Il Coronavirus non sembra fermarsi e colpisce sempre più persone. Molti ricercatori di diversi paesi sono già all’opera per la realizzazione del vaccino.
Con l’aumentare dei casi positivi nel mondo, cresce l’attesa per il vaccino contro il Coronavirus. In questi ultimi giorni, alla luce delle indiscrezioni filtrate dai media internazionali, sono in molti a domandarsi quando sarà pronto un nuovo vaccino. Sono diversi gli istituti di ricerca e le industrie farmaceutiche che hanno annunciato di essere vicini a trovare una cura contro il virus Covid-19. Tale strategia sembra però essere volta maggiormente ad attrarre nuovi fondi utili per la ricerca scientifica e migliorare le performance in Borsa.
Vaccino disponibile dopo il picco e il declino del Coronavirus
Annelies Wilder-Smith, insegnante di malattie infettive all’Università di Londra, sostiene che il vaccino sarà disponibile soltanto dopo il picco e il conseguente declino del Coronavirus. La tesi della professoressa inglese è largamente accettata dal resto della comunità scientifica.
In più di un’occasione eminenti medici e scienziati italiani hanno ripetuto che per un vaccino contro il Covid-19 bisognerà attendere dai 12 ai 18 mesi, quando cioè l’emergenza sarà già alle spalle dei Paesi più colpiti dalla pandemia. A questo proposito, è importante sottolineare che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il picco della pandemia potrebbe essere raggiunto verosimilmente nel corso della prossima settimana. Allo stato attuale delle cose, le nazioni che stanno vivendo le maggiori difficoltà sono gli Stati Uniti e la Spagna (se si esclude l’Italia, che ha rappresentato il secondo grande focolaio dopo la Cina).
Lo sviluppo del vaccino
Un aiuto importante, nello sviluppo del vaccino contro il Coronavirus, è arrivato dai ricercatori cinesi, che per primi hanno isolato la sequenza del Sars-CoV-2, l’altro nome con cui viene chiamato il Coronavirus all’interno della comunità scientifica.
Negli Stati Uniti d’America la società Novavax ha di recente dichiarato di puntare alla sperimentazione di un vaccino utilizzato contro la Sars e la Mers questa primavera. Anche un’altra società americana, Moderna, sta affinando la ricerca sui vaccini sviluppati per la Mers.
Gli istituti di ricerca sono consapevoli che il Covid-19 condivide tra l’80 e il 90 per cento del patrimonio genetico del virus responsabile dell’epidemia Sars, che spaventò l’Asia nei primi anni Duemila.
Prima che un qualsiasi vaccino riceva il via libera per la produzione su scala globale, deve superare tre fasi: una prima in cui il test viene effettuato su poche decine di volontari sani, una seconda in cui il test è svolto su un centinaio di pazienti residenti in un paese più colpito rispetto ad altri, e una terza fase che prevede la somministrazione del vaccino a migliaia di persone.
Infine, prima che arrivi il semaforo verde, occorre che il vaccino venga prodotto su scala globale, con gli istituti di ricerca costretti a richiedere l’aiuto di società private internazionali.