Categorie
news

Spesa alimentare: come cambieranno le abitudini dopo il Covid-19

Quando la pandemia finirà, la società sarà diversa, anche per quanto riguarda le abitudini di spesa alimentare. Ecco quali saranno i prodotti più richiesti.

Quando la pandemia sarà finita, la società sarà profondamente diversa, anche per quanto riguarda le abitudini di spesa alimentare. Ecco quali saranno i prodotti più richiesti secondo un rapporto redatto dalla Commissione Europea.

Gli effetti dell’epidemia da Covid 19 si sentiranno anche dopo che sarà terminato il contagio, specialmente per quanto riguarda la spesa alimentare degli italiani, una delle attività che non è mai stata vietata in questo periodo solo con la raccomandazione di effettuarla una volta alla settimana. Vediamo i possibili scenari futuri.

La domanda alimentare dopo il coronavirus

La spesa alimentare, dopo il termine dell’epidemia, non resterà quella del periodo precedente e gli esperti prevedono che sulle tavole degli italiani si avranno più piatti con pasta e riso, mentre si consumeranno minori quantità di vino e di formaggi di alta qualità. Uno scenario che è il risultato di quanto contenuto in un rapporto, dedicato alle “prospettive di consumo” a breve termine, che è stato redatto per conto della Commissione Europea.

In questo rapporto è stato analizzato il comportamento dei consumatori dei vari stati europei ed i cambiamenti che le misure di contenimento hanno creato per quanto riguarda l’alimentazione. Da questi dati si evince che è previsto un ritorno ad una spesa alimentare più semplice, che butta un occhio anche alla produzione locale, tornando in qualche modo alle origini, quando si consumavano soprattutto prodotti del comprensorio, quelli che fino a prima della pandemia venivano presentati nei supermercati come prodotti a km 0.

Gli acquisti saranno quindi legati soprattutto alle necessità di base. Il bisogno di fare scorta di prodotti non deperibili per una eventuale lunga quarantena, ha spinto molti consumatori, non soltanto in Italia, ad acquistare pasta, riso e altri prodotti in scatola. Insieme a questi è stato acquistato molto lievito, che in certi momenti non era disponibile sugli scaffali, e farina per fare il pane e le pizze in casa, anche per impiegare il tempo. In aumento anche gli acquisti di frutta e verdura, mentre sono diminuiti quei prodotti che si consumavano principalmente fuori casa e nei locali, come carni pregiate e formaggi DOP.

Uno sguardo al futuro

In tutto il continente europeo, quest’anno, per quanto riguarda le attività agricole, si dovrà tenere conto che i consumatori privilegiano dei prodotti di base. Per quanto riguarda il latte, i prezzi di questo prodotto sono in calo per la concomitanza del calo di esportazioni, specialmente verso la Cina.

Un possibile calo nelle vendite potrebbe avvenire anche per quanto riguarda uno dei prodotti di punta del made in Italy, l’olio d’oliva, che risentirà sicuramente del calo della domanda abituale da parte dei paesi del Nord Europa, che negli ultimi anni era stata in aumento. Per quanto riguarda il grano, la pandemia, nonostante abbia abbassato i prezzi, ha avuto nel complesso un impatto positivo, in quanto sono aumentate le quantità vendute.

Potrebbe interessarti anche: Spesa intelligente: ecco i consigli su come organizzarsi

Una risposta su “Spesa alimentare: come cambieranno le abitudini dopo il Covid-19”

Fare la spesa è un’arte che avevamo perduto. Per decenni abbiamo riempito i carrelli a dismisura; abbiamo stipato nei frigoriferi …rallentando la circolazione dell’aria … prodotti che deteriorandosi hanno accresciuto lo spreco anche economico.
Imperativo è fare la lista … e limitarsi a comprare ciò che serve veramente, risparmiando denaro e non facendoci incantare da ” offerte mirabolanti” che giovano più a chi produce e vende … anziché ai “consumatori” … Riflettiamo: consumare significa distruggere, occorre perciò scegliere con cura e privilegiare la qualità anziché la quantità, magari tornando, in parte, anche ai negozi di vicinato, che hanno subito una concorrenza spietata. Ne trarrà beneficio anche la possibilità di scambiare conoscenze e ritrovare il piacere di comunicare (altro elemento dimenticato)
Avremo un futuro migliore, nel rispetto di nostra Madre Terra, alla quale chiediamo in sette mesi di darci ciò che può darci in un anno intero. Anche riconoscere la stagionalità ha notevoli benefici: voler mangiare in inverno fragole, pomodori, melanzane, peperoni e altro non è solo assurdo poiché mancano di gusto, ma arrivano dalle serre o da lontananze spropositate … facendo aumentare la CO2

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version