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Viaggi all’estero, obbligo di quarantena e tampone

Una nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza dispone una nuova stretta sui viaggi all’estero. Prevista quarantena anche per chi rientra da Paesi dell’Unione Europea.

Una nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza dispone una nuova stretta sui viaggi all’estero. Prevista quarantena anche per chi rientra da Paesi dell’Unione Europea.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, in mattinata ha firmato un’ordinanza che stabilisce una stretta anche sui viaggi in Europa, per evitare la fuga durante le vacanze di Pasqua e dunque contenere i contagi da Covid.

Viaggi all’estero: cosa fare al rientro

Il nuovo provvedimento deliberato dal ministero della Salute estende all’Unione Europea le regole già in vigore per i Paesi extra-Ue. L’ordinanza, che scade il 6 aprile, dispone infatti che i viaggiatori che arrivano o rientrano da Paesi dell’Unione Europea dovranno fare un tampone in partenza, rispettare una quarantena di 5 giorni e sottoporsi ad un ulteriore tampone alla fine del periodo di quarantena. “Per arrivi e rientri da Paesi dell’Unione Europea, tampone in partenza, quarantena di 5 giorni e ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni”, si legge nel testo.

La regola vale per chiunque entri in Italia da un Paese straniero e chiunque rientri in Italia dall’estero.

Le polemiche dei giorni scorsi

La nuova ordinanza si è resa necessaria in quanto negli ultimi giorni si è registrata un’impennata di prenotazioni di voli per l’estero. Nonostante la zona rossa e le conseguenti restrizioni che ci impediscono di spostarci da una Regione all’altra e anche all’interno del proprio comune, è infatti prevista la possibilità per i cittadini italiani di viaggiare all’estero per turismo.

E’ lunga la lista di Paesi verso i quali è possibile muoversi. Si va dal Belgio alla Danimarca, dalla Grecia ai Paesi Bassi, passando per il Portogallo, la Spagna, la Svezia e altre mete.

Tale disposizione nei giorni scorsi ha scatenato un mare di polemiche soprattutto tra le associazioni di categoria degli albergatori che hanno protestato.

“Non mi posso muovere dal mio Comune, ma posso volare alle Canarie: è assurdo, mentre l’85% degli alberghi italiani è costretto a restare chiuso”, aveva tuonato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, nei giorni scorsi parlando al Corriere. “Per andare all’estero basta un tampone alla partenza e al rientro. Quando abbiamo visto la zona rossa per Pasqua, pensavamo che almeno per l’estero ci fosse la quarantena, invece basta un tampone. E gli altri Paesi ne approfittano”, aveva aggiunto.

Anche in Germania e in Spagna disposizioni simili a quelle del nostro Paese hanno scatenato polemiche. Gli albergatori tedeschi hanno definito assurda la situazione per cui migliaia di connazionali sono volati alle Baleari per le vacanze di Pasqua, mentre in patria gli alberghi sono chiusi.

Viaggi all’estero: la nota del Viminale

Al fine di scongiurare un nuovo aumento dei contagi al rientro si è dunque deciso di introdurre misure più restrittive per scoraggiare i viaggi all’estero.

Pertanto, le regole già stabilite, dettate da una nota del ministero dell’Interno, ora vengono integrate dall’obbligo di quarantena di 5 giorni, estesa anche a chiunque si muova verso e torni da un Paese dell’Ue, fatti salvi i soliti motivi di comprovata necessità e urgenza.

Fino ad oggi era previsto solo l’obbligo di avere un tampone negativo eseguito massimo 72 ore prima del rientro. Per il ritorno da mete quali Austria, Regno Unito e Stati Uniti, era tuttavia già previsto l’obbligo della quarantena fiduciaria per 14 giorni.

“Abbiamo chiesto di restare a casa e di non spostarsi”, ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Sconsigliamo ai cittadini di andare all’estero perché siamo in una fase particolarmente complicata della pandemia, all’insegna di varianti molto aggressive che hanno colpito tutta Europa”, ha aggiunto Di Maio.

La protesta di Federalberghi e dei tour operator

Nemmeno la nuova ordinanza firmata dal ministro Speranza tuttavia convince Federalberghi che all’Ansa, attraverso il suo presidente Bernabò Bocca, ha dichiarato: “la toppa è peggio del buco. Noi non volevamo fare assolutamente la guerra agli italiani che andavano all’estero né tantomeno a tour operator e agenzie di viaggi italiani di cui abbiamo la massima considerazione. Il nostro discorso è solo questo: se il tampone vale per andare all’estero deve valere anche in Italia”. “Federalberghi è convenzionata con più di duemila centri diagnostici per i tamponi in hotel. Se è permesso salire su un aereo col tampone, sia permesso anche in hotel”, ha concluso.

La nuova misura annunciata dal ministro Speranza fa storcere il naso anche agli stessi tour operator. “Così abbiamo perso tutti”, ha commentato il presidente di Astoi Confindustria Viaggi Pier Ezhaya. “Francamente non vediamo il nesso di questa misura “sanitaria” e non riusciamo a scollegarla dalle polemiche di questi ultimi giorni sul fatto che si possa viaggiare in alcuni paesi esteri per Pasqua. Perché quest’ordinanza non è stata fatta prima? Sembra voler dire: rendiamo più difficile andare all’estero… Anche noi tour operator siamo aziende italiane! E stiamo parlando di due soli charter (da 180 passeggeri), un numero minuscolo rispetto alle gravissime perdite dell’ultimo anno”, ha aggiunto.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/aeroporto-viaggiatori-persone-731196/

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