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Cashback Autostrade, cos’è e come funziona

E’ ufficialmente attivo il Cashback Autostrade pianificato da Autostrade per l’Italia. Ecco di cosa si tratta e come funziona.

E’ ufficialmente attivo il Cashback Autostrade pianificato da Autostrade per l’Italia. Ecco di cosa si tratta e come funziona.

Dal 15 settembre è entrato ufficialmente in funzione il cashback autostrade varato da Autostrade per l’Italia (Aspi) per risarcire gli automobilisti in caso di code causate dalla presenza di cantieri nella rete gestita dalla società. Vediamo insieme di cosa si tratta e come funziona.

Cashback Autostrade: cos’è e a chi si rivolge

Il cashback pianificato da Aspi è un rimborso commisurato ai ritardi causati dalla presenza di cantieri agli utenti rispetto ai tempi di percorrenza normali. Viene corrisposto soltanto in caso di rallentamenti dovuti alla riduzione delle corsie (esclusa quella d’emergenza) per cantieri aperti sulla carreggiata con tempi calcolati sulla base di una velocità di 100km/h per i veicoli leggeri e 70 km/h per i mezzi pesanti, a partire da 15 minuti di ritardo.

Alla persona verrà restituito parte del costo del viaggio; nei casi più gravi, il rimborso può essere totale.

Il risarcimento va da un 25% al 100% del pedaggio, in base al tempo effettivo di viaggio e alla lunghezza del percorso effettuato, e vale per tutti, esclusi per ora gli aderenti a consorzi, indipendentemente dal veicolo guidato: auto, furgoni, camion, moto o altro. Sebbene il diritto al rimborso sia iniziato a maturare dalle ore zero del 15 settembre, i soldi inizieranno ad arrivare a gennaio, perché bisogna passare da un sistema transitorio.

Cashback autostrade, come funziona?

In base all’accordo trovato tra Aspi e Mims (ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili), per stabilire il rimborso viene preso in considerazione il tempo di percorrenza medio standard (cioè rilevato in situazioni normali) e lo si confronta con quello effettivamente impiegato dalla corrente di traffico quando ci sono problemi legati ai cantieri, la cui presenza e gli eventuali disagi da essa causati vanno prima accertati. In questo modo è possibile determinare i momenti nei quali il ritardo supera la soglia critica (almeno 15 minuti di ritardo rispetto al tempo standard) che dà diritto al rimborso.

Il risarcimento è proporzionale all’entità del ritardo e segue un meccanismo a fasce.

Come anticipato, per i veicoli leggeri il tempo standard è calcolato sulla velocità di 100 km/h, mentre per quelli pesanti la velocità è di 70 km/h.

Ovviamente nel calcolo del ritardo sul tempo standard non rientrano i problemi legati a cause estranee ai cantieri, ad esempio il traffico intenso, le condizioni meteo, gli incidenti o i blocchi dovuti a eventuali manifestazioni.

Come ottenere il rimborso?

Per chi ha il Telepass o un altro sistema di telepedaggio e lo registra sulla app, il rimborso avviene in automatico. Chi invece non possiede il telepass deve inviare una segnalazione tramite l’applicazione gratuita Free To X, disponibile su tutti gli store per dispositivi Android e IOS. Basterà registrarsi, indicando anche un indirizzo e-mail e fotografando un documento d’identità.

Inoltre, chi non ha il Telepass, dovrà allegare lo scontrino del pedaggio dopo aver fotografato il documento con lo smartphone. Lo scontrino è importante perchè serve sia a certificare la presenza sul tratto critico che il tempo di percorrenza effettivo.

Una volta completata la procedura, il sistema valuterà se davvero quando il richiedente ha percorso la tratta per la quale chiede il rimborso c’erano disagi che giustificano la richiesta, la quale verrà elaborata e vagliata in 24-48 ore. Valutata la richiesta, il sistema invierà al richiedente una notifica con l’esito.

In caso di esito positivo, per ricevere il rimborso va indicato l’Iban del conto corrente sul quale si desidera venga accreditato. Per chi ha un sistema di telepedaggio il rimborso può essere ottenuto tramite uno sconto in fattura (l’operazione è tuttavia ancora allo studio).

Dal 15 settembre al 31 dicembre 2021 i rimborsi saranno accumulati in una sezione “borsellino” all’interno dell’app e saranno erogati a partire da gennaio 2022.

A quanto ammonta il risarcimento?

Per ritardi su tratte fino a 29 chilometri, si ha sempre diritto al rimborso del 100% del pedaggio. Stesso discorso per la fascia da 30 a 49 chilometri di percorrenza, tranne se il ritardo è tra 15 e 29 minuti: in questo caso, il rimborso scende al 75%.

Tra i 50 e i 99 chilometri, si ha invece diritto al 50% per ritardi sotto i 30 minuti e al 75% per i ritardi da 30 a 45 minuti.

In caso di tratte più lunghe, il rimborso spetta solo per ritardi molto consistenti. Oltre i 500 chilometri, ad esempio, spetta il 25% per ritardi da 90 a 119 minuti e il 50% per ritardi da 120 minuti in su.

Si ricorda che il rimborso riguarda la sola quota di competenza di Aspi. Il pedaggio viene dunque ridotto solo nella parte corrispondente ai chilometri percorsi sulla rete Aspi.

Va infine detto che non tutti i cantieri sono riconosciuti come causa che dà diritto a rimborsi. Sono infatti esclusi quelli che non comportano riduzioni di corsie (teoricamente anche quelli estivi in cui si mettono a disposizione corsie di larghezza ridotta); quelli in cui viene chiusa solo la corsia di emergenza; quelli fuori dalla rete Aspi (sebbene provochino code su tale rete); quelli su autostrade “a sistema aperto”, vale a dire con barriere solo all’inizio e alla fine, senza caselli alle uscite intermedie e quindi con pedaggio a forfait, non legato ai chilometri percorsi; le autostrade gestite dalla controllate di Aspi (ad esempio la Tangenziale di Napoli).

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/autostrada-strada-camion-veicoli-3392100/

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