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Ennio Morricone è morto: tutto sul grande compositore

Ennio Morricone, morto oggi 6 luglio, è stato uno dei più grandi compositori italiani, specializzato nella musica da film. Ecco i dettagli della sua carriera.

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Ennio Morricone è morto tutto sul grande compositore

Ennio Morricone, morto oggi 6 luglio 2020 a 91 anni, è stato uno dei più grandi compositori italiani, specializzato nella musica da film. Ecco i dettagli della sua carriera.

Ennio Morricone, nel corso della sua carriera, ha composto colonne sonore per molti film di successo ed ha lavorato con i più grandi registi ottenendo una fama a livello internazionale e numerosissimi premi. Ecco le note salienti della sua biografia

La vita privata del grande compositore

Nato a Roma nel 1928, Ennio Morricone era figlio di un suonatore di tromba e fin da giovane ha seguito le orme del padre frequentando il Conservatorio di S. Cecilia dall’età di 10 anni e studiando lo strumento suonato dal padre, la tromba.

Uno degli insegnanti dello stesso conservatorio ne nota le grandi doti e lo convince a studiare “composizione” che Ennio Morricone inizia nel 1944. Sposato con Maria Travia, Ennio Morricone ha avuto quattro figli e la nascita del primo ha avuto l’effetto di far scegliere la strada che poi sarà quella che lo porterà al successo internazionale, quella delle colonne sonore.

La carriera artistica di Ennio Morricone

Dopo aver lavorato inizialmente come arrangiatore e strumentista nell’ambito del teatro di rivista, Ennio Morricone compone alcuni pezzi intitolati “Il Mattino” e “Imitazione“, quest’ultimo abbinato ad un testo scritto da Giacomo Leopardi. Nel corso degli anni 50 ottiene il diploma nella strumentazione per banda, e compone altri pezzi come “Barcarola funebre” e “Preludio a una Novella senza titolo“, oltre a delle musiche per radiodrammi.

Il diploma di composizione arriva nel 1952 e nel 1955, dopo la nascita del primogenito Marco, inizia a collaborare ai varietà televisivi nella veste di arrangiatore. La sua prima colonna sonora è del 1961, per il film intitolato “Il Federale” per la regia di Luciano Salce, uno dei registi con i quali collaborerà molto per tutta la sua carriera.

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La collaborazione che segna il passaggio alla fama mondiale è quella con un altro regista italiano, Sergio Leone, per il quale compone le colonne sonore di film importanti nella storia del western all’italiana, come “Per un pugno di dollari“, del 1964 – e “Il buono, il brutto e il cattivo“, del 1966, oltre che per “C’era una volta in America“, film pluripremiato da pubblico e critica.

FONTE IMMAGINE: https://www.facebook.com/maestroenniomorricone/photos/a.732489026780318/842005765828643

Nello stesso tempo continua la sua attività di arrangiatore e viene anche chiamato a far parte della giuria della XXa edizione del prestigioso Festival internazionale di Cannes. Nel corso della sua carriera Ennio Morricone ha firmato oltre 400 musiche da film, tra le quali si ricordano “Uccellacci ed uccellini” per Pier Paolo Pasolini, “Un tranquillo posto di campagna” per Patroni Griffi, e “Prima della Rivoluzione” per Bernardo Bertolucci.

Tra i vari riconoscimenti che sono stati ottenuti nel corso degli anni da Ennio Morricone si ricordano l’Oscar alla carriera che l’Academy Awards statunitense gli ha conferito nel 2007 e l’Oscar vinto nel 2016 per la colonna sonora di “The Hateful Eight” film diretto da Quentin Tarantino.

FONTE IMMAGINE: https://www.facebook.com/maestroenniomorricone/photos/a.732489026780318/1225644284131454

Nel 1995 ha ottenuto una importante onorificenza da parte del Presidente della Repubblica, quella di Commendatore dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.

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3 Comments

3 Comments

  1. michele capitoli

    7 Luglio 2020 at 11:12

    Siamo dei poveri provinciali! Non riusciamo a vedere più in la di un palmo dal proprio naso.

  2. Ettore

    6 Luglio 2020 at 21:15

    Un grande compositore la sua musica nei film mie’ sempre piaciuta tanto che ho registrato dei cd che ancora ascolto quando sono in macchina. Ciao ENNIO

  3. bruno

    6 Luglio 2020 at 16:04

    persone come Lui avrebbero diritto all’eternita’

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Chi era Lady Godiva?

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Chi era Lady Godiva?

Storia, Leggenda e Significato

Nel vasto panorama della storia inglese, poche figure risplendono con la stessa aura di mistero e fascino di Lady Godiva. Immortalata nella leggenda come un simbolo di coraggio, giustizia e generosità, la sua storia ha resistito al passare dei secoli, lasciando un’impronta indelebile nella cultura popolare. Ma chi era veramente Lady Godiva? Qual è la verità dietro il velo della leggenda? In questo articolo, esploreremo la vita, la leggenda e il significato di questa figura enigmatica.

L’Origine della Leggenda

La leggenda di Lady Godiva affonda le sue radici nell’Inghilterra medievale, durante il regno di Edoardo il Confessore, intorno all’XI secolo. Il racconto più diffuso narra di una nobile donna, Lady Godiva, moglie di Leofrico, il potente conte di Mercia. Secondo la leggenda, Leofrico impose tasse eccessivamente gravose sul popolo di Coventry, causando grande sofferenza e disagio.

Nel tentativo di persuadere suo marito a ridurre le tasse, Lady Godiva supplicò ripetutamente. Tuttavia, Leofrico, noto per la sua testardaggine, rifiutò di ascoltarla. Determinata a far valere i diritti del popolo, ella accettò una sfida audace: avrebbe attraversato le strade di Coventry completamente nuda, a condizione che suo marito riducesse le tasse.

Il Celebre Cavallo

La leggenda continua con Lady Godiva che, montata su un nobile cavallo bianco, percorre le strade di Coventry, coprendo il suo corpo solo con i suoi lunghi capelli dorati. Il popolo, avvertito del suo gesto coraggioso, rispetta la sua modestia e non osa guardare mentre passa. Solo uno sventurato, noto come “Peeping Tom”, osò infrangere il tabù, ma fu punito immediatamente dalla cecità.

La Giustizia di Lady Godiva

Il gesto ebbe l’effetto desiderato: suo marito, commosso dalla sua determinazione e dalla sua generosità, accettò di ridurre le tasse, alleviando così il peso sulle spalle del popolo di Coventry. Questo atto di coraggio e altruismo trasformò Lady Godiva in un’icona di giustizia e compassione, celebrata per generazioni attraverso racconti orali, opere d’arte e opere letterarie.

La Verità Storica

Sebbene la leggenda sia diventata parte integrante del folklore inglese, è importante distinguere tra fatti storici e narrazioni leggendarie. Purtroppo, le prove storiche concrete sulla vita di Lady Godiva sono scarse. Non esistono documenti contemporanei che confermino l’evento dell’attraversamento di Coventry nuda o l’esistenza di un “Peeping Tom”.

Tuttavia, ci sono alcune menzioni storiche di una figura simile a Lady Godiva. Ad esempio, il Domesday Book, un registro delle proprietà in Inghilterra compilato nel 1086, menziona una donna chiamata Godiva, che potrebbe essere stata la moglie di Leofrico. Tuttavia, non fornisce dettagli sul suo carattere o sulle sue azioni.

Il Significato di Lady Godiva

Nonostante l’incertezza storica, il mito ha mantenuto la sua rilevanza e il suo fascino nel corso dei secoli. La figura di Lady Godiva è stata adottata come simbolo di coraggio, giustizia sociale e resistenza contro l’oppressione. Il suo gesto di auto-sacrificio per il bene del popolo rappresenta un ideale di nobiltà e altruismo.

Inoltre, la leggenda ha ispirato numerose opere d’arte, tra cui dipinti, sculture e opere teatrali. Artisti come John Collier, Edmund Blair Leighton e Alfred, Lord Tennyson hanno contribuito a mantenere viva la sua memoria attraverso le loro creazioni.

Rimane una figura intrigante della storia e della mitologia inglese, il cui nome evoca immagini di coraggio, nobiltà d’animo e altruismo. Sebbene la verità storica possa rimanere avvolta nel mistero, il suo impatto culturale e il suo significato simbolico rimangono indiscutibili. La leggenda di Lady Godiva continua a ispirare e incantare, ricordandoci il potere delle azioni individuali nel plasmare il destino delle comunità e il nostro concetto di giustizia e umanità. Che sia una storia di fatti o di fantasia, rimane un’importante icona culturale che continuerà a essere celebrata e ricordata per le generazioni a venire.

 

[fonte immagine: https://periergeia.org/en/the-nakedness-of-lady-godiva/]

 

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Chi ha condotto la prima edizione dell’Isola dei Famosi?

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Chi ha condotto la prima edizione dell’Isola dei Famosi?

L’Isola dei Famosi, uno dei reality show più famosi e longevi della televisione italiana, ha catturato l’attenzione del pubblico sin dalla sua prima edizione. Lanciato nel 2003, questo programma ha visto numerosi conduttori e conduttrici affiancarsi nel corso degli anni, ma chi ha condotto la prima edizione dell’Isola dei Famosi?

Gli inizi dell’Isola dei Famosi

Prima di addentrarci nel ruolo del conduttore della prima edizione, è importante comprendere il contesto in cui è nato questo celebre reality. L’Isola dei Famosi è stato adattato dal format internazionale “Survivor” e ha debuttato in Italia nel 2003, portando una ventata di novità nel panorama televisivo italiano. Il programma si basa sull’idea di mettere un gruppo di VIP in una location remota, solitamente un’isola tropicale, e testarne le abilità di sopravvivenza in condizioni estreme.

La prima edizione: una sfida all’insegna dell’avventura

La prima edizione dell’Isola dei Famosi è stata trasmessa nel 2003 su Rai 2. Questo primo ciclo ha segnato l’inizio di una lunga serie di stagioni che avrebbero continuato a intrattenere il pubblico italiano per anni a venire. L’edizione inaugurale è stata particolarmente emozionante, poiché nessuno sapeva esattamente cosa aspettarsi da questo nuovo format televisivo.

Il volto dietro il microfono: Simona Ventura

La risposta alla domanda su chi abbia condotto la prima edizione dell’Isola dei Famosi è chiara: è stata Simona Ventura. La nota conduttrice televisiva, già famosa per il suo carisma e la sua capacità di coinvolgere il pubblico, è stata scelta per guidare i telespettatori attraverso questa avventura esotica e intrigante.

Simona Ventura: un’icona della televisione italiana

Simona Ventura ha dimostrato fin dall’inizio di essere la scelta ideale per condurre un programma così audace e avvincente come l’Isola dei Famosi. Con il suo stile energico e la sua personalità vivace, è stata in grado di tenere incollati allo schermo milioni di telespettatori italiani, trasformando il programma in un vero e proprio fenomeno televisivo.

Il successo della prima edizione

La combinazione di Simona Ventura come conduttrice e di una serie di personaggi famosi disposti a mettersi in gioco in un ambiente selvaggio ha reso la prima edizione dell’Isola dei Famosi un successo immediato. Il pubblico si è affezionato ai naufraghi e ha seguito con fervore le loro sfide, le loro alleanze e le loro rivalità.

L’eredità di Simona Ventura

Dopo il successo della prima edizione, Simona Ventura è rimasta legata al programma per diverse stagioni successive, consolidando ulteriormente la sua posizione come uno dei volti più noti e amati della televisione italiana. La sua presenza ha contribuito in modo significativo al successo continuo dello show nel corso degli anni.

La prima edizione dell’Isola dei Famosi è stata condotta con maestria da Simona Ventura, un’icona della televisione italiana. Il suo carisma e la sua capacità di coinvolgere il pubblico hanno contribuito in modo significativo al successo immediato del programma. E’ diventato un pilastro del panorama televisivo italiano. L’eredità di Simona Ventura nell’Isola dei Famosi è ancora evidente oggi. Il programma continua ad appassionare il pubblico dopo più di due decenni dalla sua prima messa in onda.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/isola-vacanza-caraibico-palme-2482200/]

 

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Chi fu il primo a inviare un messaggio nella bottiglia?

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L’Origine Affascinante del Messaggio nella Bottiglia: Storia e Mistero

Nel vasto oceano del tempo, un gesto così semplice come l’inviare un messaggio all’interno di una bottiglia e buttarlo in mare ha catturato l’immaginazione delle persone in tutto il mondo. Questo atto romantico e misterioso è stato oggetto di numerose leggende, storie e perfino ispirazioni cinematografiche. Ma chi fu il primo a compiere questo gesto affascinante e intramontabile?

Le Origini Leggendarie

Le origini esatte del messaggio nella bottiglia sono avvolte nel mistero e nella leggenda. Mentre non possiamo identificare con precisione il primo individuo a compiere questo gesto, possiamo esplorare le prime tracce storiche e le storie che hanno contribuito a plasmare questa pratica.

Una delle prime menzioni documentate del messaggio nella bottiglia risale all’antica Grecia, dove il poeta greco Teofrasto scrisse su come il filosofo Teofrasto di Ereso avrebbe lanciato bottiglie al mare contenenti messaggi di aiuto durante i suoi viaggi. Anche il celebre scrittore romano Plinio il Vecchio fa riferimento a questa pratica nell’opera “Naturalis Historia”.

Tuttavia, le leggende più conosciute e romantiche provengono dalle storie dei naufraghi e dei marinai che, durante i lunghi viaggi per mare, lanciavano bottiglie contenenti messaggi nella speranza che fossero ritrovati e portassero soccorso o almeno un segno di vita.

Il Caso di Chunosuke Matsuyama

Uno dei casi più celebri di messaggio nella bottiglia risale al 1784, quando il navigatore giapponese Chunosuke Matsuyama e la sua ciurma naufragarono su un’isola deserta dopo una tempesta. Con risorse limitate e poche speranze di essere salvati, Matsuyama scrisse un messaggio, lo inserì in una bottiglia e lo gettò in mare.

Il messaggio fu ritrovato nel 1935, ben 151 anni dopo, da un pescatore giapponese sulla costa della penisola di Oshima. Sebbene Matsuyama non fosse sopravvissuto, il suo messaggio aveva resistito al tempo, diventando un simbolo di speranza e resilienza.

L’Impatto Culturale e Artistico

Oltre alla sua importanza pratica come possibile richiesta di soccorso, il messaggio nella bottiglia ha ispirato generazioni di artisti, scrittori e cineasti. Opere letterarie come “La spiaggia di Falesà” di Robert Louis Stevenson e “20.000 leghe sotto i mari” di Jules Verne hanno contribuito a rendere questo gesto ancora più iconico.

Il cinema ha anche abbracciato il fascino del messaggio nella bottiglia, con film come “Message in a Bottle” (1999), basato sul romanzo di Nicholas Sparks, che ha portato questo tema romantico sul grande schermo, catturando i cuori di milioni di spettatori.

Il Messaggio nella Bottiglia nell’Era Moderna

Nonostante i progressi tecnologici e la diffusione di mezzi di comunicazione più efficienti, il fascino del messaggio nella bottiglia persiste ancora oggi. Le persone continuano a lanciare bottiglie al mare con messaggi di amore, speranza o semplicemente curiosità.

In tempi più recenti, il messaggio nella bottiglia è stato utilizzato anche come forma di arte e attivismo ambientale. Artisti di tutto il mondo hanno utilizzato bottiglie trasparenti per trasmettere messaggi sulla crisi climatica e sull’inquinamento marino, aggiungendo un nuovo strato di significato a questa pratica secolare.

Il messaggio nella bottiglia è molto più di un semplice gesto. È un simbolo intramontabile di speranza, resilienza e connessione umana. Sebbene le sue origini siano avvolte nel mistero, la sua eredità culturale e artistica continua a ispirare e affascinare le persone di tutto il mondo.

Così, mentre continuiamo a scrutare l’orizzonte, sia letteralmente che figurativamente, possiamo trovare conforto nel sapere che il nostro messaggio potrebbe essere trovato da qualcuno, in un momento o luogo inaspettato, trasmettendo un’emozione, una storia o semplicemente un saluto dall’altro capo del mondo.

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/acqua-bottiglia-4047156/]

 

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