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Taglio tasse, ecco il piano del governo Draghi

Trovato l’accordo tra i partiti sul taglio tasse da effettuare al fine di semplificare il complesso sistema tributario. Ecco quali imposte intende cancellare il governo Draghi.

Trovato l’accordo tra i partiti sul taglio tasse da effettuare al fine di semplificare il complesso sistema tributario. Ecco quali imposte intende cancellare il governo Draghi.

Il governo Draghi è pronto a sforbiciare le tasse. L’obiettivo è quello di ridurre e cancellare le mini-imposte e i tributi che attualmente portano allo Stato un contributo irrisorio e contribuiscono solo a rendere più complicato il sistema tributario.

Vediamo insieme quali tasse si intende cancellare.

Taglio tasse: trovato l’accordo

Nella commissione bicamerale sul Fisco, i partiti hanno trovato l’accordo sull’idea di sforbiciare i micro-prelievi che contribuiscono a rendere più complesso il sistema. Adesso spetta all’esecutivo decidere. Il documento, attualmente in fase di redazione, farà da base per il ddl Delega che dovrebbe essere varato entro fine luglio e sarà votato in forma definitiva entro la fine di questo mese. Secondo la commissione, si tratta di gettiti che conferiscono allo Stato un “ricavo” dello 0,01% del totale.

Le imposte italiane sono più di 100 e dalle 10 principali, tra cui Iva, Irpef, Irap e Imu, lo Stato ricava il 90% delle entrate. Pertanto il governo Draghi ora si pone l’obiettivo di cancellare le mini-imposte. L’Osservatorio sui Conti pubblici della Cattolica ha indicato circa 20 micro-imposte da abolire, tra cui i diritti dell’Ente nazionale Risi, la tassa sulla raccolta dei funghi, l’imposta regionale sulla benzina, i diritti di archivi notarili e il tributo speciale di discarica.

Quali tasse verranno cancellate?

Oltre a quelle già menzionate dall’Osservatorio, rientrano tra le imposte da cancellare anche il superbollo delle vetture di grossa cilindrata, le tasse di pubblico insegnamento e la tassa di laurea. La sforbiciata riguarda anche altri ambiti fiscali: i diritti di licenza sulle accise, l’imposta erariale sui passeggeri degli aerotaxi e l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili. Tra gli altri micro–pagamenti da abolire anche l’addizionale regionale sui canoni di utenze delle acque pubbliche, la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale e l’imposta sugli intrattenimenti.

Infine, nel lungo elenco rientrano anche l’iva sulla bolletta della luce “che ancora si calcola anche sulle accise” e l’imposta provinciale sulla Rca auto “accompagnata dal vecchio e criticatissimo contributo al Servizio sanitario nazionale (introdotto con la filosofia che chi ha un incidente grava sulla spesa sanitaria)”.

Sistema articolato e complesso

Nel corso di un’audizione parlamentare, nei mesi scorsi, il direttore generale dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, aveva sottolineato l’esigenza di una codificazione delle norme, evidenziando come nel corso degli anni si sia verificata una frammentazione da cui è derivato “un sistema fiscale articolato e complesso che è un freno per gli investimenti e rende oscuro il mondo del fisco ai contribuenti”. Dal 1972 a oggi, il decreto Iva “ha subito oltre mille modifiche, mentre il testo unico delle imposte sui redditi (Tuir) oltre 500”.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/euro-denaro-finanza-salvadanaio-870756/

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