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Terza dose: ecco a chi sarà somministrata e da quando

Si attende l’ok della commissione tecnico scientifica dell’Aifa sulla terza dose del vaccino anti-covid per i soggetti immunodepressi. Intanto il governo ha già pronta la bozza del piano.

Si attende l’ok della commissione tecnico scientifica dell’Aifa sulla terza dose del vaccino anti-covid per i soggetti immunodepressi. Intanto il governo ha già pronta la bozza del piano vaccinale.

La commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) avrebbe espresso parere favorevole alla terza dose di vaccino anti-Covid per i soggetti immunodepressi. Tuttavia si attende ancora l’ufficialità, che potrebbe arrivare già da oggi. Secondo quanto si apprende, infatti, è in corso la riunione del Comitato tecnico-scientifico dell’Aifa.

Nell’attesa del via libera dell’Aifa, il governo italiano ha già studiato il timing. Ecco quando e da chi si comincerà ad inoculare la terza dose.

Terza dose, il piano del governo

Manca l’ok definitivo, ma quasi certamente la terza dose si farà. Il governo avrebbe già pronta la bozza del piano vaccinale con date e categorie. Si dovrebbe partire già da fine settembre con i 500 mila pazienti immunodepressi (oncologici, trapiantati, pazienti con sclerosi multipla).

A fine anno, ossia a dicembre, dovrebbe invece essere la volta dei 4,2 milioni di over 80 e i 350 mila ospiti delle Rsa.

A gennaio e febbraio del 2022 dovrebbe toccare agli operatori sanitari più a rischio di esposizione al contagio. Si parla di una platea di circa 1,85 milioni di persone.

 L’Aifa è in attesa dell’ok dell’Agenzia europea del Farmaco (Ema) per quanto riguarda la somministrazione della terza dose al resto della popolazione. L’Ema ha iniziato le valutazioni nei giorni scorsi. Le conclusioni potrebbero arrivare tra un mese. Per prima cosa l’ente regolatorio sta valutando l’opportunità di procedere a una terza dose di richiamo del vaccino Pfizer, in base alla domanda del produttore, su tutta la popolazione over 16 anni “da somministrare 6 mesi dopo la seconda dose”.

In secondo luogo l’Agenzia sta studiando i dati della letteratura scientifica sull’uso di una terza dose aggiuntiva di un vaccino a mRNA (Moderna e/o Pfizer) in persone gravemente immunocompromesse.

Nel frattempo, l’Ema fa sapere che “gli Stati membri possono già prendere in considerazione piani preparatori per la somministrazione di dosi aggiuntive”.

La situazione negli altri Paesi

Mentre la Francia è già partita, Germania, Spagna e Portogallo hanno appena dato l’ok alla terza dose per soggetti “in situazione di grave immunosoppressione”.

Come dimostrato da diversi studi, gli immunodepressi e i pazienti oncologici  accusano una diminuzione precoce del tasso anticorpale, pertanto per loro si rende necessario un ulteriore richiamo.

“L’evidenza scientifica mostra che la terza dose di vaccino anti-Covid deve essere considerata per le persone che potrebbero avere una risposta inferiore alla vaccinazione come le persone immunodepresse che potrebbero avere bisogno di una dose addizionale”, ha detto Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell’Ema.

L’ente regolatorio sta portando avanti “un’analisi accelerata dei dati forniti dalle case farmaceutiche che include i risultati di un test clinico in corso nel quale stanno venendo somministrate le terze dosi di vaccino a 300 adulti dopo sei mesi dalla seconda dose”, ha aggiunto, annunciando che “il risultato di questa valutazione è atteso in alcune settimane”.

In Israele, soprattutto per contrastare il diffondersi della variante Delta del Covid, la somministrazione della terza dose di Pfizer è già stata avviata dal 30 luglio, partendo dagli over 60, e la curva dei contagi sta di fatto diminuendo.

Terza dose, cosa dicono gli scienziati

Sebbene riguardo alle persone fragili o immunodepresse la maggior parte degli scienziati si sia mostrata favorevole alla terza dose, sull’argomento gli esperti hanno pareri discordanti. Il dibattito è soprattutto sull’opportunità di procedere con la somministrazione della terza dose alle persone sane. I dati mostrano un indebolimento della risposta vaccinale dopo circa sei mesi dalla prima inoculazione.

Intanto, l’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto a tutti gli Stati di non procedere prima di dicembre con i richiami per la popolazione sana, in modo tale da consentire a ogni Paese di vaccinare almeno il 40% dei propri cittadini entro la fine dell’anno e il 70% della popolazione mondiale entro la metà del 2022.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/iniezione-ago-siringa-monouso-1973129/

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