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Record di contagi, Vincenzo De Luca annuncia il lockdown in Campania

Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca chiede al Governo un lockdown nazionale e poi annuncia: “la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo”.

Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca chiede al Governo un lockdown nazionale e poi annuncia: “la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo”.

Continua a crescere la curva dei contagi da Coronavirus in tutta Italia. Particolarmente critica è la situazione in Campania e in Lombardia, dove in sole 24 ore si è registrato il record dei contagi. In Lombardia 5mila positivi in più di ieri, mentre in Campania sono 2280 i nuovi contagi.

Alla luce di questa situazione, il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha chiesto al Governo un nuovo lockdown nazionale e ha annunciato che in ogni caso “la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo”.

Le parole di Vincenzo De Luca

Su 15800 tamponi effettuati in Campania oggi, 2280 sono risultati positivi, ragion per cui il presidente De Luca ha annunciato un nuovo lockdown in Campania, attraverso un post su Facebook.

“I dati attuali sul contagio rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale– ha scritto – È necessario chiudere tutto, fatte salve le categorie che producono e movimentano beni essenziali (industria, agricoltura, edilizia, agro-alimentare, trasporti). È indispensabile bloccare la mobilità tra regioni e intercomunale. Non si vede francamente quale efficacia possano avere in questo contesto misure limitate. In ogni caso la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo”.

Subito dopo, in diretta Facebook, De Luca ha fatto il punto sui contagi, dichiarando che la rilevazione di ieri era di 1.541 casi, mentre oggi si è raggiunto un record mai registrato prima di oltre 2mila positivi. La percentuale dei contagi sui tamponi eseguiti è salita dal 12.8 al 14.5 per cento. 

 “Procederemo nella direzione della chiusura di tutto, per i dati dei contagi che abbiamo non basta l’ordinanza che entra in vigore oggi. Dobbiamo chiudere tutto e dobbiamo decidere oggi, non domani. Siamo ad un passo dalla tragedia”, ha tuonato il presidente della Campania.

“Dobbiamo chiudere per un mese, 40 giorni e poi si vedrà, ma senza soluzioni drastiche non possiamo reggere. Non voglio vedere la fila dei camion con le bare. L’unico obiettivo deve essere salvare la vita delle famiglie, tutto il resto ora non conta nulla”, ha aggiunto.

La preoccupazione principale riguarda l’insufficienza di posti letto negli ospedali campani. “La programmazione ci consente ancora di reggere – ha detto – ma con questi numeri non c’è nessun sistema ospedaliero al mondo in grado di reggere l’onda d’urto”.  “Oggi – ha proseguito – reggiamo grazie al sacrificio di migliaia di medici e personale sanitario ma nel giro di pochi giorni rischiamo di avere le terapie intensive intasate”.

Poi, sul fronte scuola ha affermato: “E’ stupido, da irresponsabili, dire che le scuole vanno chiuse per ultime”.

“Di fronte ad un aumento di contagi come quello che abbiamo registrato tra docenti e alunni, l’unica risposta che la ragione può dare è quella di evitare che il contagio si diffonda. La priorità non sono gli ideologismi ma bloccare i contagi. Le decisioni non si prendono in astratto ma sulla base dei numeri. Con questi dati le scuole non si aprono. Domani si deciderà dopo una valutazione con l’unità di crisi”, ha aggiunto.

Secondo il presidente De Luca la riapertura delle scuole ha inciso fortemente sull’aumento dei contagi: “Nella popolazione generale – ha detto – c’è stato un aumento di 3 volte del contagio, nella fascia tra 0 e 18 anni l’aumento è stato di 9 volte”.

“Siamo passati nella fascia 0-5 anni da 88 positivi prima del 24 settembre a 402 positivi a dopo l’apertura nella fascia tra 6 ai 10 anni prima 57 contagi, dopo l’apertura 476 contagi, nella fascia 11-14 anni prima 49 contagi, dopo 479 contagi. Nella fascia 15-18, prima dell’apertura 82 contagi e dopo, 558 contagi. Quale genitore degno di questo nome manderebbe i figli a scuola con queste cifre?”, ha concluso.

Coronavirus, la situazione nelle altre Regioni

Non va meglio in Lombardia dove ci sono 5mila positivi in più rispetto a ieri e sale anche il numero dei ricoverati, come dichiarato dal presidente Attilio Fontana:

“Purtroppo la linea del contagio è in crescita e ci sono cinquemila positivi in più rispetto a ieri e 350 ricoverati in intensiva e no”, ha detto, spiegando inoltre che in totale sono 170 i pazienti ricoverati in terapia intensiva. “Il virus ha ripreso a circolare in maniera violenta, a Milano ci sono circa mille nuovi casi.”, ha proseguito il governatore Fontana.

Il presidente della Lombardia, a differenza di De Luca, vuole però evitare un nuovo lockdown nazionale: “Chiedo ai cittadini la disponibilità a rispettare certe limitazioni della libertà in una situazione drammatica. Dobbiamo fare di tutto per impedire un lockdown nazionale”, ha dichiarato.

Oltre al coprifuoco dalle 23 alle 5 sino al 13 novembre, Fontana ha firmato un’ordinanza che prevede la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana e la didattica a distanza per le scuole secondarie superiori.

Contrario ad un lockdown generalizzato anche il governatore del Veneto Luca Zaia: “Pensare di fermare i passaggi tra regioni vuol dire fare il lockdown. Meglio la mascherina per i cittadini, anzichè pensare ai confini delle regioni o ai mini-lockdown per mettersi il cuore in pace”, ha detto.

Intanto, anche Nino Spirlì – che attualmente ricopre il ruolo di presidente della Regione Calabria, a seguito della morte improvvisa della governatrice Jole Santelli – ha firmato un’ordinanza che sancisce la sospensione delle attività scolastiche per le scuole medie e superiori per 15 giorni (a partire da lunedì e fino al 13 novembre), e il coprifuoco dalla mezzanotte alle 5 in tutta la regione.

 Da stasera scatta il coprifuoco dalle 24 fino alle 5 anche nel Lazio, dove da lunedì parte anche la didattica a distanza per le scuole secondarie superiori e Università. L’ordinanza durerà 30 giorni. A Roma, da venerdì, alcune piazze della movida saranno transennate per evitare gli assembramenti dalle 21 alle 24.

In Piemonte è stata imposta la chiusura dei centri commerciali non alimentari nei fine settimana. Aperti solo alimentari e farmacie. A Torino, nei luoghi della movida, l’accesso è consentito, dalle 22.30 alle 5, solo ai residenti e a chi si reca a far loro visita o nei locali pubblici e solo per il tempo della consumazione al tavolo e a chi fa consegne a domicilio. Le attività di vendita da asporto dovranno chiudere alle 22.30.

Anche a Palermo stretta sulla movida: è scattato il divieto di stazionamento per le persone, dalle 21 e fino alle 5 del giorno successivo, solo nel fine settimana, nell’area del centro cittadino dove si concentra la movida.

In Emilia Romagna, a Rimini, è in vigore fino al 13 novembre una ordinanza che vieta la vendita di alcolici dalle 21 alle 5 da parte di minimarket e distributori automatici. A Bologna il sindaco Virginio Merola ha chiesto ai suoi concittadini di restare in casa se non è proprio necessario uscire e di evitare le feste private, e qualsiasi tipo di assembramento.

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