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Fase 2: ecco il calendario delle riaperture delle attività.

La fase 2 ripartirà per tappe, riprendendo già con la riapertura di alcune attività da oggi, lunedì 27 aprile. Vediamo nel dettaglio il calendario previsto.

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Fase 2 ecco il calendario delle riaperture delle attività.

La fase 2 ripartirà per tappe, riprendendo già con la riapertura di alcune attività da oggi, lunedì 27 aprile. Si procederà poi con il 4 maggio, 18 maggio e 1 giungo. Vediamo nel dettaglio il calendario delle riaperture delle attività che potranno ripartire.

Lunedì 27 aprile

Si riparte oggi con l’apertura di fabbriche industriali per l’agricoltura e la selvicoltura, industrie dell’export e i cantieri.

Lunedì 4 maggio

Per lunedì 4 maggio è prevista la riapertura di tutte le attività del settore manifatturiero, della moda, del tessile, dell’automotive e costruzioni.

Sarà consentito anche il cibo d’asporto, mantenendo comunque le distanze di sicurezza e non sostando fuori dai luoghi per consumare gli alimenti. Quindi, bar e ristoranti torneranno ad aprire ma solo in modalità d’asporto, da consumare a casa o in ufficio.

Il 4 maggio il via libera anche all’attività motoria individuale lontano da casa, sempre mantenendo le distanze. Il via libera anche per celebrare funerali, ma con un massimo di 15 persone.

Lunedì 18 maggio

L’11 maggio era prevista la riapertura di negozi al dettaglio, di abbigliamento e calzature, ma è slittata al 18 maggio. Dovrà esserci il massimo rispetto delle regole garantendo il distanziamento sociale tra i clienti e mettendo a disposizione i dispositivi di protezione all’interno dei locali.

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Sempre il 18 maggio ci sarà la riapertura dei musei, delle biblioteche, delle mostre e il via libera agli allenamenti di squadra. Gli allenamenti individuali degli sportivi possono già essere praticati dal 4 maggio.

Lunedì 1 giugno

Questa ultima tappa della fase due permetterà la riapertura delle attività per la cura della persona: parrucchieri, centri estetici e massaggi. Obbligo di sterilizzazione di tutti gli strumenti e ovviamente di indossare mascherine e guanti e di rapporto solo con un cliente alla volta.

Dall’1 giugno inoltre, bar e ristoranti potranno ufficialmente riaprire. Potranno quindi accogliere i clienti rispettando il distanziamento dei tavoli che dovrà essere di almeno 2 metri. Quindi verranno dimezzati i coperti all’interno dei locali. Tutte le regole su come fare una giusta organizzazione dovrebbero essere stabilite a breve.

Codice Ateco

FONTE FOTO: http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/DPCM_20200426.pdf

Potrai inoltre trovare il testo del Dpcm del 26 aprile QUI, con tutte le disposizioni e i dettagli in merito alle attività previste nel nuovo decreto della Fase 2.

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25 Comments

25 Comments

  1. n. XV Anno E.F.

    29 Aprile 2020 at 15:38

    Il governo! Sgoverna, è possibile non fare un programma serio per tutte le attività? Per non farci trovare a culo nudo nel periodo estivo? potrebbero scaglionare le ferie di tutti, dico tutti, così ci sarebbe meno afflusso di movimento nel Paese e con le dovute regole (mascherina, guanti e distanze); si rischia molto meno. Non hanno pensato a questo? che cxxo pensano! Povera Patria, come canta Battiato.
    Con questi politici, letteralmente ignoranti, vi dico: l’Italia stava molto, molto meglio quando si stava peggio (dicono lor signori del cxxo che non è vero!!).
    Fate lavorare con dovute regole assennate e aiuti diretti di finanza sostenibile all’Italia Proletaria, Scientifica, Industriale, Agricola, ecct..

    • Claudia

      30 Aprile 2020 at 09:01

      non mi capacito dell’irresponsabilità che “alberga” nelle menti offuscate dal riposo forzato; la smania di tornare alla “normalità” ovvero al delirio che ci ha accompagnato per decenni ci porterà al disastro totale … più che povera Patria direi povera TERRA!
      Abbiamo già dimenticato il numero spropositato di vittime? Non pensiamo che potremmo esserci anche noi nella prossima ondata? Non si tratta di pessimismo, o di incapacità di questo e di quello, ma di prudenza!

    • n. XV Anno E.F.

      1 Maggio 2020 at 02:36

      Claudia, non ha bisogno di lavoro e guadagnare per portare a casa qualcosa da mangiare alla famiglia, beve essere una benestante, senza invidia, Dio ti mantenga.
      E’ facile fare la predica senza avere una lungimiranza irresponsabile per serenità di tutti, è urgentissimo far ripartire la nazione, con tutte le dovute precauzioni, siamo già in ritardo e che Idio ce la mandi buona, Auguri

  2. Mario

    29 Aprile 2020 at 09:41

    Perché non consentire il trasferimento alle seconde case (di proprietà o in affitto) per le operazioni di manutenzione assolutamente necessarie al fine di evitare il deterioramento del bene? Se le misure di protezione individuali non sono sufficienti a garantire la sicurezza lo si dica esplicitamente e si smetta di considerare i cittadini come dei deficienti. Oppure di vuole nascondere l’inefficienza del governo a garantire la disponibilità di dispositivi adeguati (mascherine FFP2)?

    • Rosario

      29 Aprile 2020 at 11:46

      Scusate fatemi capire, io posso andare a trovare un “congiunto” con il rischio di infettarlo, ma mi è negato il permesso di andare nella mia seconda casa di campagna dove non c’è anima viva per passare qualche giornata? Ditemi il senso di tutto questo.

  3. Remo Zanotti

    29 Aprile 2020 at 07:22

    A Questi gli e’ scappata la situazione di mano e non sanno piu’ cosa fare,come con gli Immigrati, sono andati nel pallone ,come si dice. Tanto loro non pagano niente. A noi ci hanno chiuso TUTTO, e tolto il nostro lavoro e guadagno, a LORO non hanno avuto l’idea chre per questo periodo POTEVANO TAGLIARSI LO STIPENDIO, e’ giusto come facevano a vivere POVERINI.

    • tiziano

      29 Aprile 2020 at 12:53

      Lo stipendio se lo sono aumentato agli inizi di marzo, ed ora stanno valutando se adeguarlo a quello dei parlamentari italiani a Bruxselles (altro aumento). Non se ne può più!!!!!

  4. Nando

    28 Aprile 2020 at 19:26

    Vorrei sapere se c’è qualcuno di Voi che si prenderebbe la responsabilità di riaprire tutte le attività sapete quante persone sono decedute, ma vi rendete conto la Germania ci ha provato avete sentito con quali risultati? La Ofrancia doveva far rientrare i bimbi a sula però strano ci ha ripensato facciamo le cose gradualmente.

  5. Pasquale

    28 Aprile 2020 at 15:15

    ma non ancora avete capito che la riapertura 2 fase, servira’ per constatare quanti casi di malati si ammaleranno di covid e quanti ulteriori morti ci saranno, conclusione ci troviamo nelle mani di incopetenti, sia scientifico (sopratutto) e poi i politici.

    • Claudia

      29 Aprile 2020 at 11:43

      allora pensaci tu scienziato illuminato
      le critiche vanno a mille

  6. sergio palermi

    28 Aprile 2020 at 12:36

    ho un negozio dove entra in media una persona ogni due ore qualcuno mi può spiegare perchè non posso lavorare?

  7. FRANCA ALTAMURA

    28 Aprile 2020 at 12:15

    ESSENDO IN PENSIONE ogni anno mi reco nella mia 2a casa situata in un’altra regione,da maggio a ottobre.
    Passi per saltare il mese di maggio ma a giugno dovrei proprio andarci. Devo fare lavori di manutenzione e comunque devo riaprirla. Farò la quarantena anche là,non ci sono problemi.
    Si parla inoltre di come stare sulla spiaggia ma le persone che arrivano da fuori regione che fanno, arrivano tutti in un periodo? non è meglio per chi può, partire prima quando il flusso è di molto inferiore? FATE PARTIRE PER LA 2a CASA IN ALTRA REGIONE GIA’ ALLA FINE DI MAGGIO PER CHI PUO’!!!!!!!!!!

    • Peter

      28 Aprile 2020 at 16:04

      Concordo. Non si può passare sotto silenzio la questione delle strutture ricettive e turistiche legate anche all’uso delle seconde case. Se le regole di distanziamento servono a qualcosa quale è il problema ?

    • Claudia

      29 Aprile 2020 at 11:38

      avere una seconda casa è anche un impegno, dobbiamo avere ancora un po’ di pazienza … dall’esito di questa fase graduale di ripresa si potrà capire come procedere; se dovesse riacutizzarsi il contagio (sono in molti a temerlo) il problema diventerebbe ancora più catastrofico … non è solo una questione politica, dovrebbe prevalere il buonsenso perché con il senno di poi non si risolverebbe più niente.

  8. Claudia

    28 Aprile 2020 at 11:10

    in Italia ci sono quasi 60 milioni di laureati in sapientologia
    … peccato che ne siano già morti 26.977

    e senza tanti disturbi qualcuno sparirà …
    … saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età

  9. Lucia scioscia

    27 Aprile 2020 at 17:54

    Fase due,tre, quattro e via discorrendo. Non faremmo meglio a chiedere al coronavirus che intenzioni ha in futuro??

    se chiedessimo al coronavirus che intenzioni ha in futuro??

    • Claudia

      28 Aprile 2020 at 11:12

      Ah Ah Ah … mi vien che ridere avanti il prossimo

  10. Massimo Pari

    27 Aprile 2020 at 16:51

    Ho una relazione sentimentale da 8 anni, quando si potrà oltrepassare il confine della regione limitrofa ?
    Grazie x la risposta.!

  11. carlo sezzano

    27 Aprile 2020 at 16:47

    non vi è piu limite di età?

  12. carlo sezzano

    27 Aprile 2020 at 16:46

    posso andare e tornare in giornata a vedere la mia casa di montagna,stessa regione e,i cimiteri,sono aperti?

  13. Flavio

    27 Aprile 2020 at 15:51

    Conte farebbe cosa gradita se sparisse per un po’, almeno 10 anni , è il minimo per disintossicarsi da un pallone gonfiato,incapace,presuntuoso.

    • Annits

      27 Aprile 2020 at 21:59

      Io direi per sempre non capisce un caxxo di politica tornasse a fare il Professorino

    • Claudia

      27 Aprile 2020 at 23:55

      VAI AVANTI TU … CHE MI VIEN DA RIDERE

    • DOMENICO LACAVA

      1 Maggio 2020 at 12:28

      Magari vai tu al suo posto a prendere delle decisioni, ma lo lasciamo lavorare in santa pace!!!!!!!!

  14. VANNA

    27 Aprile 2020 at 15:04

    dal 4 maggio posso fare una passeggiata ad un rifugio in montagna?!?

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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto

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Nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto

Il giocatore dell’Inter Acerbi assolto

Nel mondo dello sport, ogni tanto emergono controversie che scuotono gli appassionati e la comunità sportiva nel suo complesso. Una di queste situazioni si è verificata recentemente nel calcio italiano, coinvolgendo due giocatori di spicco: Juan Jesus del Napoli e Francesco Acerbi dell’Inter. La controversia è stata generata da presunte accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi nei confronti di Juan Jesus durante un incontro sul campo. Tuttavia, dopo un’attenta indagine, nessuna prova di razzismo a Juan Jesus: Acerbi assolto. Le autorità sottolineano la mancanza di prove concrete a sostegno delle accuse.

Questa vicenda ha suscitato grande interesse e dibattito nell’ambito del calcio italiano e internazionale, con molti media che hanno seguito da vicino lo sviluppo della situazione. Tuttavia, è importante analizzare i fatti in modo obiettivo e approfondito, evitando di lasciarsi trascinare da speculazioni e rumor. In questo articolo, esamineremo attentamente gli eventi che hanno portato a questa controversia, analizzando le prove disponibili e le conclusioni delle autorità competenti.

Il diverbio

La vicenda ha avuto origine durante un match di alto profilo tra Napoli e Inter, due delle squadre più importanti della Serie A italiana. Durante la partita, si è verificato un alterco tra Juan Jesus e Francesco Acerbi, che ha attirato l’attenzione degli spettatori e dei media. In seguito alla partita, sono emerse voci secondo cui Acerbi avrebbe rivolto insulti razzisti a Juan Jesus durante l’incontro. Queste accuse hanno immediatamente scatenato una forte reazione da parte dell’opinione pubblica e dei dirigenti sportivi, che hanno chiesto un’indagine approfondita sull’incidente.

Le autorità competenti hanno avviato un’indagine immediata per fare chiarezza sulla situazione. Sono stati interpellati arbitri, giocatori e testimoni oculari presenti durante la partita al fine di raccogliere prove e testimonianze utili per stabilire la verità. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, non è emerso alcun elemento che confermasse le accuse di comportamento razzista da parte di Acerbi. Le testimonianze raccolte non hanno fornito alcun riscontro sostanziale alle accuse, e le immagini delle telecamere presenti allo stadio non hanno rilevato comportamenti sospetti o discriminatori da parte del giocatore dell’Inter.

Mancanza di prove concrete

Di fronte alla mancanza di prove concrete, le autorità incaricate dell’indagine hanno concluso che non vi erano elementi sufficienti per sostenere le accuse di razzismo nei confronti di Acerbi. Questa decisione ha sollevato un sospiro di sollievo tra i sostenitori dell’Inter e ha posto fine alla speculazione mediatica che aveva circondato l’incidente. Tuttavia, è importante sottolineare che la questione del razzismo nello sport resta un tema di grande importanza e sensibilità, e deve essere affrontato con la massima serietà e determinazione.

La controversia tra Juan Jesus e Francesco Acerbi ha messo in luce l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con una mentalità aperta e inclusiva. Sebbene in questo caso specifico non siano emerse prove di comportamento razzista, è fondamentale rimanere vigili e pronti a intervenire ogni volta che si verificano episodi di discriminazione o intolleranza. Le squadre, le istituzioni sportive e gli organi preposti devono lavorare insieme per promuovere un ambiente di gioco sano e rispettoso, in cui ogni giocatore si senta al sicuro e rispettato.

Sport e razzismo

La vicenda che ha coinvolto Juan Jesus e Francesco Acerbi ha evidenziato l’importanza di affrontare le questioni legate al razzismo nello sport con responsabilità e determinazione. Sebbene le accuse di comportamento razzista nei confronti di Acerbi siano state respinte per mancanza di prove, questo episodio ci ricorda che il lavoro per combattere il razzismo nello sport è tutt’altro che concluso. È fondamentale continuare a sensibilizzare giocatori, tifosi e dirigenti sulle conseguenze negative del razzismo e lavorare insieme per creare un ambiente di gioco inclusivo e rispettoso per tutti. Solo così possiamo assicurare che lo sport rimanga un veicolo di unità e integrazione, capace di superare le barriere culturali e promuovere valori universali di solidarietà e tolleranza.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/martelletto-giustizia-giudice-7499911/]

 

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Crolla il ponte di Baltimora per un’urto con una nave cargo

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Crolla il ponte di Baltimora per un'urto con una nave cargo

Il recente crollo del ponte a Baltimora ha scosso gli Stati Uniti, suscitando preoccupazione e interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture. L’incidente è stato causato dall’urto di una nave cargo, che ha portato al cedimento del ponte, generando conseguenze disastrose. In questo articolo, esploreremo gli eventi che hanno portato a questa tragedia, le sue implicazioni e le misure necessarie per prevenire simili incidenti in futuro.

La Cronaca dell’Incidente

La città di Baltimora è stata scossa da un evento tragico quando un ponte importante è crollato dopo essere stato colpito da una nave cargo. L’incidente ha avuto luogo durante le operazioni di navigazione della nave nel porto di Baltimora. Secondo i rapporti preliminari, la nave ha perso il controllo a causa di condizioni meteorologiche avverse o guasti tecnici, finendo per urtare violentemente contro il pilone centrale del ponte.

Le immagini e i video dell’incidente hanno rapidamente fatto il giro dei media e dei social media, mostrando la devastazione causata dal crollo del ponte e l’impatto sulla circolazione stradale e marittima della zona. Le autorità locali hanno prontamente avviato operazioni di soccorso e recupero, ma il bilancio delle vittime è risultato tragico, con numerose persone ferite e alcune purtroppo decedute.

Le Cause dell’Incidente

Le indagini sull’incidente sono ancora in corso, ma finora sembra che una combinazione di fattori abbia contribuito alla tragedia. Le condizioni meteorologiche avverse potrebbero aver compromesso la visibilità e la manovrabilità della nave, mentre guasti tecnici o errori umani potrebbero aver aggravato la situazione. È chiaro che la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime deve essere rafforzata per evitare che simili incidenti si ripetano in futuro.

Implicazioni e Conseguenze

L’urto della nave cargo e il conseguente crollo del ponte hanno avuto una serie di conseguenze immediate e a lungo termine. Oltre alle perdite umane e ai danni materiali, l’incidente ha interrotto la circolazione stradale e marittima nella zona, con ripercussioni sul trasporto di merci e sulle attività economiche locali. Inoltre, ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture in tutta la nazione, mettendo in evidenza la necessità di un’attenta manutenzione e supervisione.

Misure di Prevenzione e Sicurezza

Per prevenire futuri incidenti simili, è fondamentale adottare misure efficaci di prevenzione e sicurezza. Queste possono includere controlli più rigorosi sulle condizioni delle navi e delle infrastrutture portuali, la formazione adeguata degli equipaggi e l’implementazione di tecnologie avanzate per monitorare e gestire il traffico marittimo. Inoltre, è essenziale migliorare la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture esistenti per garantire la loro sicurezza e integrità a lungo termine.

L’incidente del crollo del ponte a Baltimora è stato un evento tragico che ha messo in evidenza la vulnerabilità delle infrastrutture e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e prevenzione. È fondamentale che le autorità locali e nazionali agiscano prontamente per implementare le raccomandazioni emerse dalle indagini sull’incidente e per garantire la sicurezza delle infrastrutture e delle operazioni marittime in tutto il paese. Solo attraverso un impegno congiunto e un investimento continuo nella sicurezza delle infrastrutture possiamo evitare tragedie simili e proteggere le vite e le proprietà dei nostri cittadini.

 

[fonte immagine: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-ponte-baltimora-crolla-schianto-nave_79670268-202402k.shtml]

 

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Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?

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Cosa succede se si affida un satellite all'intelligenza artificiale?

Nel vasto regno dello spazio, l’unione tra la tecnologia spaziale e l’intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere e offrendo soluzioni innovative. Uno degli sviluppi più significativi di questa convergenza è l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale (IA). Cosa succede se si affida un satellite all’intelligenza artificiale?

Il matrimonio tra spazio e IA

Gli satelliti sono stati a lungo strumenti vitali per esplorare e comprendere lo spazio, oltre che per fornire servizi essenziali sulla Terra, come la comunicazione, la navigazione e l’osservazione della Terra. Tuttavia, i tradizionali satelliti sono stati progettati con sistemi di controllo e monitoraggio umani. Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale offre la capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, di apprendere da essi e di prendere decisioni autonome. Applicata ai satelliti, l’IA consente una maggiore autonomia operativa, riducendo la dipendenza dai comandi umani e consentendo una risposta più rapida agli eventi in tempo reale.

Applicazioni dei satelliti con intelligenza artificiale

1. Osservazione della Terra: Gli satelliti dotati di IA possono analizzare i dati raccolti dalle immagini satellitari per rilevare cambiamenti ambientali, monitorare il clima, identificare fenomeni naturali e fornire informazioni cruciali per la gestione delle risorse naturali e la mitigazione dei disastri.

2. Navigazione spaziale: L’IA può ottimizzare le rotte dei satelliti per massimizzare l’efficienza energetica e ridurre il rischio di collisioni nello spazio congestionato.

3. Comunicazioni: L’IA può migliorare la gestione delle reti satellitari, ottimizzando la distribuzione delle risorse e garantendo una connettività affidabile anche nelle condizioni più sfavorevoli.

4. Esplorazione spaziale: L’intelligenza artificiale può consentire ai satelliti di adattarsi e reagire autonomamente alle condizioni ambientali in esplorazioni oltre il nostro sistema solare, rendendo possibili missioni più complesse e ambiziose.

Vantaggi dell’IA nei satelliti

– Riduzione dei costi: Con l’IA, i satelliti possono operare in modo più efficiente, riducendo la necessità di costose missioni di manutenzione e aggiornamento.

– Risposta rapida: Grazie alla capacità di elaborazione in tempo reale, i satelliti con IA possono rilevare e rispondere agli eventi quasi istantaneamente, consentendo una migliore gestione delle emergenze e delle crisi.

– Miglioramento delle prestazioni: L’IA può ottimizzare le operazioni dei satelliti, migliorando la precisione delle misurazioni e l’affidabilità dei servizi forniti.

Sfide e considerazioni etiche

Nonostante i numerosi vantaggi, l’affidamento di satelliti all’intelligenza artificiale solleva anche alcune sfide e preoccupazioni:

– Affidabilità: L’affidabilità dei sistemi basati sull’IA è ancora soggetta a questioni di sicurezza e robustezza. Un malfunzionamento dell’IA potrebbe avere gravi conseguenze.

– Privacy e sicurezza: L’uso dell’IA nei satelliti potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati, specialmente quando si tratta di immagini satellitari ad alta risoluzione.

– Responsabilità: Chi è responsabile in caso di errori o danni causati da decisioni autonome prese dall’IA a bordo dei satelliti? Questa è una domanda importante che richiede una risposta chiara.

Affidare un satellite all’intelligenza artificiale apre un mondo di possibilità nel campo dell’esplorazione spaziale, delle telecomunicazioni e dell’osservazione della Terra. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide tecniche, etiche e legali associate a questa convergenza. Con una corretta gestione e un’attenta considerazione degli impatti, l’IA potrebbe trasformare radicalmente il settore spaziale, portando a nuove scoperte e benefici per l’umanità.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/terra-spazio-satelliti-monitoraggio-79533/]

 

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