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Cambiamento climatico: aumentano le turbolenze in volo
Anche le turbolenze in volo risentono delle conseguenze del cambiamento climatico. Negli ultimi 40 anni sono peggiorate e continueranno a peggiorare. Lo studio dell’Università di Reading.
Le conseguenze del cambiamento climatico si ripercuotono anche sui viaggi in aereo. Negli ultimi 40 anni le turbolenze, ossia i vortici d’aria che alterano la calma del volo, sono nettamente peggiorate a causa del cambiamento climatico e si stima che continueranno a peggiorare. È il quadro che emerge da una ricerca pubblicata su Geophysical Research Letters dai ricercatori del Dipartimento di Meteorologia dell’Università di Reading.
Turbolenze in volo in aumento a causa del cambiamento climatico
Che il cambiamento climatico avrebbe peggiorato le turbolenze in volo era già stato previsto da diversi studi condotti negli ultimi decenni. Ora una nuova ricerca pubblicata su Geophysical Research Letters dai ricercatori dell’Università di Reading ha analizzato quanto la loro frequenza sia già aumentata negli ultimi 40 anni, rilevando un balzo del 55% nelle turbolenze severe dal 1979 al 2020
È emerso che le cosiddette “clear-air turbulence” (CAT – “turbolenze in aria chiara”), cioè che avvengono normalmente ad alta quota in cieli senza nubi, si verificano molto più spesso soprattutto sulla rotta nord atlantica, in aree dove sono molto frequenti variazioni di vento repentine condizionate soprattutto dalle correnti a getto, a loro volta influenzate dalla temperatura dell’aria (wind shear).
Da quando sono iniziate le osservazioni satellitari, ovvero dal 1979, il wind shear è aumentato del 15% alla quota di crociera di un velivolo. Secondo le stime, entro il 2100 aumenterà di un ulteriore 17-29%.
Cause e previsioni
La causa dell’aumento delle turbolenze è, come detto, del cambiamento climatico e dei cosiddetti feedback loop atmosferici, ovvero dei circoli viziosi che fanno sì che calore generi altro calore, aumentando la differenza tra le diverse temperature dell’aria e generando il wind shear ad alta quota. Stando alle stime, in futuro la situazione peggiorerà: le turbolenze saranno sempre più comuni e il rischio di turbolenze gravi raddoppierà o triplicherà.
Questa tendenza al rialzo è confermata dalla stessa ricerca da cui emerge che dal 1979 al 2020, sul solo Atlantico del Nord, una delle rotte aeree più trafficate su scala globale, le CAT forti sono aumentate del 55% (passando da 17,7 ore annuali nel 1979 a 27,4 ore annuali nel 2020), quelle moderate del 37% (da 70 ore a 96,1 ore) e quelle modeste del 17% (da 466,5 ore a 546,8 ore).
Non solo gli Stati Uniti e il Nord Atlantico hanno sperimentato aumenti notevoli della turbolenza. Anche le rotte di volo in Europa, Medio Oriente e Sud Atlantico, infatti, hanno riscontrato un aumento dei fenomeni turbolenti.
Gli autori del rapporto sostengono che la loro ricerca “rappresenta la migliore prova fino ad oggi che la CAT è aumentata negli ultimi quattro decenni, coerentemente con gli effetti previsti del cambiamento climatico”.
“Il cambiamento climatico avrà molti effetti sull’aviazione. Ci aspettiamo che l’atmosfera diventi più turbolenta. Quindi nei prossimi decenni potrebbero esserci forse il doppio o il triplo della turbolenza sui voli”, ha dichiarato Paul Williams, professore di scienze atmosferiche all’Università di Reading e co-autore dello studio.
L’aumento delle ore di turbolenze non significa “necessariamente che gli aerei incontrino turbolenze in aria libera perché i velivoli cercano di evitarle e sono diventati molto bravi ad evitarle”, ha spiegato il professore. Al contempo però “c’è più turbolenza nell’atmosfera”, ha aggiunto; una condizione che rende impossibile aggirare del tutto gli effetti dei vortici.
“È difficile credere che ci sia il 55% di turbolenze in più nell’atmosfera e che gli aerei non ne incontrino di più”, ha aggiunto Williams, precisando che il rapporto ha analizzato le osservazioni atmosferiche piuttosto che esaminare direttamente le misurazioni della turbolenza effettuate dagli aerei.
Cambiamento climatico e turbolenze: i costi fisici e finanziari
Williams ha spiegato che lo studio ha preso in esame anche i costi, fisici e finanziari, delle turbolenze più o meno pesanti che si incontrano lungo la tratta. Quelli fisici, come riferito dal professore, includono i danni “all’aeromobile dovuti a oggetti e persone… che si scontrano con l’interno, di solito il soffitto, e più banalmente solo l’usura di routine o quello che gli ingegneri chiamano ’affaticamento’ dell’aeroplano”.
Quelli finanziari, invece, come spiegato dal co-autore dello studio e ricercatore Mark Prosser, possono arrivare al mezzo miliardo di dollari Usa. “Le compagnie aeree dovranno iniziare a pensare a come gestire l’aumento della turbolenza, che costa al settore 150-500 milioni di dollari all’anno solo negli Stati Uniti”, ha affermato Prosser, riferendosi a una cifra riportata su un sito web relativo al laboratorio di applicazioni di ricerca Ncar. “Ogni minuto in più trascorso in turbolenza aumenta l’usura dell’aereo e il rischio di lesioni per i passeggeri e gli assistenti di volo”, ha aggiunto Prosser.
Quali soluzioni?
Gli studiosi affermano che al momento non esistono soluzioni per fermare queste turbolenze e avere voli più stabili e sicuri: “I progressi tecnologici potranno forse un giorno permettere ai piloti di visualizzare a distanza le CAT in tempo reale direttamente sulla plancia. Ma tecnologie di questo tipo sono ancora carissime e perciò non impiegabili”, hanno spiegato in un articolo di The Conversation. Il professor Paul Williams e i suoi colleghi sottolineano l’importanza di investire in tecnologie avanzate e in sistemi di previsione e rilevamento della turbolenza più accurati per garantire voli più sicuri e meno turbolenti in futuro.
Nell’attesa di soluzioni concrete, il consiglio dei ricercatori per affrontare le turbolenzere in volo è semplicemente quello di tenere le cinture sempre allacciate e mantenere la calma, ricordando che le turbolenze non sono quasi mai così forti come sembrano. Gli aerei sono progettati per resistere anche a turbolenze estreme e i piloti sono addestrati e hanno apposite procedure per gestirle.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/trasporto-aereo-volo-cielo-nube-5207942/]
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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto
Il giocatore dell’Inter Acerbi assolto
Nel mondo dello sport, ogni tanto emergono controversie che scuotono gli appassionati e la comunità sportiva nel suo complesso. Una di queste situazioni si è verificata recentemente nel calcio italiano, coinvolgendo due giocatori di spicco: Juan Jesus del Napoli e Francesco Acerbi dell’Inter. La controversia è stata generata da presunte accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi nei confronti di Juan Jesus durante un incontro sul campo. Tuttavia, dopo un’attenta indagine, nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto. Le autorità sottolineano la mancanza di prove concrete a sostegno delle accuse.
Questa vicenda ha suscitato grande interesse e dibattito nell’ambito del calcio italiano e internazionale, con molti media che hanno seguito da vicino lo sviluppo della situazione. Tuttavia, è importante analizzare i fatti in modo obiettivo e approfondito, evitando di lasciarsi trascinare da speculazioni e rumor. In questo articolo, esamineremo attentamente gli eventi che hanno portato a questa controversia, analizzando le prove disponibili e le conclusioni delle autorità competenti.
Il diverbio
La vicenda ha avuto origine durante un match di alto profilo tra Napoli e Inter, due delle squadre più importanti della Serie A italiana. Durante la partita, si è verificato un alterco tra Juan Jesus e Francesco Acerbi, che ha attirato l’attenzione degli spettatori e dei media. In seguito alla partita, sono emerse voci secondo cui Acerbi avrebbe rivolto insulti razzisti a Juan Jesus durante l’incontro. Queste accuse hanno immediatamente scatenato una forte reazione da parte dell’opinione pubblica e dei dirigenti sportivi, che hanno chiesto un’indagine approfondita sull’incidente.
Le autorità competenti hanno avviato un’indagine immediata per fare chiarezza sulla situazione. Sono stati interpellati arbitri, giocatori e testimoni oculari presenti durante la partita al fine di raccogliere prove e testimonianze utili per stabilire la verità. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, non è emerso alcun elemento che confermasse le accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi. Le testimonianze raccolte non hanno fornito alcun riscontro sostanziale alle accuse, e le immagini delle telecamere presenti allo stadio non hanno rilevato comportamenti sospetti o discriminatori da parte del giocatore dell’Inter.
Mancanza di prove concrete
Di fronte alla mancanza di prove concrete, le autorità incaricate dell’indagine hanno concluso che non vi erano elementi sufficienti per sostenere le accuse di razzismo nei confronti di Acerbi. Questa decisione ha sollevato un sospiro di sollievo tra i sostenitori dell’Inter e ha posto fine alla speculazione mediatica che aveva circondato l’incidente. Tuttavia, è importante sottolineare che la questione del razzismo nello sport resta un tema di grande importanza e sensibilità, e deve essere affrontato con la massima serietà e determinazione.
La controversia tra Juan Jesus e Francesco Acerbi ha messo in luce l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con una mentalità aperta e inclusiva. Sebbene in questo caso specifico non siano emerse prove di comportamento razzista, è fondamentale rimanere vigili e pronti a intervenire ogni volta che si verificano episodi di discriminazione o intolleranza. Le squadre, le istituzioni sportive e gli organi preposti devono lavorare insieme per promuovere un ambiente di gioco sano e rispettoso, in cui ogni giocatore si senta al sicuro e rispettato.
Sport e razzismo
La vicenda che ha coinvolto Juan Jesus e Francesco Acerbi ha evidenziato l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con responsabilità e determinazione. Sebbene le accuse di comportamento razzista nei confronti di Acerbi siano state respinte per mancanza di prove, questo episodio ci ricorda che il lavoro per combattere il razzismo nello sport è tutt’altro che concluso. È fondamentale continuare a sensibilizzare giocatori, tifosi e dirigenti sulle conseguenze negative del razzismo e lavorare insieme per creare un ambiente di gioco inclusivo e rispettoso per tutti. Solo così possiamo assicurare che lo sport rimanga un veicolo di unità e integrazione, capace di superare le barriere culturali e promuovere valori universali di solidarietà e tolleranza.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/martelletto-giustizia-giudice-7499911/]
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Crolla il ponte di Baltimora per un’urto con una nave cargo
Il recente crollo del ponte a Baltimora ha scosso gli Stati Uniti, suscitando preoccupazione e interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture. L’incidente è stato causato dall’urto di una nave cargo, che ha portato al cedimento del ponte, generando conseguenze disastrose. In questo articolo, esploreremo gli eventi che hanno portato a questa tragedia, le sue implicazioni e le misure necessarie per prevenire simili incidenti in futuro.
La Cronaca dell’Incidente
La città di Baltimora è stata scossa da un evento tragico quando un ponte importante è crollato dopo essere stato colpito da una nave cargo. L’incidente ha avuto luogo durante le operazioni di navigazione della nave nel porto di Baltimora. Secondo i rapporti preliminari, la nave ha perso il controllo a causa di condizioni meteorologiche avverse o guasti tecnici, finendo per urtare violentemente contro il pilone centrale del ponte.
Le immagini e i video dell’incidente hanno rapidamente fatto il giro dei media e dei social media, mostrando la devastazione causata dal crollo del ponte e l’impatto sulla circolazione stradale e marittima della zona. Le autorità locali hanno prontamente avviato operazioni di soccorso e recupero, ma il bilancio delle vittime è risultato tragico, con numerose persone ferite e alcune purtroppo decedute.
Le Cause dell’Incidente
Le indagini sull’incidente sono ancora in corso, ma finora sembra che una combinazione di fattori abbia contribuito alla tragedia. Le condizioni meteorologiche avverse potrebbero aver compromesso la visibilità e la manovrabilità della nave, mentre guasti tecnici o errori umani potrebbero aver aggravato la situazione. È chiaro che la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime deve essere rafforzata per evitare che simili incidenti si ripetano in futuro.
Implicazioni e Conseguenze
L’urto della nave cargo e il conseguente crollo del ponte hanno avuto una serie di conseguenze immediate e a lungo termine. Oltre alle perdite umane e ai danni materiali, l’incidente ha interrotto la circolazione stradale e marittima nella zona, con ripercussioni sul trasporto di merci e sulle attività economiche locali. Inoltre, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture in tutta la nazione, mettendo in evidenza la necessità di un’attenta manutenzione e supervisione.
Misure di Prevenzione e Sicurezza
Per prevenire futuri incidenti simili, è fondamentale adottare misure efficaci di prevenzione e sicurezza. Queste possono includere controlli più rigorosi sulle condizioni delle navi e delle infrastrutture portuali, la formazione adeguata degli equipaggi e l’implementazione di tecnologie avanzate per monitorare e gestire il traffico marittimo. Inoltre, è essenziale migliorare la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture esistenti per garantire la loro sicurezza e integrità a lungo termine.
L’incidente del crollo del ponte a Baltimora è stato un evento tragico che ha messo in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e prevenzione. È fondamentale che le autorità locali e nazionali agiscano prontamente per implementare le raccomandazioni emerse dalle indagini sull’incidente e per garantire la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime in tutto il paese. Solo attraverso un impegno congiunto e un investimento continuo nella sicurezza delle infrastrutture possiamo evitare tragedie simili e proteggere le vite e le proprietà dei nostri cittadini.
[fonte immagine: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-ponte-baltimora-crolla-schianto-nave_79670268-202402k.shtml]
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Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?
Nel vasto regno dello spazio, l’unione tra la tecnologia spaziale e l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere e offrendo soluzioni innovative. Uno degli sviluppi più significativi di questa convergenza è l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale (IA). Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?
Il matrimonio tra spazio e IA
Gli satelliti sono stati a lungo strumenti vitali per esplorare e comprendere lo spazio, oltre che per fornire servizi essenziali sulla Terra, come la comunicazione, la navigazione e l’osservazione della Terra. Tuttavia, i tradizionali satelliti sono stati progettati con sistemi di controllo e monitoraggio umani. Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale.
L’intelligenza artificiale offre la capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, di apprendere da essi e di prendere decisioni autonome. Applicata ai satelliti, l’IA consente una maggiore autonomia operativa, riducendo la dipendenza dai comandi umani e consentendo una risposta più rapida agli eventi in tempo reale.
Applicazioni dei satelliti con intelligenza artificiale
1. Osservazione della Terra: Gli satelliti dotati di IA possono analizzare i dati raccolti dalle immagini satellitari per rilevare cambiamenti ambientali, monitorare il clima, identificare fenomeni naturali e fornire informazioni cruciali per la gestione delle risorse naturali e la mitigazione dei disastri.
2. Navigazione spaziale: L’IA può ottimizzare le rotte dei satelliti per massimizzare l’efficienza energetica e ridurre il rischio di collisioni nello spazio congestionato.
3. Comunicazioni: L’IA può migliorare la gestione delle reti satellitari, ottimizzando la distribuzione delle risorse e garantendo una connettività affidabile anche nelle condizioni più sfavorevoli.
4. Esplorazione spaziale: L’intelligenza artificiale può consentire ai satelliti di adattarsi e reagire autonomamente alle condizioni ambientali in esplorazioni oltre il nostro sistema solare, rendendo possibili missioni più complesse e ambiziose.
Vantaggi dell’IA nei satelliti
– Riduzione dei costi: Con l’IA, i satelliti possono operare in modo più efficiente, riducendo la necessità di costose missioni di manutenzione e aggiornamento.
– Risposta rapida: Grazie alla capacità di elaborazione in tempo reale, i satelliti con IA possono rilevare e rispondere agli eventi quasi istantaneamente, consentendo una migliore gestione delle emergenze e delle crisi.
– Miglioramento delle prestazioni: L’IA può ottimizzare le operazioni dei satelliti, migliorando la precisione delle misurazioni e l’affidabilità dei servizi forniti.
Sfide e considerazioni etiche
Nonostante i numerosi vantaggi, l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale solleva anche alcune sfide e preoccupazioni:
– Affidabilità: L’affidabilità dei sistemi basati sull’IA è ancora soggetta a questioni di sicurezza e robustezza. Un malfunzionamento dell’IA potrebbe avere gravi conseguenze.
– Privacy e sicurezza: L’uso dell’IA nei satelliti potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati, specialmente quando si tratta di immagini satellitari ad alta risoluzione.
– Responsabilità: Chi è responsabile in caso di errori o danni causati da decisioni autonome prese dall’IA a bordo dei satelliti? Questa è una domanda importante che richiede una risposta chiara.
Affidare un satellite all’intelligenza artificiale apre un mondo di possibilità nel campo dell’esplorazione spaziale, delle telecomunicazioni e dell’osservazione della Terra. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide tecniche, etiche e legali associate a questa convergenza. Con una corretta gestione e un’attenta considerazione degli impatti, l’IA potrebbe trasformare radicalmente il settore spaziale, portando a nuove scoperte e benefici per l’umanità.
[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/terra-spazio-satelliti-monitoraggio-79533/]
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ric
16 Ottobre 2023 at 10:00
La colpa è delle scie chimiche che alterano l’atmosfera, ovviamente sul nord atlantico (paesi nato) ci sono le irrorazioni maggiori e quindi le turbolenze maggiori…