sangue, osservando livelli significativamente più bassi di arginina nei pazienti con long Covid. Alla fine dei 28 giorni abbiamo scoperto che le concentrazioni di arginina nel sangue dei pazienti con long Covid è salita, raggiungendo livelli ‘sani’ come quelli rilevati nei pazienti appartenenti al gruppo di controllo”, ha spiegato Landi, coordinatore dello studio.

“Abbiamo dimostrato per la prima volta che il metabolismo dell’arginina è alterato nei pazienti con long Covid rispetto alle persone senza storia di infezione da Sars-Cov-2”, ha aggiunto Matteo Tosato, coautore dello studio e Responsabile Unità Operativa Day Hospital post-Covid, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma. “L’arginina è un indispensabile amminoacido alla base di molteplici funzioni ed è coinvolta principalmente nella sintesi di ossido nitrico, che gioca un ruolo chiave nella reattività endoteliale in risposta all’esigenza dei diversi tessuti, favorendo un corretto apporto di sangue in relazione alle loro necessità, migliorando così la performance funzionale”, ha chiarito.

“Attualmente in assenza di trattamenti disponibili contro una sindrome di cui ancora sappiamo ben poco, ripristinare i valori di arginina potrebbe rappresentare una nuova strategia integrativa efficace contro la ‘fatigue’ da Long Covid, che può essere associata a disfunzioni immunitarie e vascolari, che a loro volta aumentano il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari”, ha concluso Landi.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/covid-19-coronavirus-pandemia-4985549/

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