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Sovrallenamento: quando troppo esercizio fisico può far male

Allenarsi fa bene alla salute, ma non bisogna esagerare altrimenti si rischia la sindrome da sovrallenamento. Ecco di cosa si tratta e come superarla.

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Sovrallenamento: quando troppo esercizio fisico può far male

Allenarsi fa bene alla salute, ma non bisogna esagerare altrimenti si rischia la sindrome da sovrallenamento. Ecco di cosa si tratta e come superarla.

Fare attività fisica fa bene, ma esagerare può essere controproducente. Il sovrallenamento, in inglese overtraining, può causare problemi al cuore e non solo. Vediamo insieme come riconoscere i sintomi di questa sindrome, da cosa sono causati e come prevenirli.

Che cos’è il sovrallenamento?

Il sovrallenamento è una sindrome cronica che colpisce soprattutto gli atleti o gli sportivi particolarmente impegnati. Si tratta di un accumulo di stress dovuto all’allenamento e/o ad altri fattori stressanti che comportano una diminuzione della performance sportiva. Questa sindrome implica una lunga serie di complicazioni per la salute, sintomi e segni clinici psico-fisici da non trascurare.

Le conseguenze possono durare settimane o mesi, dunque anche dopo aver seguito un tempo di riposo adeguato.

Come capire se si è in overtraining?

Il sovrallenamento si manifesta attraverso uno o più sintomi e segni clinici concomitanti, che variano da persona a persona. Il segnale più lampante è la diminuzione della performance sportiva. Tra i sintomi più comuni ci sono poi:

  • Dolore muscolare persistente (infiammazioni e contratture);
  • Affaticamento cronico, ovvero quando l’affaticamento si protrae anche dopo un riposo adeguato;
  • Elevata frequenza cardiaca a riposo: i battiti del cuore sono persistentemente alti anche dopo un riposo sufficiente, ad esempio al mattino dopo il riposo notturno;
  • Ridotta variabilità della frequenza cardiaca;
  • Maggior suscettibilità alle infezioni. Generalmente, tutti gli sportivi che si allenano ad alti livelli subiscono un lieve declino del sistema immunitario, infatti sono maggiormente predisposti a contrarre i malanni stagionali. Con il sovrallenamento, questa predisposizione si accentua, con possibile minor risposta ai trattamenti;
  • Aumento dell’incidenza di infortuni quali stiramenti, strappi, distorsioni e incidenti da caduta. Ciò dipende da diversi fattori: una maggior rigidità (cause nervose periferiche o muscolari), possibile debolezza strutturale dei connettivi, distrazione e scarsa capacità di attenzione, possibile minor efficienza dei meccanismi riflessi ecc.;
  • Irritabilità, apatia, depressione, insonnia, crollo mentale;
  • amenorrea (nelle donne);
  • calo eccessivo di peso;
  • perdita di appetito, desiderio incontenibile di dolci;
  • variazioni ormonali: eccesso di cortisolo, ACTH e prolattina;

La sindrome del sovrallenamento comporta un peggioramento della qualità della vita con conseguente alterazione del tono dell’umore, una riduzione delle prestazioni negli studi o nel lavoro, un peggioramento dei rapporti interpersonali (socializzazione, vita sentimentale e sessuale, rapporti di amicizia) e aumento dello stress.

Cause del sovrallenamento

La sindrome da overtraining non è causata solo da un allenamento eccessivo e inadeguato al proprio stile di vita, ma anche da altri fattori, tra cui:

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  • allenamenti eccessivamente standardizzati
  • sonno insufficiente
  • stile di vita troppo stressante
  • competizioni troppo frequenti
  • problemi di salute
  • alimentazione inadeguata e/o sbilanciata
  • intossicazioni alimentari da eccesso di determinati integratori
  • problemi psicologici (relazionali, familiari, sociali, lavorativi ecc.)

Come prevenirlo

Contro l’overtraining è fondamentale il giusto quantitativo di recupero passivo.

Il riposo statico, contrariamente a quanto si possa pensare, è il sistema più sicuro ed efficace di garantire l’ossigenazione, il nutrimento e il “lavaggio” dei tessuti muscolari, nonché la rigenerazione del sistema nervoso centrale e la rielaborazione/filtrazione dei cataboliti plasmatici.

Se un atleta di endurance, ad esempio, si affida al cosiddetto recupero attivo, può dilatare considerevolmente i tempi di rigenerazione.

Agli atleti di forza – per prevenire il sovrallenamento – si consiglia, invece, la continua modulazione dei parametri allenanti (soprattutto intensità e volume) rispettando sì la periodizzazione, ma cambiando il protocollo al bisogno.

Curare l’overtraining

La cura più efficace per l’overtraining è lasciare al corpo il tempo sufficiente per riprendersi.

Dopo la ripresa, è importante ridurre il carico di lavoro complessivo.

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Successivamente, la periodizzazione dovrà essere modificata, a meno che quanto accaduto non sia imputabile a variabili esterne.

Fondamentali poi sono la quantità e qualità del sonno, che devono essere garantiti, se necessario, anche facendo uso di farmaci, sotto prescrizione medica. Dormire a sufficienza è indispensabile, soprattutto nel caso di atleti a cui sono raccomandate 8-10 ore di sonno di qualità a notte al fine di dare all’organismo il tempo sufficiente per recuperare ed essere pronto per una nuova giornata di allenamenti intensi.

Per curare il sovrallenamento può essere utile anche una dieta ben ripartita e adeguatamente energetica. È importante assume i tre macronutrienti energetici: proteine, carboidrati, grassi. Non avere un introito energetico sufficiente può infatti favorire l’overtraining.

Per accelerare il recupero, si consiglia anche di assumere calorie extra; includere cibi normalmente esclusi può migliorare l’umore.

Infine, anche l’uso di integratori alimentari può favorire il recupero dall’overtraining, ma la loro assunzione va concordata con un dietista sportivo.

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fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/uomo-esercizio-fitness-palestra-2604149/

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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto

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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto

Il giocatore dell’Inter Acerbi assolto

Nel mondo dello sport, ogni tanto emergono controversie che scuotono gli appassionati e la comunità sportiva nel suo complesso. Una di queste situazioni si è verificata recentemente nel calcio italiano, coinvolgendo due giocatori di spicco: Juan Jesus del Napoli e Francesco Acerbi dell’Inter. La controversia è stata generata da presunte accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi nei confronti di Juan Jesus durante un incontro sul campo. Tuttavia, dopo un’attenta indagine, nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto. Le autorità sottolineano la mancanza di prove concrete a sostegno delle accuse.

Questa vicenda ha suscitato grande interesse e dibattito nell’ambito del calcio italiano e internazionale, con molti media che hanno seguito da vicino lo sviluppo della situazione. Tuttavia, è importante analizzare i fatti in modo obiettivo e approfondito, evitando di lasciarsi trascinare da speculazioni e rumor. In questo articolo, esamineremo attentamente gli eventi che hanno portato a questa controversia, analizzando le prove disponibili e le conclusioni delle autorità competenti.

Il diverbio

La vicenda ha avuto origine durante un match di alto profilo tra Napoli e Inter, due delle squadre più importanti della Serie A italiana. Durante la partita, si è verificato un alterco tra Juan Jesus e Francesco Acerbi, che ha attirato l’attenzione degli spettatori e dei media. In seguito alla partita, sono emerse voci secondo cui Acerbi avrebbe rivolto insulti razzisti a Juan Jesus durante l’incontro. Queste accuse hanno immediatamente scatenato una forte reazione da parte dell’opinione pubblica e dei dirigenti sportivi, che hanno chiesto un’indagine approfondita sull’incidente.

Le autorità competenti hanno avviato un’indagine immediata per fare chiarezza sulla situazione. Sono stati interpellati arbitri, giocatori e testimoni oculari presenti durante la partita al fine di raccogliere prove e testimonianze utili per stabilire la verità. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, non è emerso alcun elemento che confermasse le accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi. Le testimonianze raccolte non hanno fornito alcun riscontro sostanziale alle accuse, e le immagini delle telecamere presenti allo stadio non hanno rilevato comportamenti sospetti o discriminatori da parte del giocatore dell’Inter.

Mancanza di prove concrete

Di fronte alla mancanza di prove concrete, le autorità incaricate dell’indagine hanno concluso che non vi erano elementi sufficienti per sostenere le accuse di razzismo nei confronti di Acerbi. Questa decisione ha sollevato un sospiro di sollievo tra i sostenitori dell’Inter e ha posto fine alla speculazione mediatica che aveva circondato l’incidente. Tuttavia, è importante sottolineare che la questione del razzismo nello sport resta un tema di grande importanza e sensibilità, e deve essere affrontato con la massima serietà e determinazione.

La controversia tra Juan Jesus e Francesco Acerbi ha messo in luce l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con una mentalità aperta e inclusiva. Sebbene in questo caso specifico non siano emerse prove di comportamento razzista, è fondamentale rimanere vigili e pronti a intervenire ogni volta che si verificano episodi di discriminazione o intolleranza. Le squadre, le istituzioni sportive e gli organi preposti devono lavorare insieme per promuovere un ambiente di gioco sano e rispettoso, in cui ogni giocatore si senta al sicuro e rispettato.

Sport e razzismo

La vicenda che ha coinvolto Juan Jesus e Francesco Acerbi ha evidenziato l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con responsabilità e determinazione. Sebbene le accuse di comportamento razzista nei confronti di Acerbi siano state respinte per mancanza di prove, questo episodio ci ricorda che il lavoro per combattere il razzismo nello sport è tutt’altro che concluso. È fondamentale continuare a sensibilizzare giocatori, tifosi e dirigenti sulle conseguenze negative del razzismo e lavorare insieme per creare un ambiente di gioco inclusivo e rispettoso per tutti. Solo così possiamo assicurare che lo sport rimanga un veicolo di unità e integrazione, capace di superare le barriere culturali e promuovere valori universali di solidarietà e tolleranza.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/martelletto-giustizia-giudice-7499911/]

 

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Crolla il ponte di Baltimora per un’urto con una nave cargo

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Crolla il ponte di Baltimora per un'urto con una nave cargo

Il recente crollo del ponte a Baltimora ha scosso gli Stati Uniti, suscitando preoccupazione e interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture. L’incidente è stato causato dall’urto di una nave cargo, che ha portato al cedimento del ponte, generando conseguenze disastrose. In questo articolo, esploreremo gli eventi che hanno portato a questa tragedia, le sue implicazioni e le misure necessarie per prevenire simili incidenti in futuro.

La Cronaca dell’Incidente

La città di Baltimora è stata scossa da un evento tragico quando un ponte importante è crollato dopo essere stato colpito da una nave cargo. L’incidente ha avuto luogo durante le operazioni di navigazione della nave nel porto di Baltimora. Secondo i rapporti preliminari, la nave ha perso il controllo a causa di condizioni meteorologiche avverse o guasti tecnici, finendo per urtare violentemente contro il pilone centrale del ponte.

Le immagini e i video dell’incidente hanno rapidamente fatto il giro dei media e dei social media, mostrando la devastazione causata dal crollo del ponte e l’impatto sulla circolazione stradale e marittima della zona. Le autorità locali hanno prontamente avviato operazioni di soccorso e recupero, ma il bilancio delle vittime è risultato tragico, con numerose persone ferite e alcune purtroppo decedute.

Le Cause dell’Incidente

Le indagini sull’incidente sono ancora in corso, ma finora sembra che una combinazione di fattori abbia contribuito alla tragedia. Le condizioni meteorologiche avverse potrebbero aver compromesso la visibilità e la manovrabilità della nave, mentre guasti tecnici o errori umani potrebbero aver aggravato la situazione. È chiaro che la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime deve essere rafforzata per evitare che simili incidenti si ripetano in futuro.

Implicazioni e Conseguenze

L’urto della nave cargo e il conseguente crollo del ponte hanno avuto una serie di conseguenze immediate e a lungo termine. Oltre alle perdite umane e ai danni materiali, l’incidente ha interrotto la circolazione stradale e marittima nella zona, con ripercussioni sul trasporto di merci e sulle attività economiche locali. Inoltre, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture in tutta la nazione, mettendo in evidenza la necessità di un’attenta manutenzione e supervisione.

Misure di Prevenzione e Sicurezza

Per prevenire futuri incidenti simili, è fondamentale adottare misure efficaci di prevenzione e sicurezza. Queste possono includere controlli più rigorosi sulle condizioni delle navi e delle infrastrutture portuali, la formazione adeguata degli equipaggi e l’implementazione di tecnologie avanzate per monitorare e gestire il traffico marittimo. Inoltre, è essenziale migliorare la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture esistenti per garantire la loro sicurezza e integrità a lungo termine.

L’incidente del crollo del ponte a Baltimora è stato un evento tragico che ha messo in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e prevenzione. È fondamentale che le autorità locali e nazionali agiscano prontamente per implementare le raccomandazioni emerse dalle indagini sull’incidente e per garantire la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime in tutto il paese. Solo attraverso un impegno congiunto e un investimento continuo nella sicurezza delle infrastrutture possiamo evitare tragedie simili e proteggere le vite e le proprietà dei nostri cittadini.

 

[fonte immagine: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-ponte-baltimora-crolla-schianto-nave_79670268-202402k.shtml]

 

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Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?

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Cosa succede se si affida un satellite all'intelligenza artificiale?

Nel vasto regno dello spazio, l’unione tra la tecnologia spaziale e l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere e offrendo soluzioni innovative. Uno degli sviluppi più significativi di questa convergenza è l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale (IA). Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?

Il matrimonio tra spazio e IA

Gli satelliti sono stati a lungo strumenti vitali per esplorare e comprendere lo spazio, oltre che per fornire servizi essenziali sulla Terra, come la comunicazione, la navigazione e l’osservazione della Terra. Tuttavia, i tradizionali satelliti sono stati progettati con sistemi di controllo e monitoraggio umani. Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale offre la capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, di apprendere da essi e di prendere decisioni autonome. Applicata ai satelliti, l’IA consente una maggiore autonomia operativa, riducendo la dipendenza dai comandi umani e consentendo una risposta più rapida agli eventi in tempo reale.

Applicazioni dei satelliti con intelligenza artificiale

1. Osservazione della Terra: Gli satelliti dotati di IA possono analizzare i dati raccolti dalle immagini satellitari per rilevare cambiamenti ambientali, monitorare il clima, identificare fenomeni naturali e fornire informazioni cruciali per la gestione delle risorse naturali e la mitigazione dei disastri.

2. Navigazione spaziale: L’IA può ottimizzare le rotte dei satelliti per massimizzare l’efficienza energetica e ridurre il rischio di collisioni nello spazio congestionato.

3. Comunicazioni: L’IA può migliorare la gestione delle reti satellitari, ottimizzando la distribuzione delle risorse e garantendo una connettività affidabile anche nelle condizioni più sfavorevoli.

4. Esplorazione spaziale: L’intelligenza artificiale può consentire ai satelliti di adattarsi e reagire autonomamente alle condizioni ambientali in esplorazioni oltre il nostro sistema solare, rendendo possibili missioni più complesse e ambiziose.

Vantaggi dell’IA nei satelliti

– Riduzione dei costi: Con l’IA, i satelliti possono operare in modo più efficiente, riducendo la necessità di costose missioni di manutenzione e aggiornamento.

– Risposta rapida: Grazie alla capacità di elaborazione in tempo reale, i satelliti con IA possono rilevare e rispondere agli eventi quasi istantaneamente, consentendo una migliore gestione delle emergenze e delle crisi.

– Miglioramento delle prestazioni: L’IA può ottimizzare le operazioni dei satelliti, migliorando la precisione delle misurazioni e l’affidabilità dei servizi forniti.

Sfide e considerazioni etiche

Nonostante i numerosi vantaggi, l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale solleva anche alcune sfide e preoccupazioni:

– Affidabilità: L’affidabilità dei sistemi basati sull’IA è ancora soggetta a questioni di sicurezza e robustezza. Un malfunzionamento dell’IA potrebbe avere gravi conseguenze.

– Privacy e sicurezza: L’uso dell’IA nei satelliti potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati, specialmente quando si tratta di immagini satellitari ad alta risoluzione.

– Responsabilità: Chi è responsabile in caso di errori o danni causati da decisioni autonome prese dall’IA a bordo dei satelliti? Questa è una domanda importante che richiede una risposta chiara.

Affidare un satellite all’intelligenza artificiale apre un mondo di possibilità nel campo dell’esplorazione spaziale, delle telecomunicazioni e dell’osservazione della Terra. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide tecniche, etiche e legali associate a questa convergenza. Con una corretta gestione e un’attenta considerazione degli impatti, l’IA potrebbe trasformare radicalmente il settore spaziale, portando a nuove scoperte e benefici per l’umanità.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/terra-spazio-satelliti-monitoraggio-79533/]

 

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