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Dipendenza affettiva: che cos’è e come uscirne?

La dipendenza affettiva è un disturbo psicologico da cui è possibile uscire. Vediamo insieme di cosa si tratta e come fare per ‘liberarsene’.

La dipendenza affettiva è un disturbo psicologico da cui è possibile uscire. Vediamo insieme di cosa si tratta e come fare per ‘liberarsene’.

Si sente spesso parlare di dipendenza affettiva o love addiction, per indicare una forma patologica dell’amore caratterizzata da una ricerca ossessiva d’amore e una totale dedizione all’altro che porta a disinteressarsi di tutto il resto, a scapito anche della propria indipendenza. Vediamo insieme di cosa si tratta e come uscirne.

Che cos’è la dipendenza affettiva?

Il concetto di dipendenza affettiva è apparso per la prima volta nel libro “Donne che amano troppo”, scritto dalla psicoterapeuta R. Norwood nel 1985, che indaga i meccanismi psicologici delle dipendenze affettive e relazionali di quelle donne che non riescono a porre fine alle cosiddette “relazioni tossiche”.

Il termine è entrato a far parte solo di recente del lessico della psicopatologia italiana. Nel Dizionario di psicologia, Galimberti definisce la dipendenza affettiva come “una modalità relazionale in cui il soggetto si rivolge continuamente agli altri per essere aiutato, guidato e sostenuto. L’individuo dipendente, avendo una scarsa fiducia in se stesso, fonda la propria autostima sulla rassicurazione, sull’approvazione altrui, ed è incapace di prendere decisioni senza un incoraggiamento esterno”.

Nel 2019, L’European Journal of Psychiatry ha pubblicato un articolo in cui dei ricercatori, discutendo di tale argomento, definiscono la dipendenza affettiva un “modello di comportamento caratterizzato da un interesse disadattato, pervasivo ed eccessivo verso uno o più partner di riferimento, con conseguente mancanza di controllo, rinuncia ad altri interessi e comportamenti e altre conseguenze negative”.

Possiamo considerare la love addiction una condizione psicologica caratterizzata dalla ricerca ossessiva d’amore e da una eccessiva dipendenza al partner.

Sebbene, per insufficienza di dati sperimentali, non rientri tra i disturbi mentali diagnosticati nel DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (American Psychiatric Association, 2013), la dipendenza affettiva viene classificata tra le “New Addiction”, nuove dipendenze di tipo comportamentale, tra cui si ritrovano la dipendenza da Internet, il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da sesso, la dipendenza da sport, lo shopping compulsivo, la dipendenza da lavoro. La love addiction ha infatti caratteristiche simili alle dipendenze in generale, con la differenza che tale forma di dipendenza si sviluppa nei confronti di una persona.

Nelle relazioni in cui è presente una dipendenza affettiva, c’è un partner che esercita un forte controllo sull’altra persona, la quale si sottomette ad una relazione ossessiva ed entra in un circolo vizioso in cui il sentimento dell’amore è sostituito dall’ossessione e dalla dipendenza. La persona sottomessa tende ad annientarsi per l’altro.

Nella maggior parte dei casi sono le donne ad incorrere nella love addiction illudendosi di poter colmare dei profondi vuoti affettivi, probabilmente originati dall’infanzia, motivo per cui ricercano continuamente un rapporto di amore che possa essere gratificante.

I “sintomi” della love addiction

La dipendenza affettiva si evince da alcuni comportamenti come: astinenza nello stare lontano dal proprio partner e bisogno compulsivo dell’altro; desiderio, da parte del partner dominante, di esercitare un controllo ossessivo sulla relazione sentimentale; inibizione nel coltivare i propri interessi e le attività sociali in generale per dedicare più tempo al partner; immagine negativa di sé e sopravvalutazione delle qualità del partner “dominatore”, che viene idolatrato.

Il partner sottomesso, oltre a essere ossessionato dall’altro, tende a provare un senso di colpa e un senso di inadeguatezza; è insicuro e ha poca fiducia in sè. Rinuncia al proprio spazio vitale per asservirsi totalmente all’altro e nega i propri bisogni. Il dipendente affettivo rischia continuamente di perdere il proprio equilibrio emotivo ed il proprio benessere per timore di essere abbandonato dalla persona dalla quale dipende. La paura di essere abbandonato porta il dipendente ad accettare anche situazioni spiacevoli ed umilianti pur di ricevere attenzioni dal partner, e a risultare compiacente e disponibile oltre misura. Il partner viene percepito come un “salvatore” in grado di colmare i propri vuoti emotivi e affettivi.

Il partner dominante, invece, tende ad assumere comportamenti aggressivi e possessivi ed esercitare violenza fisica, psicologica e verbale, manipolazione affettiva. È egoista, ossessivo e anaffettivo.

La dipendenza affettiva provoca: ansia, insonnia, depressione, vergogna, gelosia e idee ossessive, senso di colpa, rancore, paura della solitudine e dell’abbandono.

Da cosa dipende?

Le cause della dipendenza affettiva sono complesse e spesso legate alle prime esperienze di vita nel contesto familiare, a traumi infantili. L’incuria durante l’infanzia, l’abbandono, l’essere vissuti in una famiglia che trascurava i bisogni emotivi ed affettivi oppure con genitori violenti, abusanti o dipendenti da sostanze, sono tutti fattori che contribuiscono a formare questo modello insano di relazione.

Dipendenza affettiva: come uscirne?

“Guarire” dalla dipendenza affettiva richiede tempo. La psicoterapeuta americana Robin Norwood, che ha coniato il termine, nel suo libro “Donne che amano troppo”, offre una serie di consigli per uscire da questa condizione psicologica.

Innanzitutto bisogna cercare aiuto e abbandonare l’idea di potercela fare da soli. Si può partire anche da una semplice consultazione di un libro sull’argomento e poi contattare, se necessario, uno psicologo. In secondo luogo, è necessario considerare la propria guarigione come una priorità, impegnandosi per raggiungere un cambiamento. Infine, fissare un appuntamento con un terapeuta o con un gruppo di sostegno. Quest’ultimo veicola cambiamenti più veloci, aiuta ad elaborare e promuovere il processo di guarigione, in quanto comprende alcuni membri che sono arrivati già a buon punto in questo processo e possono rendere partecipi i nuovi accolti di ciò che li ha aiutati a fare progressi nel loro percorso.

Si consiglia anche di parlare della propria situazione a parenti e amici, senza vergognarsi, per ricevere il migliore supporto possibile e riuscire a ritrovare la propria armonia e un equilibrio sentimentale.

fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/ritratto-le-persone-buio-arte-3113651/

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