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Anticorpi monoclonali AstraZeneca, via libera dell’Aifa

L’Aifa ha dato il via libera a Evusheld, il farmaco basato sulla combinazione di due anticorpi monoclonali AstraZeneca, pensata per prevenire il Covid nei pazienti fragili.

L’Aifa ha dato il via libera a Evusheld, il farmaco basato sulla combinazione di due anticorpi monoclonali AstraZeneca, pensata per prevenire il Covid nei pazienti fragili.

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera all’utilizzo di Evusheld, il farmaco sviluppato da AstraZeneca, basato sulla combinazione di due anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione, per prevenire i sintomi del Covid-19, prima dell’esposizione al virus, nelle persone ad alto rischio. A comunicarlo è la stessa società farmaceutica anglo-svedese. Si tratta della prima opzione farmacologica a base di anticorpi monoclonali per la prevenzione del virus nei pazienti fragili disponibile in Italia.

Anticorpi monoclonali AstraZeneca, ok dell’Aifa

Grazie all’approvazione da parte dell’Aifa dell’utilizzo della combinazione di due anticorpi monoclonali di AstraZeneca, l’Italia ha ora un’arma in più per la lotta al virus. Il farmaco andrà infatti ad affiancare il vaccino e, come spiegato dalla stessa casa farmaceutica, sarà utilizzato per prevenire i sintomi del coronavirus, prima dell’esposizione al virus, nelle persone più fragili. Evusheld riduce dell’83% il rischio di sviluppare la malattia in forma sintomatica per almeno sei mesi dopo una sola dose. La pubblicazione in Gazzetta risale a fine gennaio. Infatti, dopo le valutazioni dell’Aifa, il Ministero della Salute lo scorso 28 gennaio aveva concesso l’autorizzazione all’uso di emergenza per la combinazione dei due anticorpi per la profilassi pre-esposizione al Covid-19 in adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni.

L’arrivo di Evusheld in Italia è previsto a partire dal 18 febbraio. Il farmaco verrà consegnato alle regioni entro la fine del mese di febbraio, come confermato dal Ministero.

A chi è destinata la cura?

Stando alle linee guida diffuse da AstraZeneca e Aifa, rientrano nella somministrazione dei monoclonali adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni che presentano compromissione immunitaria da moderata a grave dovuta a una condizione medica o a farmaci immunosoppressivi e che potrebbero non sviluppare una risposta immunitaria adeguata alla vaccinazione anti Covid-19, e pazienti per i quali il vaccino non è raccomandato per reazioni avverse ai componenti.

Si rammenta, inoltre, che i destinatari della cura non devono essere infetti o avere avuto una recente esposizione nota con una persona con infezione da Sars-Cov-2.

In cosa consiste la combinazione degli anticorpi monoclonali AstraZeneca?

La combinazione in questione, come illustrato dalla direttrice medica di AstraZeneca Italia Raffaella Fede, è tra due anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione: tixagevimab e cilgavimab, derivati da cellule B donate da pazienti convalescenti dopo il Sars-CoV-2 individuati dagli esperti del Vanderbilt University Medical Center, negli Stati Uniti. Essi sono stati creati in laboratorio e pensati per restare nel corpo per mesi, al fine di contenere il virus in caso di contagio: “Poiché gli anticorpi si legano a diverse parti della proteina, il loro utilizzo in associazione può essere più efficace rispetto all’uso in monoterapia”, spiega l’Aifa.

Per ottimizzare la combinazione è stata utilizzata una tecnologia di AstraZeneca di estensione dell’emivita (tempo necessario per diminuire la quantità di un farmaco nell’organismo del 50% durante l’eliminazione), che ne ha triplicato la durata d’azione rispetto ai monoclonali convenzionali. Questi anticorpi, come riferito dall’azienda farmaceutica anglo-svedese, mantengono l’efficacia nel neutralizzare le varianti finora note, inclusa Omicron.

“Un anticorpo monoclonale è un tipo di proteina progettata per riconoscere e legarsi a una struttura specifica, chiamata antigene. Tixagevimab e cilgavimab, sono stati sviluppati per legarsi a due siti distinti sulla proteina spike di Sars Cov-2, e la combinazione impedisce al virus di entrare nelle cellule del corpo e di causare l’infezione”, ha spiegato Giovanni Di Perri, direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive dell’Università di Torino.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/laboratorio-test-cura-vaccino-5722327/

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