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Covid, vaccino Novavax a febbraio in Italia

Le prime dosi di vaccino Novavax sono attese in Italia nella prima decade di febbraio.Ecco come funziona il quinto vaccino anti-Covid raccomandato nell’Ue.

Le prime dosi di vaccino Novavax sono attese in Italia nella prima decade di febbraio. Ecco come funziona il quinto vaccino anti-Covid raccomandato nell’Ue.

Dopo il via libera dell’Ema, il vaccino Novavax è pronto per essere distribuito anche in Italia. Le prime dosi sono attese a febbraio. La Regione Lazio farà da apripista.

Vaccino Novavax in arrivo in Italia

Dopo la valutazione del comitato per i medicinali umani (CHMP) dell’EMA, che ha concluso che i dati sul vaccino erano solidi e soddisfacevano i criteri dell’UE per l’efficacia, la sicurezza e la qualità, è arrivato l’ok alla commercializzazione del vaccino proteico Novavax. Si tratta del quinto vaccino anti-Covid raccomandato nell’Ue.

La Commissione europea ha siglato il contratto di acquisto preliminare con Novavax il 4 agosto 2021 per la fornitura ai Paesi membri dell’Ue di 100 milioni di dosi di vaccino, a partire dal primo trimestre del prossimo anno. Gli Stati membri, come da contratto, potranno poi acquistare ulteriori 100 milioni di dosi, da consegnarsi nel corso del 2022 e del 2023.

Le prime 3 mila dosi di Nuvaxovid, nome commerciale del vaccino Novavax, sarebbero dovute arrivare in Italia già a gennaio, ma “la consegna è stata spostata alla prima decade di febbraio”.

A fare da apripista per il nostro Paese sarà la Regione Lazio, dove il nuovo farmaco sarà somministrato in 15 hub, di cui sette a Roma. Le dosi saranno riservate solo agli over 18. Il richiamo sarà effettuato dopo 21 giorni.

Come funziona Novavax

Come detto, Novavax è un vaccino proteico, ovvero basato sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, già usata da decenni per altri vaccini, come quello contro l’epatite B e il papilloma virus. Nuvaxovid contiene una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike che si trova sulla superficie del virus e un “adiuvante”, ossia una sostanza che aiuta a rafforzare le risposte immunitarie al vaccino.

Il sistema immunitario della persona a cui sarà inoculato il farmaco identificherà la proteina come estranea e produrrà difese naturali (anticorpi e cellule T) contro di essa. Se la persona in questione dovesse entrare, in seguito alla somministrazione del vaccino, in contatto con il coronavirus SARS-CoV-2, il sistema immunitario riconoscerà la proteina spike e sarà pronto ad attaccarla.

Trattandosi di un vaccino basato su una tecnologia diversa da quelli a mRna, le autorità scientifiche sperano che esso possa convincere coloro che sono ancora scettici in merito alla vaccinazione anti-Covid.

Efficacia e effetti collaterali

I risultati dei principali studi condotti sul vaccino Novavax negli Usa e in Gran Bretagna, quando i ceppi virali più comuni in circolazione erano Alpha e Beta, hanno mostrato un’efficacia di Nuvaxovid di circa il 90%. Sono tuttavia limitati i dati disponibili sull’efficacia del nuovo vaccino proteico contro la variante Omicron.

Per quanto riguarda i possibili effetti indesiderati, quelli osservati nel corso degli studi sono stati generalmente lievi o moderati e sono stati eliminati entro un paio di giorni dopo la vaccinazione. I più comuni sono stati: dolorabilità o dolore al sito di iniezione, stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, sensazione generale di malessere, dolori articolari, nausea o vomito.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/illustrations/vaccinazione-vaccino-coronavirus-6949299/

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