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Tassa Covid da parrucchieri ed estetisti: è legale?

Parrucchieri ed estetisti aumentano i prezzi aggiungendo una tassa Covid. Codacons denuncia l’accaduto, ma la risposta della Fipe non tarda ad arrivare.

Parrucchieri e centri estetici aumentano i prezzi aggiungendo una tassa Covid per i clienti. Codacons denuncia l’accaduto, ma la risposta della Fipe non tarda ad arrivare.

Il timore paventato nelle settimane precedenti alla riapertura di parrucchieri e centri estetici è divenuto realtà, alla luce della denuncia del Codacons relativa all’aumento dei prezzi. Tale rialzo era già stato rilevato all’inizio della pandemia per la spesa ai supermercati, con le lamentele di migliaia di famiglie italiane per il rincaro dei prodotti da comprare.

Ora si aggiunge anche l’aumento delle tariffe applicato dai proprietari dei saloni di parrucchieri e dai centri di bellezza. Il Codacons si schiera di nuovo al fianco dei consumatori per dire no al rincaro, presentando un esposto all’Antitrust e alla Guardia di Finanza.

Tassa Covid da parrucchieri e centri estetici denunciata dal Codacons

Il numero uno del Codacons, Carlo Rienzi, ha denunciato balzelli dai 2 ai 4 euro applicati dai parrucchieri direttamente in scontrino, dove compare la voce tassa Covid. Si tratta della tariffa aggiuntiva inserita per ricevere un sostegno alle spese di messa in sicurezza del locale stesso e per la sanificazione.

L’associazione dei consumatori denuncia anche il comportamento assunto in questi ultimi giorni dai centri estetici. Vi sono infatti testimonianze che alcuni saloni di bellezza stiano obbligando i clienti ad acquistare un kit monouso, che comprende un paio di ciabatte e un kimono al prezzo di 10 euro. Chi si rifiuta di comprare il kit, presentato all’ingresso dai titolari del centro estetico, non può accedere al trattamento, venendo invitato ad andare altrove. Occorre specificare che gli episodi descritti qui sopra sono attribuibili alla minoranza delle attività prese in esame.

La risposta della Fipe: ‘Lottiamo per sopravvivere’

La Fipe (acronimo per Federazione italiana pubblici esercizi) ha risposto alle accuse del Codacons, circa la tassa Covid, con una nota ufficiale pubblicata dal vice presidente Aldo Cursano. Il numero due della federazione ha risposto duramente alle critiche degli ultimi giorni all’indirizzo degli esercenti, bollando come false le accuse (anticipando azioni legali nei confronti di chi continuerà ad attaccare la categoria nazionale).

In difesa degli esercenti, Aldo Cursano ha sottolineato come l’unica loro preoccupazione sia la messa in sicurezza dei locali per garantire la massima tranquillità e la migliore esperienza di acquisto possibile ai clienti. In più, il vice presidente della Fipe ha ricordato come i pubblici esercizi stiano invece lottando per la loro stessa sopravvivenza, considerate le conseguenze drammatiche del coronavirus nel settore lavoro.

Infine, Cursano ci ha tenuto a precisare che la maggior parte degli imprenditori ha riaperto non per guadagnare (dato il basso numero dei clienti a fronte dei costi da sostenere), ma per inviare al Paese un segnale di fiducia.

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