Qual è il segreto per una lunga vita? Secondo un nuovo studio pubblicato su PLOS Biology respirare meno ossigeno aiuta a vivere più a lungo.
Respirare aria con basse concentrazioni di ossigeno fa vivere fino al 50 per cento in più. A dirlo è uno studio, pubblicato su PLOS Biology, condotto su topi che invecchiano precocemente.
Come vivere più a lungo?
Qual è l’elisir di lunga vita? Da tempo gli uomini si interrogano in merito e diversi studi sono stati condotti sull’argomento. In passato alcune ricerche hanno dimostrato che per allungare la vita delle cellule del nostro organismo può servire assumere la metfmorfina, un farmaco usato da chi soffre di diabete, o mischiare tre farmaci diversi come la rifampicina, la rapamicina e l’allantoina.
Altri studi, invece, avevano suggerito che respirare meno ossigeno, mantenendone la concentrazione ben al di sotto del 21% tipico dell’aria che si respira a livello del mare, potesse allungare la vita in alcuni animali come moscerini della frutta o vermi.
Ora, un nuovo studio, pubblicato su PLOS Biology, ad opera degli esperti del Massachussetts General Hospital, approfondisce la relazione tra ossigeno e longevità nei mammiferi. I ricercatori hanno effettuato degli esperimenti su topi da laboratorio e hanno scoperto che, effettivamente, quelli meno ossigenati vivono più a lungo.
Si tratta del primo studio che dimostra che una minore quantità di ossigeno permetta di vivere più a lungo.
Lo studio
Gli studiosi sono partiti da alcune osservazioni epidemiologiche precedenti che avevano già evidenziato che le persone che abitano ad alta quota, dove l’aria è più rarefatta e dunque si respira meno ossigeno, tendono a vivere di più e ammalarsi di meno. “Volevamo testare se, in un ambiente controllato, la riduzione dell’ossigeno avesse gli stessi effetti sui topi”, ha spiegato Vamsi Mootha, uno degli autori della ricerca.
Gli studiosi hanno quindi esaminato un ceppo di topi che invecchia precocemente, morendo a 3-4 mesi di età contro i circa due anni dei topi normali. I ricercatori hanno diviso i roditori in gruppi. Alcuni topi – a quattro settimane dalla nascita – sono stati chiusi in una camera ipossica con una concentrazione di ossigeno di appena l’11% (la stessa che si trova a circa 5.000 metri).
I roditori che hanno vissuto nella camera ipossica sono risultati più longevi rispetto a coloro che invece vivevano a regimi ordinari di ossigeno (21%). Infatti, sono morti in media a 24 settimane. La loro aspettativa di vita è aumentata del 50%, considerato che generalmente vivono in media 16 settimane. Inoltre, come hanno dimostrato i test di coordinazione e forza, i topi hanno migliorato anche le proprie funzioni neurologiche.
Per comprendere se alla diminuzione dell’ossigeno contribuissero anche altri fattori, i ricercatori hanno controllato se i topi avessero assunto meno cibo del normale; è infatti noto che le diete ipocaloriche allungano la vita in molti animali. I risultati hanno però provato il contrario.
“Sebbene la restrizione calorica sia l’intervento più ampiamente efficace e ben studiato per aumentare la durata della vita e la durata della salute, questa è la prima volta che la restrizione dell’ossigeno si è dimostrata benefica in un modello di invecchiamento dei mammiferi”, ha spiegato Robert Rogers, uno degli autori dello studio.
Nonostante la sorprendente scoperta, gli scienziati hanno dichiarato che questa condizione può essere messa in pratica sui roditori, ma non è detto che valga lo stesso per gli esseri umani. Secondo loro, il processo di ipossia negli umani, se ben condotto, potrebbe rallentare l’invecchiamento.
Il team di ricerca ha ora intenzione di indagare se respirare meno ossigeno allunghi la vita anche ai topi selvatici, oltre a definire meglio quali meccanismi siano responsabili di questo effetto-longevità e stabilire se influiscono su tutti gli organi.
fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/donna-campo-felicit%C3%A0-la-gioia-1866081/
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