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Sintomi post Covid-19: ci sono davvero danni permanenti?

Gli pneumologi danno l’allarme sui danni permanenti post Covid-19, il 30% di chi lo contrae si ammalerà in modo cronico e sono a rischio anche i più giovani.

Gli pneumologi danno l’allarme sui sui sintomi post Covid-19, il 30% di chi lo contrae si ammalerà in modo cronico e sono a rischio anche i più giovani.

Post Covid-19: sintomi persistenti e cronicizzazione

I sintomi post Covid-19 sono evidenti, per almeno 6 mesi si ha il fiato corto, i problemi respiratori divengono cronici nel 30% dei pazienti che credevano di essere ormai in salvo dopo aver contratto il coronavirus. L’eredità lasciata dal Covid-19 viene svelata dalla Società Italiana di Pneumologia, che ha potuto confrontare i dati raccolti in Italia con quelli ottenuti dai medici cinesi riguardanti il coronavirus che si presentò nel 2003 con la Sars.

Da questo confronto si evince che gli adulti colpiti da polmonite dovuta al virus, servono 6/12 mesi per recuperare a pieno la funzionalità polmonare. Quasi un paziente su tre può presentare alterazioni permanenti sulle funzioni respiratorie con evidenti segni di fibrosi polmonare. Praticamente i polmoni divengono rigidi e si ha affanno, spossatezza, poca resistenza, questi sintomi tendono a cronicizzarsi. Tale situazione potrebbe essere la nuova emergenza sanitaria italiana in cui vi sono già 24 milioni di malati cronici.

I giovani sono quelli che potrebbero avere maggiori problematiche in futuro. Le difficoltà respiratorie e la fibrosi polmonare si sono verificate anche tra le persone non anziane, come conferma il Professor Angelo Corsico, direttore della pneumologia della Fondazione policlinico San Matteo, sito a Pavia.

Post-Covid: giovani a rischio

Nei sopravvissuti alla malattia, contando anche i più giovani, si è riscontrato che vi sono parti di tessuto polmonare che presentano cicatrici e che non è più funzionale, come spiega il professore che intende far capire ai ragazzi che non si tratta di un gioco. Si sono notati infatti, danni permanenti non solamente ai polmoni in quanto si verificano violente infiammazioni provocate dal virus che coinvolgono anche i reni, il cuore e il cervello oltre al sistema circolatorio.

I rischi di avere delle complicazioni successive sono molti, lo conferma Maurizio Vecca, primario cardiologo presso il Sacco di Milano, “Da noi i pazienti dimessi sono poi rientrati in ospedale presentando embolia, flebite e vasculite“. Sembra infatti che lo stress subito dal cuore provochi problemi gravi all’apparato cardiocircolatorio anche a causa dell’insufficienza di ossigeno. La stessa teoria viene ribadita da Gianpiero D’Offizi, primario infettivologo che opera allo Spallanzani di Roma.

Inoltre il Covid-19 colpisce il sistema nervoso centrale e condiziona alcuni meccanismi immunitari del paziente rendendo il virus più resistente. La conclusione è che non basta guarire dal Covid per dirsi fuori dalla malattia, ci vorrà ancora molto tempo prima di guarire veramente. Le precauzioni per evitare di contrarre la malattia, quindi, non sono mai troppe.

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