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Dieta flexitariana: cos’è e come funziona?

Scopriamo cos’è e in cosa consiste la dieta flexitariana, un regime alimentare ideato negli Usa molto gettonato tra le celebrità e seguito anche dal principe Harry e consorte.

Scopriamo cos’è e in cosa consiste la dieta flexitariana, un regime alimentare ideato negli Usa molto gettonato tra le celebrità e seguito anche dal principe Harry e consorte.

In questi giorni si sta parlando molto di dieta flexitariana, il regime alimentare che arriva dagli Usa scelto dalla principessa Meghan Markle per tenersi in forma. La duchessa di Sussex, moglie del principe Harry, incinta del secondo figlio, ha deciso infatti di adottare questa dieta simile al vegetarianesimo, in quanto aiuterebbe a tenere il peso sotto controllo anche in gravidanza.

Già due anni fa, quando era in attesa del suo primogenito Archie, Meghan Markle aveva seguito questo particolare tipo di alimentazione che costituisce un mix tra la dieta vegana e quella vegetariana. Pare che anche il principe Harry abbia deciso di adottarla.

Oltre a loro sono tante le celebrità che ormai da qualche anno seguono la dieta flexitariana e l’hanno resa popolare, tra queste Paul Mc Cartney, Gwyneth Paltrow, Cameron Diaz e Emma Thompson.

Ma di cosa si tratta? Scopriamolo insieme!

Dieta flexitariana: cos’è?

Come si può intuire dal nome, si tratta di una dieta vegetariana flessibile. Il termine “flexitariano” o “flexitarian” deriva infatti dall’unione delle parole flexibile (flessibile) e vegetarian (vegetariano). Parliamo dunque di un regime alimentare che riprende i principi delle diete vegetariane, privilegiando verdure di stagione e frutta secca, ma non bandisce del tutto il consumo di carne. Si possono infatti consumare proteine animali, ma senza abusarne. E’ ammesso il consumo di carne purchè in quantità moderate e con un accurato controllo sulla sua qualità.

Secondo la dottoressa che ha ideato questa dieta, la dietista statunitense Dawn Jackson Blatner – che nel 2008 pubblicò il suo metodo in un libro, “The Flexitarian Diet” -, infatti, per approfittare dei benefici dell’alimentazione vegetariana non è necessario rinunciare completamente alle proteine animali, ma è sufficiente ridurne i quantitativi, oltre a stare attenti alla qualità di quello che si mangia, preferendo i prodotti bio e a chilometro zero, per non perdere di vista il principio della sostenibilità per l’organismo e per il pianeta. Consumare meno carne ha infatti un impatto positivo sulla salute del nostro pianeta oltre che su quella dell’organismo.

Come funziona?

La dieta flexitariana è vegetariana soltanto all’80%, ossia permette di assumere proteine animali due volte a settimana attraverso il consumo occasionale di uova, pesce, formaggi e carne, sempre però in quantità molto limitata.

Questa dieta promette di far perdere dai 3 ai 4 chili di peso corporeo in due settimane. Inoltre, pare aiuti a tenere sotto controllo il peso in gravidanza in modo da recuperare più in fretta la linea dopo il parto.

Per dimagrire con questo regime alimentare, bisogna calcolare un apporto calorico di 1500 kcal al giorno, suddivise nei cinque pasti raccomandati dai nutrizionisti: 300 a colazione, 400 a pranzo, 150 per ogni spuntino e 500 a cena. E’ possibile aumentare l’apporto calorico a 1800 kcal raddoppiando la colazione oppure, scendere a 1200 calorie rinunciando agli spuntini.

Gli alimenti centrali di ogni pasto quotidiano previsto da questa dieta sono: la verdura fresca e la frutta. Da ridurre sono invece il pane, i prodotti da forno e i carboidrati in generale (come pasta e riso), ma anche gli zuccheri industriali e i cibi contenenti conservanti e sale. Gli snack salati e i dolci vanno sostituiti con alimenti naturali e sani, come frutta secca e yogurt. Sono ammessi nella dieta flexitariana anche cereali integrali, semi oleosi e i legumi.

Questo regime alimentare prevede una diminuzione progressiva del consumo di carne. Inizialmente è consigliato rinunciare al consumo di carne solo due giorni a settimana e non superare il limite massimo settimanale di 700 g di carne. Nella fase più avanzata della dieta i giorni di astensione dal consumo di carne salgono a tre/quattro a settimana e non bisogna superare il limite settimanale di 500 grammi di carne. Pian piano si arriva poi a cinque giorni a settimana senza carne, con limite settimanale di 250 g. Il limite imposto dalla dieta flexitariana riguarda però solo la carne, infatti il pesce può essere consumato in misura maggiore.

Dopo due settimane di dieta per perdere peso, essa può trasformarsi in uno stile alimentare da seguire sempre, mantenendo le seguenti proporzioni: 40% di vegetali; 40% tra cereali integrali, legumi e semi; 20% dagli alimenti di origine animale.

I vantaggi della dieta flexitariana

Rispetto alla classica dieta vegetariana, quella flexitariana è meno restrittiva, impone meno rinunce e offre un’alimentazione più completa dal momento che le proteine animali non sono escluse del tutto. In questo modo non vi è il rischio di carenza di vitamine (in particolare la D e la B12) e di altri nutrienti preziosi per l’organismo.

Inoltre, il moderato consumo di carne apporta benefici al sistema cardio-circolatorio, aiutando a tenere a bada colesterolo, trigliceridi e pressione sanguigna. Mangiare frutta, fresca e secca, e verdura in quantità, a discapito della carne, favorisce inoltre la bellezza e l’elasticità della pelle, nonché la salute di capelli e unghie.

Infine, come anticipato prima, il ridotto consumo di carne ha un impatto positivo non solo sulla salute dell’organismo ma anche su quella della Terra. Consumare meno carne permette di inquinare meno, riducendo i gas responsabili dell’effetto serra, oltre che di risparmiare in termini di spesa.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/insalata-frutta-frutti-di-bosco-2756467/

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