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Riapertura scuole: Azzolina propone divisori in plexiglas e visiere
Riapertura scuole prevista a settembre. Ieri Azzolina e Conte hanno tenuto una videoconferenza per risolvere il problema del rientro a scuola. Ecco le ipotesi.
Dopo la riapertura ai movimenti tra le regioni, il problema più grande da affrontare sulla strada del ritorno alla “normalità” è quello della riapertura scuole. In questi mesi le lezioni hanno continuato il loro svolgimento tramite la didattica a distanza, ma da settembre si dovrebbe ritornare a scuola.
Una delle ipotesi che erano state messe in discussione riguardava la possibilità di effettuare dei “doppi turni” in modo da garantire le distanze minime, ma ora l’ipotesi è quella di installare delle barriere divisorie in plexiglas.
La videoconferenza con la ministra Azzolina
Nella giornata di ieri la ministra Lucia Azzolina è stata in videoconferenza sia con il premier Giuseppe Conte che con esponenti del mondo della scuola per cercare di risolvere il problema del rientro a scuola. Una videoconferenza che si è prolungata per circa 2 ore con gli interventi di 53 persone che si sono confrontati sul problema.
La ministra Azzolina ha comunicato che sono state valutate due opzioni relativamente al contagio, una che prevede un contagio “meno veloce” nei prossimi mesi, ed una che vede la necessità del “mantenimento delle distanze”. Quindi, nella riapertura scuole, per garantire la sicurezza di tutti gli studenti e del personale docente si potrebbero attuare delle misure con posizionamento di pannelli in plexiglas per suddividere i banchi, oltre a creare delle aule con tensostrutture da posizionare all’esterno nei plessi scolastici che possiedono gli spazi necessari.
La ministra ha affermato che non ci saranno sdoppiamenti di classi e doppi turni, come era stato ipotizzato dal “Comitato ministeriale per la ripartenza”, mentre potranno essere presi in considerazione delle “rimodulazioni” con 40 minuti di lezione invece dei 60 attuali. Una ulteriore possibilità è quella che gli studenti non indossino le mascherine ma delle apposite visiere, in modo da non compromettere la salute di chi presenta delle difficoltà respiratorie. Il tutto naturalmente si scontra con la situazione economica attuale che non vede nuovi finanziamenti per il settore dell’istruzione. Il premier Conte ha auspicato che una parte dei soldi che arriveranno dai finanziamenti europei vengano destinati proprio alla scuola.
Gli interventi dei partecipanti
La videoconferenza ha visto molti interventi, tra i quali quello del sindaco di Bari, Antonio Decaro, che ha richiesto il doppio dei finanziamenti stabili fino a questo momento, del presidente dell’Emilia Romagna, Bonaccini, il quale teme di dover richiudere le scuole dopo aver votato, a causa di un ritorno dell’epidemia oppure della mancanza di risorse, e di Maurizio Landini, segretario del sindacato CGIL, che ha parlato anche dello sciopero del settore scuola previsto per lunedì. Nel corso della videoconferenza sono state sottolineate anche le “distorsioni” della didattica a distanza, anche per la mancanza di idonee attrezzature per alcune famiglie, e la necessità di ritornare al contatto tra studenti e personale docente.
FONTE FOTO: www.facebook.com/LuciaAzzolina82/
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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto
Il giocatore dell’Inter Acerbi assolto
Nel mondo dello sport, ogni tanto emergono controversie che scuotono gli appassionati e la comunità sportiva nel suo complesso. Una di queste situazioni si è verificata recentemente nel calcio italiano, coinvolgendo due giocatori di spicco: Juan Jesus del Napoli e Francesco Acerbi dell’Inter. La controversia è stata generata da presunte accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi nei confronti di Juan Jesus durante un incontro sul campo. Tuttavia, dopo un’attenta indagine, nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto. Le autorità sottolineano la mancanza di prove concrete a sostegno delle accuse.
Questa vicenda ha suscitato grande interesse e dibattito nell’ambito del calcio italiano e internazionale, con molti media che hanno seguito da vicino lo sviluppo della situazione. Tuttavia, è importante analizzare i fatti in modo obiettivo e approfondito, evitando di lasciarsi trascinare da speculazioni e rumor. In questo articolo, esamineremo attentamente gli eventi che hanno portato a questa controversia, analizzando le prove disponibili e le conclusioni delle autorità competenti.
Il diverbio
La vicenda ha avuto origine durante un match di alto profilo tra Napoli e Inter, due delle squadre più importanti della Serie A italiana. Durante la partita, si è verificato un alterco tra Juan Jesus e Francesco Acerbi, che ha attirato l’attenzione degli spettatori e dei media. In seguito alla partita, sono emerse voci secondo cui Acerbi avrebbe rivolto insulti razzisti a Juan Jesus durante l’incontro. Queste accuse hanno immediatamente scatenato una forte reazione da parte dell’opinione pubblica e dei dirigenti sportivi, che hanno chiesto un’indagine approfondita sull’incidente.
Le autorità competenti hanno avviato un’indagine immediata per fare chiarezza sulla situazione. Sono stati interpellati arbitri, giocatori e testimoni oculari presenti durante la partita al fine di raccogliere prove e testimonianze utili per stabilire la verità. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, non è emerso alcun elemento che confermasse le accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi. Le testimonianze raccolte non hanno fornito alcun riscontro sostanziale alle accuse, e le immagini delle telecamere presenti allo stadio non hanno rilevato comportamenti sospetti o discriminatori da parte del giocatore dell’Inter.
Mancanza di prove concrete
Di fronte alla mancanza di prove concrete, le autorità incaricate dell’indagine hanno concluso che non vi erano elementi sufficienti per sostenere le accuse di razzismo nei confronti di Acerbi. Questa decisione ha sollevato un sospiro di sollievo tra i sostenitori dell’Inter e ha posto fine alla speculazione mediatica che aveva circondato l’incidente. Tuttavia, è importante sottolineare che la questione del razzismo nello sport resta un tema di grande importanza e sensibilità, e deve essere affrontato con la massima serietà e determinazione.
La controversia tra Juan Jesus e Francesco Acerbi ha messo in luce l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con una mentalità aperta e inclusiva. Sebbene in questo caso specifico non siano emerse prove di comportamento razzista, è fondamentale rimanere vigili e pronti a intervenire ogni volta che si verificano episodi di discriminazione o intolleranza. Le squadre, le istituzioni sportive e gli organi preposti devono lavorare insieme per promuovere un ambiente di gioco sano e rispettoso, in cui ogni giocatore si senta al sicuro e rispettato.
Sport e razzismo
La vicenda che ha coinvolto Juan Jesus e Francesco Acerbi ha evidenziato l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con responsabilità e determinazione. Sebbene le accuse di comportamento razzista nei confronti di Acerbi siano state respinte per mancanza di prove, questo episodio ci ricorda che il lavoro per combattere il razzismo nello sport è tutt’altro che concluso. È fondamentale continuare a sensibilizzare giocatori, tifosi e dirigenti sulle conseguenze negative del razzismo e lavorare insieme per creare un ambiente di gioco inclusivo e rispettoso per tutti. Solo così possiamo assicurare che lo sport rimanga un veicolo di unità e integrazione, capace di superare le barriere culturali e promuovere valori universali di solidarietà e tolleranza.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/martelletto-giustizia-giudice-7499911/]
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Crolla il ponte di Baltimora per un’urto con una nave cargo
Il recente crollo del ponte a Baltimora ha scosso gli Stati Uniti, suscitando preoccupazione e interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture. L’incidente è stato causato dall’urto di una nave cargo, che ha portato al cedimento del ponte, generando conseguenze disastrose. In questo articolo, esploreremo gli eventi che hanno portato a questa tragedia, le sue implicazioni e le misure necessarie per prevenire simili incidenti in futuro.
La Cronaca dell’Incidente
La città di Baltimora è stata scossa da un evento tragico quando un ponte importante è crollato dopo essere stato colpito da una nave cargo. L’incidente ha avuto luogo durante le operazioni di navigazione della nave nel porto di Baltimora. Secondo i rapporti preliminari, la nave ha perso il controllo a causa di condizioni meteorologiche avverse o guasti tecnici, finendo per urtare violentemente contro il pilone centrale del ponte.
Le immagini e i video dell’incidente hanno rapidamente fatto il giro dei media e dei social media, mostrando la devastazione causata dal crollo del ponte e l’impatto sulla circolazione stradale e marittima della zona. Le autorità locali hanno prontamente avviato operazioni di soccorso e recupero, ma il bilancio delle vittime è risultato tragico, con numerose persone ferite e alcune purtroppo decedute.
Le Cause dell’Incidente
Le indagini sull’incidente sono ancora in corso, ma finora sembra che una combinazione di fattori abbia contribuito alla tragedia. Le condizioni meteorologiche avverse potrebbero aver compromesso la visibilità e la manovrabilità della nave, mentre guasti tecnici o errori umani potrebbero aver aggravato la situazione. È chiaro che la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime deve essere rafforzata per evitare che simili incidenti si ripetano in futuro.
Implicazioni e Conseguenze
L’urto della nave cargo e il conseguente crollo del ponte hanno avuto una serie di conseguenze immediate e a lungo termine. Oltre alle perdite umane e ai danni materiali, l’incidente ha interrotto la circolazione stradale e marittima nella zona, con ripercussioni sul trasporto di merci e sulle attività economiche locali. Inoltre, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture in tutta la nazione, mettendo in evidenza la necessità di un’attenta manutenzione e supervisione.
Misure di Prevenzione e Sicurezza
Per prevenire futuri incidenti simili, è fondamentale adottare misure efficaci di prevenzione e sicurezza. Queste possono includere controlli più rigorosi sulle condizioni delle navi e delle infrastrutture portuali, la formazione adeguata degli equipaggi e l’implementazione di tecnologie avanzate per monitorare e gestire il traffico marittimo. Inoltre, è essenziale migliorare la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture esistenti per garantire la loro sicurezza e integrità a lungo termine.
L’incidente del crollo del ponte a Baltimora è stato un evento tragico che ha messo in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e prevenzione. È fondamentale che le autorità locali e nazionali agiscano prontamente per implementare le raccomandazioni emerse dalle indagini sull’incidente e per garantire la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime in tutto il paese. Solo attraverso un impegno congiunto e un investimento continuo nella sicurezza delle infrastrutture possiamo evitare tragedie simili e proteggere le vite e le proprietà dei nostri cittadini.
[fonte immagine: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-ponte-baltimora-crolla-schianto-nave_79670268-202402k.shtml]
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Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?
Nel vasto regno dello spazio, l’unione tra la tecnologia spaziale e l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere e offrendo soluzioni innovative. Uno degli sviluppi più significativi di questa convergenza è l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale (IA). Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?
Il matrimonio tra spazio e IA
Gli satelliti sono stati a lungo strumenti vitali per esplorare e comprendere lo spazio, oltre che per fornire servizi essenziali sulla Terra, come la comunicazione, la navigazione e l’osservazione della Terra. Tuttavia, i tradizionali satelliti sono stati progettati con sistemi di controllo e monitoraggio umani. Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale.
L’intelligenza artificiale offre la capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, di apprendere da essi e di prendere decisioni autonome. Applicata ai satelliti, l’IA consente una maggiore autonomia operativa, riducendo la dipendenza dai comandi umani e consentendo una risposta più rapida agli eventi in tempo reale.
Applicazioni dei satelliti con intelligenza artificiale
1. Osservazione della Terra: Gli satelliti dotati di IA possono analizzare i dati raccolti dalle immagini satellitari per rilevare cambiamenti ambientali, monitorare il clima, identificare fenomeni naturali e fornire informazioni cruciali per la gestione delle risorse naturali e la mitigazione dei disastri.
2. Navigazione spaziale: L’IA può ottimizzare le rotte dei satelliti per massimizzare l’efficienza energetica e ridurre il rischio di collisioni nello spazio congestionato.
3. Comunicazioni: L’IA può migliorare la gestione delle reti satellitari, ottimizzando la distribuzione delle risorse e garantendo una connettività affidabile anche nelle condizioni più sfavorevoli.
4. Esplorazione spaziale: L’intelligenza artificiale può consentire ai satelliti di adattarsi e reagire autonomamente alle condizioni ambientali in esplorazioni oltre il nostro sistema solare, rendendo possibili missioni più complesse e ambiziose.
Vantaggi dell’IA nei satelliti
– Riduzione dei costi: Con l’IA, i satelliti possono operare in modo più efficiente, riducendo la necessità di costose missioni di manutenzione e aggiornamento.
– Risposta rapida: Grazie alla capacità di elaborazione in tempo reale, i satelliti con IA possono rilevare e rispondere agli eventi quasi istantaneamente, consentendo una migliore gestione delle emergenze e delle crisi.
– Miglioramento delle prestazioni: L’IA può ottimizzare le operazioni dei satelliti, migliorando la precisione delle misurazioni e l’affidabilità dei servizi forniti.
Sfide e considerazioni etiche
Nonostante i numerosi vantaggi, l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale solleva anche alcune sfide e preoccupazioni:
– Affidabilità: L’affidabilità dei sistemi basati sull’IA è ancora soggetta a questioni di sicurezza e robustezza. Un malfunzionamento dell’IA potrebbe avere gravi conseguenze.
– Privacy e sicurezza: L’uso dell’IA nei satelliti potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati, specialmente quando si tratta di immagini satellitari ad alta risoluzione.
– Responsabilità: Chi è responsabile in caso di errori o danni causati da decisioni autonome prese dall’IA a bordo dei satelliti? Questa è una domanda importante che richiede una risposta chiara.
Affidare un satellite all’intelligenza artificiale apre un mondo di possibilità nel campo dell’esplorazione spaziale, delle telecomunicazioni e dell’osservazione della Terra. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide tecniche, etiche e legali associate a questa convergenza. Con una corretta gestione e un’attenta considerazione degli impatti, l’IA potrebbe trasformare radicalmente il settore spaziale, portando a nuove scoperte e benefici per l’umanità.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/terra-spazio-satelliti-monitoraggio-79533/]
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Giuseppe
6 Giugno 2020 at 07:59
Condivido in pieno. Voglio aggiungere che un popolo è tale quando ha il coraggio di lottare per le cause giuste. La categoria della scuola è stata facilmente manipolata a seconda delle necessità dei poteri più forti, in primo luogo industria e commercio.
Nel caso specifico tutto è stato fatto in funzione delle esigenze di tre regioni del nord e questo Governo al di la di molte chiacchiere ha fatto poco o niente. D’altra parte il presidente del consiglio, sconosciuto fino a ieri, mai impegnato in una qualsivoglia esperienza politica, è stato collocato nella più alta carica politica dello Stato da chi? quali poteri si sono impegnati in tale brillante operazione? come si piò governare con una maggioranza che, ora c’è ora non c’è, e come si può governare con la più elevata concentrazione di corruzione in rapporto all’Europa e non solo, con la più lenta e corrotta burocrazia d’Europa e non solo ecc. ecc.
Queste sono le principali condizioni che danno piena raggione alla tua analisi sulla scuola.
Donatella
5 Giugno 2020 at 17:55
Sono d accordo. Sembra che non interessi a nessuno della crescita dei bambini. Il plexiglas non va bene in spiaggia e invece in classe si? Vergogna! La ministra Azzolina deve andarsene a casa se non vuole fare danni irreparabili!
Norma Bertullacelli
5 Giugno 2020 at 14:47
“Le maestre son come i preti e le puttane. Si innamorano alla svelta delle creature.”
Don Milani è sempre stato il mio “autore” ( in senso dantesco), ma il mio perbenismo ha sempre trovato sgradevole questo paragone. Credo invece di essere stata un’insegnante Cappuccetto Rosso: sono tutti belli, sono tutti buoni, andrà tutto bene, raddrizziamo i torti, la scuola rimuove gli ostacoli, se non sarà sereno si rasserenerà, cosa ci porterà la Befana?
Quindi ancora una volta, ci avevo creduto: la pandemia è stata (è) una catastrofe, ma impareremo di nostri errori, e ne faremo un’occasione di crescita, avevo pensato. Da pensionata, guarderò da fuori, con un po’ di nostalgia, l’interno di una scuola nuova e diversa; e me ne rallegrerò, avevo pensato.
Scema.
Scuole chiuse “e” fabbriche aperte? No, scuole chiuse “perché” le fabbriche potessero rimanere aperte. Per i padroni, che “dovevano” continuare a produrre, niente zona rossa in val Seriana, niente chiusura della Lombardia, niente lockdown.
L’industria “strategica” non ha mai chiuso. A quella “non strategica” è stato offerto il trucco dei trucchi: ti scrivi una bella autocertificazione, dichiari di essere connesso con l’alimentare o con il medicale, tanto se l’autocertificazione è falsa nessuno ti fa niente, e via con la produzione; altrimenti i concorrenti ci fanno le scarpe.
E se qualche lavoratore si prova a denunciare la carenza di mezzi di protezione, ci ha già pensato anni fa il buon Renzi: licenziamento in tronco; tanto, se qualche toga rossa gli darà ragione, gli allungheremo qualche mese di buonuscita e avanti un altro.
E gli studenti? Fuori dai piedi, che i mezzi pubblici servono per andare al lavoro, non vorrete mica affollarli con quegli enormi zaini. Didattica a distanza, e pedalare.
E a questo punto, che cosa pensa la maestra Cappuccetto Rosso? Vabbè, l’hanno fatto per il loro bene, per non esporli al contagio, per evitare che tornando a casa contagiassero il nonno. Ci sono task force per tutto, gruppi di studio per tutto, virologi per tutte le stagioni. Presto istituiranno una commissione di esperti che studi la riapertura delle scuole in sicurezza. Nemmeno per sogno; le commissioni costano, e le riaperture in sicurezza pure. Aspettiamo, e accendiamo il computer.
La TV! Non sostituirà mai un insegnante in presenza, ma Alberto Manzi, negli anni ’60, aveva fatto miracoli insegnando a scrivere in tv alle vecchiette! Organizziamo programmi didattici belli, interessanti, che possano integrare la connessione internet che non tutti possiedono, e servire da supporto alla buona volontà degli insegnanti (che non si sono risparmiati, va detto). Certamente non sostituirli, ma almeno aiutarli un po’. Per scodellare questo “uovo di Colombo” di sono voluti mesi, come per fornire di computer i ragazzi che ne erano sprovvisti.
Bè, se non altro in questo anno del tutto impensabile non daranno voti….Premessa: ho sempre considerato i voti la maledizione della scuola dell’obbligo: per far sapere alle famiglie se Pierino è un genio o un mascalzone, se “potrebbe fare di più”, se è “molto dotato” non serve un numero: basta un foglio di carta e la capacità da parte dell’insegnante di scrivere in italiano. Didattica a distanza, ragazzi reclusi, casino totale: non avranno mica il coraggio di dare i voti…Mi sbagliavo. I voti ci saranno, eccome. E quindi, vai di verifiche on line! La casellina del registro elettronico va riempita, e che diamine!
E le promozioni? Mica vorrete promuovere tutti, si è indignato qualche insegnante. Telefonate alla RAI e lettere ai giornali a raffica “Se un compito è da quattro gli do quattro”, diceva la professoressa di Don Milani. Ed ecco la ministra che rassicura: ma certo che si può bocciare! Probabilmente qualche insegnante senza la matita rossa e blu e senza la possibilità di bocciare si sente proprio nudo come Adamo dopo il peccato. Probabilmente questo anno scolastico 2019/2020 gli è sembrato simile a tutti gli altri e lui, poverino, ha “sempre fatto così”
Bocciateli pure, rassicura la ministra: abbiamo fatto scuola solo “in parte”, ma la bocciatura e l’insufficienza rimangono totali.
Una mattina ho visto un raggio di luce: niente voti nella scuola dell’obbligo, annuncia la ministra (evviva)…ma dall’anno prossimo. Perché dall’anno prossimo, se l’anno eccezionale è stato questo, e lei giura che il prossimo sarà “normale”?
Non avevo ancora fatto a tempo a cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno, che la dura realtà ha nuovamente bussato alla mia porta. Niente voti, ma “giudizi”. Cioè si torna a insufficientesufficientebuonodistintoottimo di qualche anno fa. Mi spiegate la differenza, di grazia? Tanto ci crederò, sono Cappuccetto Rosso, credo a qualunque cosa…
No alle classi pollaio, ho scandito per i quarantatre anni della mia attività nella scuola. Le cose migliori le ho fatte nel ciclo in cui avevo diciassette alunni; eppure la composizione sociale delle mie classi è sempre stata la stessa. Finalmente, grazie alla necessità di praticare il distanziamento sociale, vedrò le classi sdoppiate. Pazienza se sarà per un motivo medico e non didattico; pazienza se le vedrò da fuori, da pensionata. Classi di dodici/quindici alunni…il mio sogno di tutte le notti.
Serviranno soldi, ho pensato. Vedrò ridurre le spese militari, ho pensato. Li prenderanno dai 26 miliardi già stanziati per l’anno prossimo, ho pensato. Non compreremo più gli F35, ho pensato.
Stamattina mi ha svegliata la ministra. Non ci saranno sdoppiamenti di classi, ma barriere di plexiglas. Le classi pollaio avranno la plastica, al posto della rete. Mi sono chiesta dove e come le sistemeranno, visto che la classe che ho lasciato misurava 7mx8m, per venticinque alunni; e la prima fila di banchi era attaccata alla mia scrivania; e un bambino era così vicino al calorifero che ero costretta a spegnerlo (il calorifero, non il bambino). Ma la creatività del governo, e la necessità di risparmiare non conoscono ostacoli.
Sbagliavi, caro Don Lorenzo. Le maestre non sono come i preti e le puttane. Siamo tutti stupidi come mucche stupide, crediamo a qualunque cosa e ci rimbocchiamo le maniche. “per il bene dei bambini…” ci ripetiamo tra noi, per consolarci.
Stefania Nesti
5 Giugno 2020 at 15:38
Si solo per consolarci. La scuola dell’Infanzia poi mai nominata…non considerata proprio…qualche frase qua e la.
Diritti dei bambini? Solo scritti su carta.
Anna
5 Giugno 2020 at 20:12
Sono pienamente d’accordo, ci trattano, ci hanno sempre trattato e continueranno a farlo come fossimo deficenti…. Nessuno di loro che abbia mai fatto un mea culpa( in qualsiasi ambito) , sarebbero stati più credibili. Detto ciò purtroppo la colpa è anche nostra, di quelli che per non vedersi togliere certi privilegi si sono adagiati a compromessi che sono solo un danno, ormai non più per noi ma per i nostri figli…. Sono delusa, amareggiata ma soprattutto senza speranza!