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Pfizer e Moderna: studi su danni cardiaci post-vaccino

Pfizer e Moderna hanno annunciato studi sui possibili effetti collaterali a lungo termine legati alla somministrazione dei loro vaccini anti-Covid.

Pfizer e Moderna hanno annunciato studi sui possibili effetti collaterali a lungo termine legati alla somministrazione dei loro vaccini anti-Covid.

L’emittente televisiva “Nbc News” ha annunciato che Pfizer e Moderna avvieranno studi sulle possibili reazioni avverse a lungo termine legate alla somministrazione dei loro vaccini contro il Covid. In particolare i test saranno concentrati sulle miocarditi e altre tipologie di infiammazioni o danni cardiaci. I primi risultati degli studi potrebbero essere rilasciati l’anno prossimo.

Pfizer e Moderna, al via studi su possibili danni cardiaci post-vaccino

A circa due anni di distanza dalla concessione da parte della Food and Drug Administration (Fda) delle autorizzazioni per l’uso di emergenza dei loro vaccini contro il Covid negli Stati Uniti, Pfizer e Moderna porteranno avanti alcuni test per verificare la presenza di possibili danni – in particolare cardiaci – post-vaccino. Gli studi dovrebbero proseguire per un periodo di cinque anni sia negli Stati Uniti sia in Canada e coinvolgeranno sia persone che in passato sono state ricoverate in ospedale per una miocardite associata al vaccino sia individui che hanno ricevuto tale diagnosi più di recente. Il gruppo di ricerca avrebbe già identificato più di 250 pazienti con miocardite da arruolare. Verrà anche effettuato un confronto con un sottogruppo di bambini affetti da sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C), una rara complicanza associata al Covid-19.

In particolare, Pfizer ha annunciato che avvierà, assieme alla Pediatric Health Network (un consorzio di ospedali che conduce ricerche proprio sulle malattie del cuore), i preparativi preliminari per condurre test clinici volti a verificare l’incidenza dei possibili rischi legati al suo vaccino nei giovani che hanno riscontrato problemi cardiaci in seguito alla somministrazione del vaccino anti-Covid. Sembra infatti che le infiammazioni cardiache si verifichino con maggior frequenza nei soggetti più giovani.

Moderna ha invece avviato due studi, uno dei quali condotto in collaborazione con l’American College of Cardiology, un’associazione medica che sostiene la ricerca cardiovascolare. I test intrapresi dal colosso farmaceutico sono incentrati sulla miocardite ed hanno ad oggetto i dati pubblici e privati ​​di decine di milioni di persone che hanno ricevuto il vaccino dell’azienda nonché le loro condizioni.

Moderna starebbe conducendo anche altri due studi con l’Ema (Agenzia europea per i medicinali) che dovrebbero coprire cinque diversi paesi. I dati dovrebbero essere resi pubblici intorno alla prossima estate e la casa farmaceutica dovrebbe valutare i risultati per un anno o più.

Via libera al vaccino bivalente per bimbi dai 5 agli 11 anni

Nel frattempo, è arrivato il via libera del Comitato per i farmaci a uso umano (Chmp) dell’Ema al vaccino bivalente Pfizer contro il Covid aggiornato alla sotto-variante BA.4/BA.5 per i bambini dai 5 agli 11 anni.  L’approvazione finale, attesa a breve, spetta alla Commissione Europea.

Il vaccino aggiornato alla variante BA.4/BA.5 è già autorizzato per le persone con più di 12 anni e a inizio ottobre ha ricevuto l’autorizzazione in condizioni di emergenza (Emergency Use Authorization) per l’uso nei bambini dai 5 agli 11 anni da parte dell’americana Food and Drug Administration.

Nelle sperimentazioni cliniche negli adulti il nuovo vaccino “ha dimostrato una forte risposta immunitaria contro BA.4 e BA.5, misurata a 30 giorni dalla vaccinazione, con un profilo di sicurezza e tollerabilità simile a quello del vaccino originale”, fanno sapere i due colossi farmaceutici.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/vaccino-prevenzione-6557412/

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