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Ecologia: l’importanza della cacca di pinguino

La cacca di pinguino è fondamentale per l’equilibrio ecologico dell’ambiente. Il fatto che ce ne sia sempre di meno è un problema. Lo studio.

La cacca di pinguino è fondamentale per l’equilibrio ecologico dell’ambiente. Il fatto che ce ne sia sempre di meno è un problema. Lo studio.

La cacca di pinguino ha un impatto significativo sulla sopravvivenza del nostro pianeta. Il fatto che ce ne sia sempre di meno è un problema ecologico. A dirlo è uno studio pubblicato su Nature Communications.

Ecologia, l’impatto della cacca di pinguino

La cacca, o meglio il guano (questo il termine corretto), dei pinguini è fondamentale per regolare la concentrazione di ferro presente nell’Oceano Antartico e dunque per salvaguardare l’equilibrio ecologico dell’ambiente in cui vivono questi uccelli. Il guano di questo animale, infatti, tra le tante componenti, contiene una buona percentuale di ferro (ogni grammo di cacca contiene 3 milligrammi di questo metallo), che è appunto un nutriente fondamentale in certe zone dell’Oceano Antartico che sono ricche di nutrienti ma povere in clorofilla, e dove la crescita del fitoplancton, cioè quella parte del plancton di natura vegetale, è regolata dalla quantità di ferro presente nell’acqua.

Purtroppo questo nutriente sta venendo a mancare in quanto, a causa dai cambiamenti climatici, questi uccelli sono a rischio di estinzione. A dare “l’allarme” è uno studio condotto da un team di ricercatori, guidato dallo spagnolo Oleg Belyaev, dell’Institute of Marine Sciences of Andalusia (ICMAN), pubblicato su Nature Communications, il quale sottolinea che il fatto che ci sia sempre meno cacca di pinguino costituisce un problema ecologico.

Meno guano, infatti, equivale a dire meno ferro, e meno ferro significa meno cibo, per i pinguini e non solo. Dall’abbondanza di guano dipende la crescita del fitoplancton, nutriente essenziale per il krill, minuscolo crostaceo che si nutre di plancton, che a sua volta è indispensabile per la vita di predatori più grossi, come le balene.

Cosa è cambiato?

I pinguini dell’Antartico, ovvero i pigoscelidi antartici, riciclano ogni anno nell’oceano circa 520 tonnellate di ferro, ossia circa la metà di quanto producono tutti i misticeti, cioè balene e megattere. La dieta di questi uccelli è composta al 90% da krill, che contribuiscono al ciclo del ferro nell’oceano. Per questo il pinguino attraverso il suo guano “regala” ogni anno centinaia di tonnellate di ferro, assimilato mangiando, all’oceano.

Questa specie animale, però, è in declino e, come detto, è a rischio estinzione. Dagli anni Ottanta a oggi, infatti, il numero dei pigoscelidi antartici è crollato del 50%. Quarant’anni fa i pinguini fornivano annualmente, via guano, più di 1000 tonnellate di ferro.

Oggi non è più così ed è un problema, anche perché la presenza di ferro nelle acque dell’oceano aiuta a catturare la CO2. Se c’è meno guano le acque dell’Oceano Antartico saranno meno efficaci nell’intrappolare questo gas serra, con conseguenze a livello globale.

fonte immagine:https://pixabay.com/it/photos/pinguini-pinguino-animale-uccelli-352080/

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