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Tè Matcha: che cos’è e perché fa bene

Il tè Matcha è una bevanda dalle proprietà benefiche, considerata un elisir di lunga vita. Scopriamo insieme le sue origini e i suoi benefici.

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Tè Matcha: che cos’è e perché fa bene

Il è una bevanda molto amata in tutto il mondo. Ne esistono diverse varietà, ognuna con le sue caratteristiche. Tra le varietà più apprezzate, per le sue proprietà benefiche, vi è il Matcha, un tè verde giapponese molto pregiato. Scopriamo insieme che cos’è e quali sono i suoi potenziali benefici per la salute. 

Tè Matcha: che cos’è?

La Matcha è un tè verde in polvere dalle origini molto antiche, che probabilmente risalgono al IX secolo, in Cina. Tuttavia, il suo uso si è diffuso dopo che i monaci buddisti giapponesi scoprirono le sue straordinarie proprietà per la salute e iniziarono a mettere a punto le particolari tecniche di coltivazione e lavorazione che si utilizzano ancora oggi. Da allora il tè Matcha è diventato protagonista della cerimonia del tè giapponese, ovvero un rituale, che richiede precisione e attenzione ai dettagli, che ha trasformato la preparazione e il consumo del tè in un’esperienza meditativa e contemplativa.

Dove e come viene coltivato?

Il tè Matcha viene coltivato dove vi sono le ideali condizioni del terreno e del clima, che sono fondamentali per ricavare un thé verde Matcha pregiato e di qualità.

La qualità più pregiata di tè Matcha viene coltivata nelle seguenti regioni: Uji nella prefettura di Kyoto, la prefettura di Kagoshima, la prefettura di Aichi e la prefettura di Shizuoka.

A seconda della zona di coltivazione varia anche la tipologia delle piantagioni. La principale varietà di piantagione da cui si ricava il tè Matcha più pregiato e buono è Yabukita. Le principali varietà di piantagioni sono: Okumidori, Samudori, Asahi.

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Il tè Matcha viene raccolto verso la metà di maggio. Le foglie del tè verde vengono raccolte a mano e con molta cura dai coltivatori giapponesi, i quali, nei 15-20 giorni precedenti la raccolta, provvedono a riparare le piantagioni dal sole. Nell’antichità veniva utilizzata la paglia, oggi vengono usati dei tendoni per mantenere alti i livelli di clorofilla e teanina e preservare intatte e inalterate tutte le proprietà del tè Matcha.

Come viene prodotto e come si prepara?

La Matcha si ricava da foglie di tè verde di alta qualità, coltivate all’ombra per aumentarne il contenuto di clorofilla. Una volta raccolte, le foglie vengono cotte a vapore, poi asciugate all’aria, e solo le migliori, dette tencha, vengono selezionate e utilizzate per essere macinate finemente in un macinatore a pietra per dar vita ad una polvere verde intensa e fine, detta appunto Matcha.  Si tratta di un processo artigianale che garantisce la massima freschezza e preserva i nutrienti essenziali presenti nelle foglie.

La modalità di preparazione del tè matcha è antichissima. Non avviene per infusione, come per tutti gli altri comuni tè, ma per sospensione. La polvere, infatti, viene fatta sciogliere direttamente in acqua calda in una larga ciotola con l’utilizzo di tradizionali strumenti.

Varietà di Matcha

Il tè Matcha può essere consumato in diversi modi, a seconda della qualità. Esistono infatti diversi tipi di tè Matcha. Il Matcha Usucha è un tipo di tè più leggero e diluito, dal sapore delicato e rinfrescante. Viene preparato versando acqua calda su una piccola quantità di Matcha e mescolando con un frustino di bambù chiamato “chasen”. 

Vi è poi il Matcha Koicha, una versione più concentrata e intensa della Matcha. Questa varietà richiede una quantità maggiore di polvere di Matcha e una preparazione più lenta e accurata. Il Matcha Koicha è denso e cremoso e ha un sapore robusto e pieno. 

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I benefici del tè Matcha

Il tè Matcha ha proprietà nutrienti e antiossidanti, ma anche antinfiammatorie, per questo ha effetti benefici sulla salute. Inoltre, il tè matcha presenta riconosciute attività, ipocolesterolemizzanti, termogeniche, cito-protettive ed antiaging.

La Matcha contiene infatti una quantità significativa di polifenoli, catechine e soprattutto epigallocatechina gallato (EGCG), ovvero potenti antiossidanti che aiutano a combattere lo stress ossidativo e a proteggere le cellule dai danni causati dai radicali liberi.

La presenza di polifenoli rafforza il sistema immunitario e contribuisce a una migliore resistenza alle malattie. I polifenoli hanno infatti proprietà antimicrobiche e antivirali.

Inoltre, la Matcha contiene teanina, ovvero un aminoacido che si trova comunemente nel tè. A quanto pare, esso è in grado di ridurre lo stress psicofisico e dunque di favorire la sensazione di calma e rilassamento, ma anche la concentrazione mentale. Può dunque risultare utile durante i periodi di stress o quando si desidera aumentare la concentrazione e la produttività. Se assunta in combinazione con la caffeina, sarebbe in grado di migliorare la sfera cognitiva e caratteriale 

Secondo alcune ricerche, il consumo di Matcha stimolerebbe anche il metabolismo e la perdita di peso. La presenza in quantità moderate di catechine e caffeina può contribuire a una maggiore combustione dei grassi e all’aumento del consumo calorico.

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Controindicazioni

Il tè matcha non ha grosse controindicazioni. Se assunto in dosi eccessive, però, potrebbe causare effetti indesiderati.

Inoltre, dal momento che contiene caffeina, si consiglia di non berlo a stomaco vuoto perché potrebbe causare nausea, soprattutto se non si è abituati.

In caso di sensibilità alla caffeina, non bisogna eccedere nel dosaggio o berlo molto concentrato perchè potrebbe provocare palpitazioni e tremori, oppure causare indigestione. la presenza di caffeina ed altre metilxantine potrebbero risultare potenzialmente problematiche in caso di: ipertensione; tachicardia e disturbi d’ansia.

Si consiglia di consumare il tè Matcha al mattino, e non di sera; l’ideale è gustarlo prima dei pasti e non dopo le 14, soprattutto se si è sensibili alla caffeina. L’uso nei più giovani andrebbe preferibilmente supervisionato da un professionista.

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/matcha-polvere-t%C3%A8-frusta-matcha-6079526/]

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Da cosa dipendono gli infarti?

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Da cosa dipendono gli infarti?

Da cosa dipendono gli Infarti: Cause, Fattori di Rischio e Prevenzione

Gli infarti, noti anche come attacchi di cuore, rappresentano una delle principali cause di mortalità in tutto il mondo. Queste gravi condizioni mediche possono colpire improvvisamente e avere conseguenze devastanti sulla salute di una persona. Comprendere le cause e i fattori di rischio associati agli infarti è fondamentale per prevenirli efficacemente e proteggere la salute del cuore. In questo articolo, esamineremo attentamente da cosa dipendono gli infarti, esplorando le cause sottostanti, i fattori di rischio e le strategie di prevenzione.

Cause degli Infarti:

Gli infarti si verificano quando il flusso sanguigno verso una parte del cuore viene interrotto, spesso a causa dell’occlusione di una delle arterie coronarie. Le principali cause di questo blocco includono:

1. Aterosclerosi: Questa è la causa più comune degli infarti. L’aterosclerosi si verifica quando le pareti delle arterie si ispessiscono a causa dell’accumulo di grasso, colesterolo e altre sostanze, formando placche. Se una di queste placche si rompe, può causare la formazione di un coagulo di sangue che ostruisce l’arteria.

2. Trombosi: La formazione di coaguli di sangue all’interno delle arterie coronarie può portare a un’occlusione improvvisa e completa del flusso sanguigno al cuore.

3. Spasmo Coronarico: In alcuni casi, le arterie coronarie possono sperimentare spasmi improvvisi e temporanei, riducendo il flusso di sangue al cuore e causando un infarto.

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4. Embolia: Un embolo, un coagulo di sangue o una massa di tessuto grumoso, può viaggiare attraverso il flusso sanguigno e bloccare una delle arterie coronarie, causando un infarto.

5. Patologie Cardiache Congenite: Alcune persone possono essere più suscettibili agli infarti a causa di difetti cardiaci congeniti che influenzano il flusso sanguigno al cuore.

Fattori di Rischio:

Oltre alle cause immediate degli infarti, diversi fattori di rischio aumentano significativamente la probabilità di sviluppare questa condizione. Questi includono:

1. Ipertensione: La pressione sanguigna elevata aumenta lo stress sulle pareti delle arterie, aumentando il rischio di aterosclerosi e infarti.

2. Colesterolo Elevato: Livelli elevati di colesterolo LDL (“colesterolo cattivo”) possono contribuire alla formazione di placche nelle arterie coronarie.

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3. Fumo di Sigaretta: Le sostanze chimiche presenti nel fumo di sigaretta danneggiano le pareti delle arterie e aumentano il rischio di coaguli di sangue.

4. Diabete: L’iperglicemia associata al diabete danneggia le arterie e aumenta il rischio di aterosclerosi e infarti.

5. Obesità: L’eccesso di peso aumenta lo stress sul cuore e può contribuire a condizioni come ipertensione, diabete e colesterolo elevato.

6. Sedentarietà: L’attività fisica regolare aiuta a mantenere la salute del cuore e riduce il rischio di infarti.

7. Stress: Lo stress cronico può influenzare negativamente la salute del cuore e aumentare la pressione sanguigna.

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8. Età e Sesso: L’età avanzata e il sesso maschile sono fattori di rischio noti per gli infarti, anche se le donne possono essere a rischio dopo la menopausa.

Prevenzione degli Infarti:

La prevenzione degli infarti è fondamentale per ridurre il rischio di gravi complicazioni cardiache. Alcune strategie efficaci includono:

1. Adozione di uno Stile di Vita Salutare: Una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre, insieme all’esercizio regolare, può ridurre il rischio di infarti.

2. Controllo dei Fattori di Rischio: Monitorare e gestire la pressione sanguigna, i livelli di colesterolo e il diabete può aiutare a prevenire la formazione di placche nelle arterie coronarie.

3. Cessazione del Fumo: Smettere di fumare è uno dei modi più efficaci per ridurre il rischio di infarti e migliorare la salute generale del cuore e dei polmoni.

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4. Assunzione di Farmaci: In alcuni casi, il medico può prescrivere farmaci per controllare la pressione sanguigna, abbassare il colesterolo o gestire altre condizioni mediche che aumentano il rischio di infarti.

5. Monitoraggio Regolare della Salute: Sottoporsi regolarmente a controlli medici può consentire di individuare precocemente eventuali fattori di rischio o problemi cardiaci e intervenire tempestivamente.

6. Gestione dello Stress: Pratiche come la meditazione, lo yoga e l’esercizio possono aiutare a ridurre lo stress e promuovere la salute del cuore.

Gli infarti rappresentano una grave minaccia per la salute cardiovascolare e possono avere conseguenze fatali se non trattati tempestivamente. Comprendere le cause e i fattori di rischio associati agli infarti è fondamentale per adottare misure preventive efficaci e proteggere la salute del cuore. Con uno stile di vita sano, il controllo dei fattori di rischio e un attento monitoraggio della salute, è possibile ridurre significativamente il rischio di infarti e vivere una vita più lunga e sana.

 

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[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/attacco-di-cuore-malattia-salute-7479253/]

 

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Quale fine fanno gli strumenti chirurgici usati in sala operatoria?

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Quale fine fanno gli strumenti chirurgici usati in sala operatoria?

Il Destino degli Strumenti Chirurgici Usati in Sala Operatoria: Processi e Normative da Conoscere

Nel mondo della sanità, ogni aspetto del processo medico viene attentamente considerato, incluso il destino degli strumenti chirurgici usati in sala operatoria. Questa è una questione di sicurezza, igiene e responsabilità ambientale. In questo articolo, esploreremo i processi e le normative che regolano il trattamento degli strumenti chirurgici dopo l’uso, offrendo una panoramica completa su quale fine facciano.

L’importanza del Corretto Trattamento degli Strumenti Chirurgici

Gli strumenti chirurgici sono essenziali per l’esecuzione di procedure mediche sicure ed efficaci. Tuttavia, dopo ogni utilizzo, è fondamentale trattarli in modo appropriato per evitare rischi per la salute dei pazienti e degli operatori, nonché per garantire la conformità normativa e la sostenibilità ambientale.

Processi di Sterilizzazione e Sanificazione

Dopo ogni intervento chirurgico, gli strumenti devono essere accuratamente puliti, sterilizzati e sanificati. Questo processo è cruciale per eliminare qualsiasi contaminazione batterica o virale e prevenire la trasmissione di infezioni. Le strutture sanitarie seguono rigorosi protocolli per garantire che gli strumenti siano trattati in modo sicuro ed efficace.

Sterilizzazione Autoclave: Il Metodo Standard

La sterilizzazione mediante autoclave è uno dei metodi più comuni utilizzati per trattare gli strumenti chirurgici. Questo processo implica l’esposizione degli strumenti al vapore ad alta pressione e temperatura, uccidendo batteri, virus e altri microrganismi patogeni. Le moderne autoclavi sono dotate di avanzate tecnologie di monitoraggio e registrazione per garantire la completa sterilità degli strumenti.

Rigide Normative e Standard di Sicurezza

Le normative e gli standard di sicurezza nella gestione degli strumenti chirurgici sono rigorosi e ben definiti. Le autorità sanitarie locali e internazionali impongono regole stringenti per garantire la sicurezza e la conformità normativa. Le strutture sanitarie devono rispettare queste normative e sottoporsi a ispezioni regolari per assicurare il rispetto dei requisiti.

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La Responsabilità Ambientale: Riciclo e Smaltimento

Oltre alla sicurezza e all’igiene, la responsabilità ambientale è un aspetto cruciale nella gestione degli strumenti chirurgici. Gli strumenti monouso, quando possibile, dovrebbero essere composti da materiali biodegradabili o riciclabili. Gli strumenti riutilizzabili devono essere trattati in modo da minimizzare l’impatto ambientale. Le pratiche di riciclo e smaltimento sicuro sono essenziali per ridurre l’inquinamento e preservare l’ambiente.

Innovazioni Tecnologiche per una Gestione Più Efficiente

L’innovazione tecnologica ha rivoluzionato il settore della gestione degli strumenti chirurgici. Dalle avanzate autoclavi ai sistemi di tracciabilità RFID (Radio Frequency Identification), le nuove tecnologie consentono una gestione più efficiente degli strumenti, migliorando la sicurezza, riducendo i tempi di trattamento e ottimizzando le risorse.

Sicurezza, Conformità Normativa e Sostenibilità

Il destino degli strumenti chirurgici usati in sala operatoria è una questione complessa che coinvolge sicurezza, conformità normativa e sostenibilità. È essenziale che le strutture sanitarie rispettino rigorosi protocolli per garantire la sterilizzazione e la sanificazione degli strumenti, oltre a seguire le normative ambientali per il riciclo e lo smaltimento sicuro. Solo attraverso una gestione responsabile e consapevole degli strumenti chirurgici possiamo garantire interventi medici sicuri, igienici e sostenibili per il bene dei pazienti e dell’ambiente.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/chirurgia-ospedale-medico-cura-1822458/]

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Quale cura per le ragadi?

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Quale cura per le ragadi?

Quale Cura per le Ragadi della Pelle: Rimedi Efficaci e Consigli Utili

Le ragadi della pelle sono uno dei problemi dermatologici più comuni che affliggono le persone di tutte le età. Queste piccole crepe o fenditure nella pelle possono verificarsi in varie parti del corpo, ma sono più comuni sulle mani, sui piedi e sulle labbra. Le ragadi possono essere dolorose e fastidiose, e se non trattate adeguatamente, possono peggiorare e causare complicazioni. Fortunatamente, esistono diverse cure efficaci per le ragadi della pelle che possono aiutare a lenire il dolore, favorire la guarigione e prevenire recidive. In questo articolo, esploreremo le cause delle ragadi della pelle e forniremo consigli utili e rimedi naturali per trattarle in modo efficace.

Cause delle Ragadi della Pelle

Prima di esaminare le cure per le ragadi della pelle, è importante capire le cause sottostanti di questo problema. Le ragadi possono essere causate da una serie di fattori, tra cui:

1. Pelle Secca: La mancanza di idratazione è una delle cause principali delle ragadi della pelle. La pelle secca è più suscettibile alle crepe e alle fenditure, specialmente nelle zone soggette a maggiore attrito, come le mani e i piedi.

2. Esposizione agli Agenti Atmosferici: L’esposizione prolungata al freddo, al vento e alla luce solare può contribuire alla formazione di ragadi sulla pelle.

3. Attività Ripetitive: L’uso eccessivo delle mani, ad esempio durante lavori manuali o sport come l’arrampicata su roccia, può causare ragadi.

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4. Carenza Nutrizionale: Una dieta carente di vitamine e minerali essenziali, come la vitamina A, la vitamina E e lo zinco, può influenzare la salute della pelle e aumentare il rischio di ragadi.

5. Condizioni Dermatologiche: Alcune condizioni della pelle, come l’eczema e la psoriasi, possono rendere la pelle più suscettibile alle ragadi.

Cura e Trattamento delle Ragadi della Pelle

1. Idratazione Adeguata

Mantenere la pelle ben idratata è fondamentale per prevenire e trattare le ragadi. Applicare regolarmente una crema idratante ricca di agenti emollienti come la vaselina, la glicerina o l’acido ialuronico può aiutare a ripristinare l’umidità della pelle e a ridurre la secchezza.

2. Protezione Solare

L’applicazione di una crema solare con un elevato SPF può aiutare a proteggere la pelle dalle aggressioni dei raggi UV, riducendo così il rischio di ragadi causate dalla luce solare.

3. Esfoliazione Dolce

L’esfoliazione regolare può contribuire a rimuovere le cellule morte dalla superficie della pelle, favorendo la guarigione delle ragadi. Tuttavia, è importante utilizzare esfolianti delicati per evitare di irritare ulteriormente la pelle.

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4. Bagni e Doccie Tiepide

Evitare l’uso di acqua calda e detergenti aggressivi durante il bagno o la doccia, poiché possono privare la pelle dei suoi oli naturali protettivi, peggiorando così le ragadi.

5. Applicazione di Oli Naturali

Gli oli naturali come l’olio di cocco, l’olio di mandorle e l’olio di jojoba possono aiutare a lenire e idratare la pelle, riducendo il dolore associato alle ragadi e promuovendo la guarigione.

6. Cerotti Protettivi

Nei casi in cui le ragadi sono particolarmente dolorose o profonde, l’applicazione di cerotti protettivi può aiutare a proteggere la pelle e a favorirne la guarigione.

7. Integratori Alimentari

Integrare nella dieta alimenti ricchi di vitamine e minerali essenziali può aiutare a migliorare la salute della pelle e a ridurre il rischio di ragadi. Inoltre, l’assunzione di integratori di vitamine e minerali può essere utile per compensare eventuali carenze nutrizionali.

8. Consultare un Dermatologo

Se le ragadi persistono nonostante l’uso di rimedi casalinghi e trattamenti topici, è consigliabile consultare un dermatologo. Il medico può valutare la gravità del problema e raccomandare trattamenti più specifici, come creme a base di corticosteroidi o terapie laser.

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Le ragadi della pelle possono essere fastidiose e dolorose, ma con le giuste cure e trattamenti, è possibile lenire il dolore, favorire la guarigione e prevenire recidive. Mantenere la pelle ben idratata, proteggerla dagli agenti atmosferici e adottare una dieta equilibrata sono passi fondamentali per prevenire le ragadi. Tuttavia, se le ragadi persistono o peggiorano, è consigliabile consultare un dermatologo per una valutazione e un trattamento più specifico. Con le cure adeguate, è possibile ottenere sollievo dai sintomi delle ragadi e ripristinare la salute della pelle.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/mani-vecchio-vecchiaia-anziano-2906458/]

 

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