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Zona gialla, le Regioni a rischio entro Natale

Alla luce del progressivo aumento dei contagi di Covid, altre Regioni italiane potrebbero finire in zona gialla dopo il Friuli-Venezia Giulia.

Alla luce del progressivo aumento dei contagi di Covid, altre Regioni italiane potrebbero finire in zona gialla dopo il Friuli-Venezia Giulia.

Sono almeno cinque le Regioni che rischiano di finire in zona gialla in vista del Natale. Dopo il Fruili-Venezia Giulia, già in zona gialla, e l’Alto Adige, che cambierà colore da lunedì 6 dicembre, anche Veneto, Calabria, Liguria, Marche e Lazio sono a rischio. In bilico anche la Lombardia che ha un numero alto di nuovi casi positivi ma, al momento, in base al numero di posti letto occupati nei reparti ordinari e nelle terapie intensive, risulta ancora sotto la soglia critica.

Alto Adige in zona gialla da lunedì

In base agli indicatori decisionali in esame della cabina di regia riunita venerdì 3 dicembre, da lunedì 6 dicembre, l’Alto Adige raggiungerà il Friuli-Venezia Giulia, già in zona gialla da lunedì 29 novembre. A comunicarlo è l’assessore alla sanità Thomas Widmann, che ha dichiarato: “Non cambia tanto in termini di regole, ma se non facciamo niente diventeremo arancioni e rossi”.

La Provincia autonoma di Bolzano ha ormai superato tutti e tre i parametri che fanno scattare il giallo. Qui l’incidenza dei casi è la più alta d’Italia, è infatti pari a 645,7 per centomila, contro il limite di 50. Inoltre, i ricoveri ordinari hanno raggiunto il 19,8%, a fronte del limite del 15%. Le terapie intensive sono al 17,5%; il limite è del 10%.

Il passaggio in giallo della Provincia autonoma di Bolzano era già atteso da giorni, era infatti stato anticipato da un’ordinanza del presidente Arno Kompatscher, che ha introdotto anche nuovamente l’obbligo di mascherina all’aperto e di dispositivo di protezione Ffp2 sui mezzi pubblici, nonché la chiusura delle discoteche.

Le altre Regioni a rischio

Il cambio di colore scatta nel caso i cui si registri un’incidenza settimanale sopra i 50 casi ogni 100 mila abitanti, con le terapie intensive sature al 10% e l’area medica oltre il 15%.

Al momento in nessun’altra Regione, a parte l’Alto Adige e il Friuli (che rischia addirittura il passaggio in fascia arancione con le rianimazioni al 14% e gli altri reparti al 23%), si registra il superamento in contemporanea del limite dei tre valori su indicati. Tuttavia la bozza del nuovo monitoraggio della cabina di regia, pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute, riporta l’aumento di alcuni parametri dell’epidemia di Covid in Italia. L’incidenza è ovunque ben sopra i 50 casi, tranne in Basilicata, Molise, Puglia e Sardegna. Preoccupano in particolare i dati di alcune Regioni che rischiano il passaggio in zona gialla. In Veneto e nelle Marche le intensive sono già oltre la soglia, rispettivamente al 10,5% e al 12%. I ricoveri ordinari sono però lontani da quota 15%: 8,9% per il Veneto e 9,5% nelle Marche.

Anche la Calabria potrebbe retrocedere in zona gialla, così come il Lazio. In Calabria, infatti, nonostante un’incidenza di contagi al di sotto della media nazionale (89 nuovi casi ogni 100mila abitanti, a fronte di una media di 142), i ricoveri in terapia intensiva sono al 10% e quelli ordinari al 13%. Per cui, se il trend dovesse rimanere questo, in base al prossimo monitoraggio la regione potrebbe cambiare colore.

Non sembra essere migliore la situazione in Lazio, dove si registrano 162 casi settimanali ogni 100mila abitanti e i ricoveri in area medica sono all’11%. Le terapie intensive sono invece all’8%, anche se i dati sono in calo da un paio di giorni. “Possiamo evitare la zona gialla. C’è margine per lavorare ed evitare restrizioni”, ha detto il governatore Nicola Zingaretti.

“Non intravedo il rischio zona gialla nel Lazio. Avremo un Rt in calo con un valore leggermente sopra a 1. La curva piano piano si sta raffreddando”, ha assicurato l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato.

Sotto osservazione anche la Liguria, dove le terapie intensive hanno superato la soglia limite dei ricoveri (11%), ma è ancora sotto controllo la situazione nei reparti ordinari dove il tasso di ospedalizzazione dei pazienti Covid è pari al 9%.

Potrebbe lasciare la zona bianca anche la Lombardia che conta 145 casi settimanali ogni 100mila abitanti. A preoccupare sono i ricoveri nei reparti ordinari, saliti all’13,4%, ma anche quelli in terapia intensiva che sono in progressivo aumento, siamo al 7,3%.

Boom di ricoveri ordinari anche in Val d’Aosta, con soglia al 28,3%. Resta però ferma al 3% l’occupazione delle rianimazioni.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/donne-gruppo-maschera-viso-pandemia-6800187/

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