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Vaiolo delle scimmie, Oms: ‘Epidemia è rischio reale’

In Europa esiste un rischio reale di epidemia di vaiolo delle scimmie. A dirlo è l’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della salute (Oms).

In Europa esiste un rischio reale di epidemia di vaiolo delle scimmie. A dirlo è l’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della salute (Oms).

Il vaiolo delle scimmie continua a diffondersi, in particolare in Europa, e l’Organizzazione mondiale della salute è preoccupata che la malattia prenda sempre più piede fino a far scoppiare un’epidemia. A riferirlo è l’ufficio europeo dell’Oms. Convocato il comitato di emergenza per il 23 giugno.

Vaiolo delle scimmie, la preoccupazione dell’Oms

Il rischio che il vaiolo delle scimmie continui a divulgarsi, soprattutto nei mesi estivi, facendo scoppiare un’epidemia in Europea, che è al centro della diffusione del virus, è reale. A dirlo è l’ufficio europeo dell’Oms.  

“L’Europa rimane l’epicentro di questa ondata in crescita, con 25 Paesi che segnalano più di 1.500 casi, ovvero l’85% del totale globale. L’entità di questo focolaio rappresenta un rischio reale: più a lungo circola il virus, più estenderà la sua portata e più forte diventerà il punto d’appoggio della malattia nei paesi non endemici”, ha detto in conferenza stampa il direttore dell’Oms Europa, Hans Kluge. “I governi, i partner sanitari e la società civile devono agire con urgenza e insieme per controllare questo focolaio”, ha aggiunto.

In particolare, Kluge si è detto preoccupato per le centinaia di eventi Pride, festival musicali e altri raduni di massa che si terranno durante i mesi estivi in Europa. Questi, secondo il direttore dell’Oms Europa, potrebbero accelerare la diffusione del vaiolo delle scimmie. Per Kluge sono tre i passaggi fondamentali da seguire per contrastare la diffusione del virus: il primo è una sorveglianza rafforzata, con la tracciabilità dei contatti e la prevenzione e il controllo delle infezioni; il secondo è il coinvolgimento intensivo della popolazione e una comunicazione più chiara; il terzo è “una collaborazione regionale genuina e disinteressata, urgente sia ora sia a lungo termine”.

Convocato il comitato d’emergenza

“L’espansione geografica senza precedenti del virus significa che potrebbe essere necessaria una risposta internazionale coordinata”, ha dichiarato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, il quale ha annunciato di aver convocato una riunione del Comitato d’emergenza per il 23 giugno al fine di valutare se l’attuale diffusione del vaiolo delle scimmie nei Paesi non endemici rappresenti un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale.

L’Oms ha ricordato che per proclamare l’emergenza sanitaria internazionale “la situazione deve essere grave, improvvisa, insolita o inaspettata, avere implicazioni per la salute pubblica oltre confine e richiedere un’azione internazionale”.

Necessaria vaccinazione di massa?

Nonostante la preoccupazione per il momento l’Oms non raccomanda la vaccinazione di massa. La vaccinazione post-esposizione (idealmente entro quattro giorni dall’esposizione) può essere presa in considerazione per le categorie più a rischio, come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici.

Gli over 50, precedentemente vaccinati contro il vaiolo dovrebbero avere una certa protezione contro il vaiolo delle scimmie (stimata all’85%). In caso di contagio, questa parte di popolazione dovrebbe contrarre eventualmente una malattia più lieve. Tuttavia, va verificata l’effettiva protezione a distanza di anni (le indagini sono in corso). In Italia la vaccinazione anti vaiolo è stata abolita nel 1981.

Intanto, le autorità sanitarie europee hanno ordinato più di 100.000 dosi del vaccino anti vaiolo, Bavarian Nordic, approvato negli Stati Uniti, che è considerato efficace anche contro quello delle scimmie. Le dosi di vaccino saranno presto a disposizione dei Paesi membri che ne hanno maggiore necessità, che in questo momento sono Spagna, Portogallo, Germania e Regno Unito (che è fuori dall’Ue), dove il virus circola di più.

Il vaiolo delle scimmie cambierà nome?

L’Oms ha fatto sapere inoltre di essere al lavoro per cambiare nome al vaiolo delle scimmie, in quanto risulta discriminatorio. L’Organizzazione mondiale della sanità è dunque alla ricerca di un nome che non crei alcuno stigma nei confronti dell’Africa, a maggior ragione essendo ignota l’origine geografica dell’epidemia.

Dove circola il virus?

Il vaiolo delle scimmie di solito circola nell’Africa centrale e occidentale, dove è endemico. Il virus si è ora diffuso in Europa, ma anche al di fuori, ovvero in Australia, Medio Oriente, Nord America e Sud America, per un totale di oltre 1.600 casi.

Il 14 giugno il Regno Unito ha confermato 524 casi. In Italia, invece, come riferisce un lavoro pubblicato il 9 giugno su Eurosurveillance dai ricercatori dello Spallanzani di Roma, i casi sono a quota 29, tra essi una sola donna. Tuttavia, i casi reali superano in realtà la trentina.

“La malattia è endemica in Africa ma ora il virus sta circolando anche in Europa, come mai era successo prima. In passato il virus si è diffuso in zone non endemiche con piccoli focolai che sono stati contenuti. Adesso si sta propagando ovunque e sembra ormai difficile da bloccare. È molto probabile che il vaiolo delle scimmie sarà una nuova malattia che si aggiunge a quelle con cui dobbiamo convivere. In un mondo globalizzato non è sorprendente”, ha spiegato l’immunologa Antonella Viola al Corriere della Sera.

La dottoressa Viola ha poi sottolineato che il vaiolo delle scimmie “non è una malattia dei gay perché tutti possono ammalarsi”. Tuttavia, “in questo momento il virus sta circolando maggiormente nella comunità omosessuale ed è per questo che è richiesta attenzione. Il virus è entrato casualmente in questo gruppo attraverso due eventi (il Gay Pride alle Canarie e la sauna a Madrid, ndr) ma avrebbe potuto succedere anche in un’altra comunità, con uno stile di vita simile, come ad esempio un rave, dove la vicinanza fisica e la promiscuità sono prolungati”, ha ricordato l’immunologa.

“Al momento i casi sono ancora contenuti con sintomi non gravi ma se dovessimo trovarci di fronte a una vera e propria epidemia con contagi in crescita potrà essere ripensata una strategia vaccinale per proteggere anche chi non è stato vaccinato contro il vaiolo”, ha concluso Antonella Viola.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/vaiolo-delle-scimmie-7229302/

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