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Sindrome del tramonto: che cos’è e come affrontarla?

Le persone malate di Alzheimer o affette da altri tipi di demenza senile possono soffrire della sindrome del tramonto. Vediamo insieme cos’è e come affrontarla.

Molte persone affette da demenza, in particolare dalla malattia di Alzheimer, avvertono un peggioramento dei sintomi quando cala il sole. Questo fenomeno è noto come la sindrome del tramonto. Di cosa si tratta e perché accade?

Che cos’è la sindrome del tramonto?

L’ espressione sindrome del tramonto (sundowning syndrome, in inglese) viene utilizzata per indicare la tendenza diffusa tra le persone con malattia di Alzheimer o altri tipi di demenze ad avvertire un peggioramento dei sintomi nelle ore tardo-pomeridiane e serali, ovvero al calare del sole. Questa sindrome è stata descritta per la prima volta nel 1941 dal medico inglese Ewen Cameron, il quale l’aveva definita “delirio notturno” in quanto le conseguenze di tale disturbo si protraggono fino alla notte, causando agitazione e confusione nei malati.

Questo stato di agitazione, confusione e ansia più forti del normale colpisce fino al 66% delle persone malate di Alzheimer o affette da altre forme di demenza.

I sintomi

Quando la luce naturale si abbassa, chi soffre di Alzheimer o altri tipi di demenza sperimenta la comparsa o il peggioramento di alcuni sintomi che durante il giorno non sono presenti o sono meno marcati. Questi sintomi includono un aumento dell’ansia e dell’aggressività, nonché una maggiore confusione. Inoltre, quando tramonta il sole, le persone affette da demenza tendono a seguire il caregiver in ogni suo spostamento, e manifestano il desiderio di “tornare a casa” o “vedere la mamma”, oltre che una propensione a vagare o a confondere il giorno e la notte. I sintomi della sindrome del tramonto possono cambiare in base allo stadio della malattia e alla personalità del paziente, ma in generale sono i seguenti:

  • confusione mentale
  • agitazione e irrequietezza
  • peggioramento della memoria
  • episodi di delirio notturno (nei pazienti più gravi)
  • soglia dell’attenzione più bassa
  • disturbi a livello motorio.
  • rabbia, aggressività e violenza
  • crisi di urla e pianto
  • difficoltà a prendere sonno
  • difficoltà a riconoscere i luoghi familiari
  • vagabondaggio

Sindrome del tramonto: perché accade?

All’origine della sindrome del tramonto ci sono sostanzialmente due fattori, uno esterno e uno interno. Il primo è il calar della luce che rende i contorni degli oggetti più indefiniti, i colori più confusi, gli oggetti di arredo più nascosti e difficili da distinguere. Di conseguenza diminuiscono i segnali sensoriali a cui le persone con demenza possono affidarsi per interpretare l’ambiente che li circonda e aumenta il senso di confusione.

Il secondo fattore è la stanchezza dovuta alla scarsa riserva cognitiva su cui può contare chi soffre di Alzheimer, o di altre demenze, nei momenti di difficoltà. La riserva cognitiva è quella che ci consente di fronteggiare l’invecchiamento e i cambiamenti inaspettati che richiedono al cervello capacità di adattamento. La malattia di Alzheimer comincia a danneggiare la riserva cognitiva già alcuni decenni prima della manifestazione dei sintomi. Pertanto quando si giunge alla diagnosi, quella riserva si è quasi del tutto azzerata e compaiono sintomi come la perdita di memoria.

Le persone affette da demenza hanno una scarsa riserva cognitiva e dunque devono mettere in campo un grande sforzo mentale e di concentrazione anche solo per far fronte alle semplici azioni quotidiane.

Nelle ore del pomeriggio e della sera, dunque, potrebbero essere sopraffatti dalla stanchezza accumulata.

Cosa fare?

Cosa si può fare dunque per aiutare le persone con demenza a non soffrire della sindrome del tramonto? Come spiegato su The Conversation, è importante che le case delle persone con Alzheimer e delle loro famiglie siano sempre ben illuminate, per aiutare a integrare al meglio le informazioni visive anche quando è sera. Può essere di aiuto anche un riposino dopo pranzo – purchè sia breve (per facilitare il sonno notturno) – per aiutare a scaricare la stanchezza e affrontare meglio le ore successive. Inoltre, è importante ridurre l’apporto di sostanze stimolanti come caffeina e zucchero nelle ore serali, che possono contribuire a dare agitazione, così come ridurre i rumori e le attività stimolanti (meglio spegnere anche la televisione). Mantenere una routine quotidiana, specialmente seguendo orari precisi per i pasti e l’ora del coricamento, e organizzare attività gradite durante il giorno, aiuta ad arrivare alla sera con la giusta dose di stanchezza, pronti per il riposo serale.

Può essere d’aiuto anche accendere musica familiare o rilassante (chiedendo il parere di un esperto in musicoterapia) o dedicarsi ad altre attività che hanno un effetto rilassante.

Infine, si ricorda che è sempre utile chiedere il parere del medico che, conoscendo il malato e le sue abitudini, può aiutare a individuare la terapia non farmacologica o il rimedio migliore per curare gli effetti della sindrome del tramonto. Ogni paziente è infatti diverso dall’altro e perciò richiede una cura personalizzata.

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/illustrations/uomo-vecchio-senior-delusione-4483768/]

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