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Covid, Gimbe: ‘Sospeso il monitoraggio settimanale’

Data la progressiva diminuzione della circolazione del Covid e del suo impatto su ospedalizzazioni e decessi, la fondazione Gimbe ha deciso di sospendere il monitoraggio settimanale.

Data la progressiva diminuzione della circolazione del Covid e del suo impatto su ospedalizzazioni e decessi, la fondazione Gimbe ha deciso di sospendere il monitoraggio settimanale.

Dopo tre anni di monitoraggi settimanali sulla situazione epidemiologica, il report sul Covid realizzato dalla Fondazione Gimbe verrà sospeso. I dati saranno visibili sul sito.

Covid, il monitoraggio Gimbe sarà sospeso

Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha annunciato che dopo tre anni di monitoraggio verrà sospeso il report settimanale sul Covid. I motivi che hanno spinto a prendere questa decisione sono “la progressiva riduzione della circolazione virale da dicembre 2022, l’impatto sempre minore su ospedalizzazioni e decessi, il sostanziale immobilismo della campagna vaccinale sui richiami e l’assenza di nuove varianti di preoccupazione”.

“Confidando di avere reso un servizio utile al Paese, continueremo ad aggiornare i dati della pandemia e della campagna vaccinale sul nostro sito web”, ha detto Cartabellotta.

Covid, i dati dell’ultimo monitoraggio Gimbe

Nel presentare i risultati del monitoraggio indipendente nella settimana 10-16 marzo, Nino Cartabellotta ha mostrato come i casi siano passati dai 23.900 della settimana precedente a quota 23.700.

Dai dati emerge che nell’ultima settimana i contagi Covid, così come i decessi e le presenze in terapia intensiva sono stabili, mentre i ricoveri scendono del 7,9%. “Dopo la discesa delle ultime due settimane sono sostanzialmente stabili (-1%) i nuovi casi settimanali, che rimangono comunque ampiamente sottostimati. Dai 23,9mila nella settimana precedente si attestano a quota 23,7mila, con una media mobile a 7 giorni di 3.387 casi al giorno”, ha spiegato il presidente della Fondazione Gimbe.

“Sul fonte degli ospedali prosegue il calo dei ricoveri in area medica (-7,9%) mentre sono stabili quelli in terapia intensiva (0%)”, ha affermato Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe.

In termini assoluti, i posti letto Covid occupati in area critica, raggiunto il massimo di 148 il 28 febbraio, restano fermi a quota 104 il 16 marzo; in area medica, raggiunto il massimo di 3.331 il 23 febbraio, sono scesi a 2.727 il 16 marzo. Il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid al 16 marzo è del 4,3% in area medica (dall’1,8% della Basilicata al 10,1% dell’Umbria) e dell’1% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta al 2,8% dell’Emilia Romagna). “Stabili gli ingressi giornalieri in terapia intensiva con una media mobile a 7 giorni di 11 ingressi al giorno rispetto ai 12 della settimana precedente”, ha specificato Marco Mosti. Per i decessi si è registrata una media di 30 al giorno rispetto ai 31 della settimana precedente.

Il punto sui richiami del vaccino

Per quanto riguarda la campagna vaccinale sui richiami, il report della Fondazione Gimbe relativo alla settimana tra il 10 e il 16 marzo indica che due persone su tre non hanno la copertura vaccinale della quarta dose contro il Covid. La platea per il secondo richiamo, aggiornata al 17 settembre 2022, è di 19,1 milioni di persone: di queste, 12,2 milioni possono riceverlo subito, un milione non possono riceverlo nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 6 milioni l’hanno già ricevuto. Le quarte dosi somministrate al 17 marzo sono state 5.984.294, con una media mobile di 876 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 961 della scorsa settimana (-8,8%). Il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi, in base alla platea ufficiale (n. 19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), è del 31,3%. Questo vuol dire che più di due persone su tre sono scoperte, con nette differenze regionali: dal 14% della Calabria al 45,3% del Piemonte.

Sono meno di 500mila, invece, le quinte dosi di vaccino somministrate in 5 mesi. La copertura per il terzo richiamo è ferma al 15,7%. Nello specifico, per la quinta dose, la platea aggiornata al 20 gennaio 2023 è di 3,1 milioni di persone: di queste, 2,4 milioni possono riceverlo subito, 0,2 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 0,5 milioni l’hanno già ricevuto. Al 17 marzo, dopo cinque mesi dall’avvio della campagna, risultano somministrate 495.567 quinte dosi, con una media mobile di 746 somministrazioni al giorno, in aumento rispetto alle 735 della scorsa settimana (+1,5%). Il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi, in base alla platea ufficiale (3.146.516 di cui 2.298.047 over 60, 731.224 fragili e immunocompromessi, 117.245 ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), è del 15,7%, con nette differenze regionali: dal 6% della Campania al 29,9% del Piemonte.

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