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Ciclismo, morto Davide Rebellin: investito da un camion

È morto, a seguito di un tragico incidente stradale, l’ex ciclista Davide Rebellin. Il campione veronese è stato travolto e ucciso da un camion. Aveva 51 anni.

È morto, a seguito di un tragico incidente stradale, l’ex ciclista Davide Rebellin. Il campione veronese è stato travolto e ucciso da un camion. Aveva 51 anni.

Lutto nel mondo del ciclismo. Ha perso la vita in un incidente stradale nel vicentino Davide Rebellin. L’ex campione è stato travolto da un camion mentre era in sella alla sua bici. Aveva chiuso la sua carriera il 16 ottobre scorso, dopo 30 anni di professionismo, all’età di 51 anni. Era passato professionista nell’agosto 1992, lo stesso giorno di Marco Pantani. La sua prima squadra era stata la GB-MG, dove militava assieme a Franco Chioccioli, Mario Cipollini e Franco Ballerini.

Ciclismo: Davide Rebellin investito e ucciso da un camion

L’ex campione di ciclismo Davide Rebellin è stato investito e ucciso da un camion nei pressi dello svincolo autostradale di Montebello Vicentino, mentre era in sella alla sua bicicletta.

Secondo le prime ricostruzioni, il mezzo pesante, uscendo dal vicino svincolo autostradale, avrebbe urtato e travolto il ciclista, che è morto sul colpo. Il camionista non si sarebbe accorto dell’incidente e per questo avrebbe proseguito la sua corsa senza fermarsi. Tuttavia, i carabinieri hanno setacciato le immagini delle telecamere di sicurezza di un ristorante che si trova accanto al luogo dell’impatto, per poter individuare targa e modello del mezzo. Nel parcheggio del ristorante è stato visto entrare, subito dopo l’incidente, proprio un camion. I militari dell’Arma ipotizzano dunque che se il mezzo è ripartito da lì, prendendo la stessa uscita rispetto alla statale 11, è quasi impossibile che il conducente non si sia accorto del corpo a terra e della bicicletta. Al momento, però, del mezzo pesante che ha ucciso il ciclista non c’è ancora traccia.

Rebellin, da poco ritiratosi dall’attività agonistica, era uscito per una ‘sgambata’. L’ex campione veronese, che in carriera aveva vinto, tra l’altro, una Amstel Gold Race (nel 2004), tre edizioni della Freccia Vallone (nel 2004, 2007 e 2009), una Liegi-Bastogne-Liegi (nel 2004), ed una tappa del Giro d’Italia, probabilmente stava percorrendo la regionale 11 Vicenza-Verona per rientrare a casa, a Lonigo (Vicenza).

Ad effettuare il riconoscimento della vittima del tragico incidente, è stato un suo fratello, Carlo, il quale, dopo aver appreso dai media che un ciclista era stato travolto da un mezzo pesante nella zona di Montecchio, si è recato subito sul posto, spinto da una sorta di presentimento, ed ha subito riconosciuto la bici del fratello, accartocciata, trovata ad una trentina di metri di distanza rispetto al punto dell’impatto.

Il cordoglio dei colleghi

La tragica morte di Rebellin ha colto di sorpresa amici ed ex colleghi, che, appresa la notizia. hanno voluto esprime il loro cordoglio e la loro vicinanza alla famiglia dell’ex ciclista. Tra questi Vincenzo Nibali, a lungo compagno di nazionale di Rebellin.

“Rimango tremendamente scioccato nell’apprendere questa triste notizia. Che la terra ti sia lieve, R.I.P. Davide”, ha scritto sui suoi profili il campione siciliano, che a fine hanno si ritirerà a sua volta dal professionismo.

“Se solo potessi tornare indietro caro Davide, io giuro che mi toglierei quella maglia e te la darei. Eravamo a Genova, campionato italiano. Io ero il giovane Emergente. Tu eri, tu sei REBELLIN. Quando sei scattato con la tua classe immensa non ho esitato a seguirti. È stata una cavalcata fatta di gesti, cenni d’intesa. Ci siamo dati grinta l’un l’altro fino all’ultimo metro. Leali fino alla volata finale. Sapevi che avrei potuto batterti e non solo non ti sei tirato indietro ma hai anche impreziosito la mia vittoria”, si legge nel ricordo commosso dell’ex campione italiano Giovanni Visconti. “Dire: “Primo Visconti” non è lo stesso che dire: “Primo Visconti, Secondo Rebellin “. Vorrei che quella maglia la avessi tu indosso ora, perché la meriti… anzi, meriti una maglia di un colore speciale, una maglia che non esiste. Una maglia con i colori dell’umiltà, della professionalità, della dedizione, una maglia con i colori della Vita. Si Davide, TU Sei un campione della Vita. Adesso sei lassù dove solo i grandi stanno e sono sicuro che Michele ti avrà già fatto una testa così, ti avrà accolto facendo gli onori di casa e dicendoti che alla fine così male lassù non si sta. Probabilmente è così. Il problema però adesso è quaggiù … Michele, stringi in un forte abbraccio Davide e fa che come te Riposi in Pace. Vi vogliamo bene. Ciao Davide”, ha concluso Visconti, ricordando anche il compianto Michele Scarponi, scomparso nell’aprile 2017 in circostanze simili.

Anche l’ex ct della Nazionale di ciclismo, Davide Cassani, ha affidato ai social il suo dolore per la scomparsa di Rebellin: “Aveva appena smesso. Aveva detto che avrebbe avuto ancora la forza per correre ma che a 51 anni gli sembrava decoroso appendere la bici al chiodo. Non ne ha avuto il tempo.  Mi viene da dire: ma se davvero avesse, almeno per qualche mese, appeso la bici al chiodo ora non saremmo qui a piangerlo”, ha esordito Cassani. “Leggere pochi minuti fa della scomparsa di Davide Rebellin mi ha gettato nella tristezza più totale. Perché lui era la passione per il ciclismo fatta a persona, lui era un ragazzo buono, gentile, silenzioso che a dispetto di tutto e tutti faceva quello che più amava, correre in bicicletta. Era passato professionista lo stesso giorno di Marco Pantani, ad agosto del 1992 correndo il GP di Camaiore per chiudere la sua lunghissima carriera appena un mese fa”, ha proseguito. “Non l’ho mai visto arrabbiato, mai una volta in cui abbia alzato la voce, mai. Per lui la vita era correre, non ho mai visto un professionista più professionale di lui. Ed ora sono qui a piangere la sua memoria, la sua bontà, la sua resistenza e la sua capacità di essere atleta per una vita intera. Mi verrebbe da dire che è morto da eroe, che è morto esattamente là dove aveva cominciato a vivere la sua seconda vita. Ma un camion gli ha tolto questa opportunità e non ci resta che piangere ancora una volta, uno di noi. Il destino è davvero crudele”, ha concluso.

Ha espresso il suo cordoglio per la morte dell’ex ciclista professionista anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che su Twitter ha scritto: “Sono turbata e rattristata dalla notizia della tragica scomparsa di Davide Rebellin, ciclista italiano che tante emozioni ha regalato agli amanti dello sport nella sua lunga carriera da professionista. Condoglianze alla famiglia”.

Ciclisti morti dall’inizio dell’anno

Quello di cui è rimasto vittima Davide Rebellin è purtroppo l’ennesimo tragico incidente stradale che vede coinvolto un ciclista. Stando ai dati forniti dall’Associazione sostenitori Polstrada (Asaps) dopo la morte dell’ex campione, solo nei primi otto mesi dell’anno sono stati 103 i ciclisti che hanno perso la vita sulle strade italiane nell’immediatezza dell’incidente. A questi sono da aggiungersi i decessi avvenuti a distanza di giorni o settimane negli ospedali dopo il ricovero.

Asaps ha sottolineato come l’incidente in cui è rimasto ucciso Rebellin ricordi quello in cui morì Michele Scarponi nel 2017. “La scia di sangue sulle strade purtroppo continua, con una particolare crudeltà anche per i ciclisti”, ha affermato il presidente Giordano Biserni.

fonte immagine:https://www.instagram.com/p/CkyYaZHMvXL/?igshid=YmMyMTA2M2Y=

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