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Tartan: il tessuto must dell’inverno 2020/2021

Il tartan, tipico tessuto a quadri scozzese, sarà protagonista anche della prossima stagione invernale. Vediamo insieme le tendenze del 2020/2021.

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Tartan: il tessuto must dell’inverno 2020/2021

Protagonista anche della prossima stagione invernale, il tartan, il tipico tessuto a quadri scozzese. Scopriamone le origini e poi vediamo insieme le tendenze del 2020/2021.

La moda, come la storia, è fatta di corsi e ricorsi. Sebbene sia in continua evoluzione, infatti, è caratterizzata dal riproporsi di tendenze del passato. Costantemente assistiamo a grandi ritorni, seppur con declinazioni e sfumature diverse. Il grande ritorno della stagione invernale 2020/2021 si chiama tartan, un evergreen della moda che si rigenera ogni volta.

Lo storico tessuto originario della Scozia (in particolare della zona delle Highland, la regione degli altipiani scozzesi originariamente abitata dai celti) – nato dall’incrocio di fili di colori diversi che si ripetono nel cosiddetto sett – è stato il protagonista dell’autunno 2020 e lo sarà anche per il prossimo inverno. Dalle gonne ai cappotti, passando per gli abiti, le trame scozzesi continueranno infatti a dominare la scena.

Tartan-Fonte immagine:https://pixabay.com/it/illustrations/carta-digitale-sfondo-modello-carta-5049046/

Tartan, le origini

Alcuni storiografi del costume fanno risalire le origini del tartan all’ottavo secolo a.C, quando furono ritrovati frammenti di tessuto simile ad esso nelle miniere austriache di Hallstatt. Qualcun altro ha addirittura azzardato la presenza di tessuti con trame a quadri nei sepolcri delle mummie di Tarim (2000 a.C.) in Cina. C’è chi poi ipotizza un’origine celtica del tessuto. Tuttavia l’unica cosa che si sa con certezza è che gli abitanti delle Highland, attorno al XVI secolo, adottarono il tartan come simbolo di appartenenza culturale.

Nell’antichità la società scozzese era suddivisa in clan, ossia nuclei familiari allargati che si insediavano in una località definita. Il loro abito tradizionale era il plaid. In pratica i clan per vestirsi utilizzavano un ampio taglio di stoffa (lungo dai quattro metri e mezzo ai cinque metri e mezzo e largo quasi due metri) in lana tessuta con fili colorati con bacche e radici, che incrociandosi davano vita al tipico disegno del tartan. I disegni servivano a distinguere i 33 clan o “casate” situate nelle Highland della Scozia e venivano stabiliti dal capo del clan in base a ritratti di famiglia e altre testimonianze. Per far sì che il plaid si reggesse i membri dei clan utilizzavano una cintura stretta sui fianchi e una spilla per chiuderlo su una spalla. Da questa antica usanza ha poi avuto origine il kilt, il tradizionale gonnellino utilizzato dagli uomini scozzesi che ha poi ispirato diversi stilisti per la creazione di numerosi capi di moda, anche femminile.

Tartan – fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/scozia-edimburgo-cornamuse-tartan-2238981/

Il tartan è alla base infatti del successo di molti brand, tra cui il marchio inglese Burberry che negli anni ’20 ha introdotto per la prima volta il motivo tartan “Burberry Check” nella fodera dei suoi impermeabili. Un motivo che da allora è diventato un simbolo della moda.

Si deve in particolare alla stilista Vivienne Westwood – colei che dalla fine degli anni ’70 ha contribuito in modo incisivo alla nascita del movimento punk – una nuova “chiave di lettura” del tessuto inglese. La stilista britannica ha infatti dato nuova vita a questo tessuto sacro per gli inglesi, servendosene per dar vita a gonne, giacche e abiti stravaganti e kilt rivisitati.

Dagli anni ’20 agli anni ’70, passando per gli anni ’90 (quando divenne un simbolo del movimento grunge), per arrivare ai giorni nostri, il tartan è sempre stato al servizio dei più grandi stilisti che lo hanno riproposto in versioni sempre nuove e creative.

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Tendenze 2020/2021, il ritorno del tartan

Come anticipato, l’autunno 2020 è stato dominato da capi in tessuti check e tartan. Il mix di quadri tipico del tessuto made in Scozia sarà il must have anche della stagione invernale.

I cappotti a quadri stile plaid, i gilet, le gonne e gli abiti tartan sono tra i capi che non potranno mancare nel vostro guardaroba invernale.

Burberry, come detto, ha fatto dei motivi ckeck e tartan un suo tratto distintivo, e anche per quest’anno propone tailleur brit check, borse, gilet e perfino stivali in tessuto tartan nei colori del grigio e del beige.

Anche Dior non rinuncia ai capi a quadri, proponendo gonne, giacche e soprattutto mantelle con frange in stile “plaid” per ricordare le origini del tessuto.

Seguono la stessa linea anche altre case di moda, come Etro e Gaëlle, che ricorrono al tartan anche per gli accessori.

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A prediligere il tartan sono anche marchi meno costosi, alla portata pure dei comuni mortali, come Zara, Bershka e Mango.

Le gonne tartan

Quando si parla di tartan in particolare la mente vola alle gonne, visto che la storia del tessuto è legata al tipico indumento scozzese. Allora quest’anno la gonna tartan non potrà mancare nel vostro guardaroba; non soltanto il classico modello che sfiora il ginocchio, ma anche gonne più corte in stile preppy, quelle collegiali per intenderci.

Ancora, non potrete rinunciare alla pencil skirt, quella stretta e lunga fin sotto al ginocchio, spesso con ampi spacchi laterali. Infine, gonne lunghe e morbide.

Tutte nei tipici colori della gonna tartan, rosso e verde, ma anche in tonalità che si discostano dai colori classici, dunque in rosa, arancio, blu elettrico, marrone e grigio.

La gonna tartan è perfetta da indossare in abbinamento a camicie e maglioncini che ne richiamano il colore, o a completo con blazer e giacche en pendant. A completare l’outfit, stivali dal gambale alto o alla caviglia o un paio di ballerine per uno stile chic.

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Surrealismo: L’Arte del Sogno e dell’Inconscio

Il surrealismo è un movimento artistico che ha scosso le fondamenta dell’arte nel XX secolo, portando alla ribalta visioni oniriche, irrazionalità e l’inconscio. Questo movimento non solo ha rivoluzionato il mondo dell’arte, ma ha anche influenzato la letteratura, il cinema e persino la psicologia. In questo articolo approfondiremo l’origine, i principali artisti e le caratteristiche del surrealismo, esaminando anche il suo impatto duraturo sulla cultura contemporanea.

Origini del Surrealismo

Il surrealismo ha radici profonde nell’Europa degli anni ’20, quando il mondo stava ancora riprendendosi dalle devastazioni della Prima Guerra Mondiale. Fu il poeta francese André Breton a coniare il termine “surrealismo” nel 1924, nel suo manifesto intitolato “Manifesto del Surrealismo”. Breton definì il surrealismo come “il tentativo di esprimere il funzionamento reale del pensiero… in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione e fuori da qualsiasi preoccupazione estetica o morale.”

Caratteristiche del Surrealismo

Una delle caratteristiche fondamentali del surrealismo è il tentativo di superare i confini della realtà razionale e di esplorare il mondo dell’inconscio. Gli artisti surrealisti cercavano di rivelare la verità nascosta della mente umana attraverso immagini e simboli enigmatici. Questo si traduce spesso in opere d’arte che sfidano le convenzioni spazio-temporali, creando scenari strani e irrazionali che sfidano la logica.

L’uso del disegno automatico è un altro aspetto significativo del surrealismo. Gli artisti spesso si affidavano all’automatismo per creare opere d’arte senza premeditazione o controllo cosciente, permettendo così all’inconscio di emergere liberamente. Questo metodo di creazione artistica è stato visto come un modo per esplorare i recessi più profondi della mente umana.

Gli artisti surrealisti erano anche noti per l’uso di simboli ricorrenti e motivi iconici nelle loro opere. Tra i più comuni si trovano gli orologi molli di Salvador Dalí, le strane creature di Joan Miró e le figure enigmatiche di René Magritte. Questi simboli spesso si rifanno ai sogni, alla sessualità, alla psiche umana e ad altri temi ricorrenti nell’immaginario surrealista.

Principali Artisti Surrealisti

Il movimento surrealista ha visto la partecipazione di numerosi artisti di spicco, ognuno dei quali ha contribuito in modo significativo alla sua evoluzione. Uno dei più celebri è Salvador Dalí, noto per le sue opere iconiche come “La persistenza della memoria”, che presenta orologi molli appesi in un paesaggio surreale. Dalí era famoso anche per il suo atteggiamento eccentrico e la sua personalità stravagante, che lo hanno reso una figura chiave nel movimento surrealista.

Joan Miró è un altro artista surrealista di grande rilievo, famoso per le sue opere astratte e fantasiose. I suoi dipinti spesso presentano forme organiche e colori vivaci, evocando un senso di gioia e meraviglia. Miró era interessato a esplorare il subconscio attraverso la sua arte, cercando di catturare l’essenza stessa dei sogni e dell’immaginazione.

René Magritte è noto per le sue immagini enigmatiche e concettuali, spesso caratterizzate da juxtapositions sorprendenti e giochi di parole visivi. Opere come “Il tradimento delle immagini”, con la rappresentazione di una pipa accompagnata dalla frase “Questa non è una pipa”, sfidano lo spettatore a interrogarsi sulla natura della realtà e della rappresentazione.

Altri artisti importanti del movimento surrealista includono Max Ernst, Man Ray, Leonora Carrington e André Masson, ognuno dei quali ha contribuito con la propria visione unica e innovativa all’evoluzione dell’arte surrealista.

Impatto Culturale e Eredità

L’eredità del surrealismo si estende ben oltre il mondo dell’arte, influenzando una vasta gamma di discipline creative e intellettuali. La sua esplorazione dell’inconscio ha avuto un impatto significativo sulla psicologia e sulla teoria della mente, contribuendo alla nascita di nuove idee e approcci nella comprensione della mente umana.

Inoltre, il surrealismo ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare e nell’immaginario collettivo. Elementi surrealisti sono spesso presenti nel cinema, con registi come Luis Buñuel che hanno adottato approcci surrealisti nella loro arte. Anche nella musica, nella letteratura e persino nella moda, si possono trovare tracce dell’influenza surrealista.

Il surrealismo rimane uno dei movimenti artistici più influenti e affascinanti del XX secolo. Attraverso la sua esplorazione dell’inconscio e della dimensione onirica, ha aperto nuove strade per l’espressione creativa e ha sfidato le convenzioni della realtà razionale. La sua eredità continua a vivere nell’arte contemporanea e nella cultura popolare, dimostrando la sua duratura rilevanza e influenza nel mondo moderno.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/illustrations/libro-vecchio-surreale-fantasia-863418/]

 

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La compassione fa dormire meglio?

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La Compassione fa Dormire Meglio? Scopri il Collegamento tra Empatia e Qualità del Sonno

La compassione è un tratto umano fondamentale che spesso associamo alla gentilezza, all’altruismo e all’empatia. La compassione fa dormire meglio? Questo è un argomento intrigante che merita un’indagine più approfondita. In questo articolo, esploreremo la relazione tra la compassione e la qualità del sonno, evidenziando le scoperte scientifiche più recenti e fornendo consigli pratici su come coltivare un atteggiamento compassionevole per migliorare il riposo notturno.

La Scienza dietro la Compassione e il Sonno

Numerose ricerche hanno esaminato i benefici della compassione sulla salute mentale e fisica, ma solo di recente gli scienziati hanno iniziato a esplorare il suo legame con il sonno. Uno studio condotto presso l’Università di Berkeley ha scoperto che le persone che praticano la compassione e la gentilezza verso gli altri tendono ad avere un sonno più riposante e di migliore qualità. Questo può essere attribuito al fatto che la compassione riduce lo stress e promuove sentimenti positivi, entrambi fattori che favoriscono un sonno tranquillo.

La ricerca ha anche dimostrato che l’empatia e la compassione possono influenzare l’attività cerebrale durante il sonno. Uno studio condotto presso l’Università della California ha rilevato che le persone con maggiore empatia mostravano onde cerebrali più lente durante il sonno profondo, indicando un riposo più rigenerativo. Questo suggerisce che la capacità di connettersi emotivamente con gli altri potrebbe anche tradursi in benefici per il sonno.

Un altro aspetto interessante riguarda il ruolo della compassione nel ridurre l’insonnia e migliorare la durata complessiva del sonno. Uno studio condotto presso l’Università del Texas ha rilevato che le persone che praticavano la compassione avevano meno probabilità di soffrire di insonnia cronica e tendevano ad avere un sonno più lungo e soddisfacente.

Come Coltivare la Compassione per Migliorare il Sonno

Ora che abbiamo esaminato la ricerca che collega la compassione al sonno, è il momento di esplorare come possiamo coltivare un atteggiamento più compassionevole nella nostra vita quotidiana per migliorare la qualità del nostro riposo notturno. Ecco alcuni suggerimenti pratici:

1. Pratica la Gentilezza verso Te Stesso

La compassione inizia con la gentilezza verso noi stessi. Pratica l’autocompassione, sii gentile con te stesso quando commetti errori o affronti sfide. Impara a trattarti con amore e rispetto, proprio come faresti con un amico caro.

2. Fai Atti di Gentilezza verso gli Altri

Mostrare gentilezza verso gli altri è un modo potente per coltivare la compassione. Cerca di fare atti gentili ogni giorno, anche se sono piccole azioni come tenere la porta aperta per qualcuno o fare un complimento sincero a un collega.

3. Pratica la Gratitudine

Essere grati per ciò che hai nella vita può aumentare i sentimenti di compassione e benessere emotivo. Dedica del tempo ogni giorno a riflettere su ciò per cui sei grato e apprezza le piccole gioie che ti circondano.

4. Sviluppa l’Empatia

L’empatia è fondamentale per la compassione. Cerca di metterti nei panni degli altri e di comprendere i loro sentimenti e le loro prospettive. Ascolta attivamente e cerca di offrire sostegno quando necessario.

5. Pratica la Mindfulness

La mindfulness può aiutarti a coltivare la compassione focalizzando la tua attenzione sul momento presente in modo gentile e non giudicante. La pratica della mindfulness può ridurre lo stress e promuovere la tranquillità mentale, preparandoti per un sonno più riposante.

6. Fai Volontariato

Il volontariato è un ottimo modo per mettere in pratica la compassione e contribuire al benessere degli altri. Trova un’organizzazione o una causa che ti stia a cuore e dedica del tempo a fare del bene nella tua comunità.

La compassione può svolgere un ruolo significativo nella qualità del nostro sonno. Le persone che praticano la gentilezza, l’empatia e la gratitudine tendono ad avere un sonno più riposante e soddisfacente. Coltivare un atteggiamento compassionevole verso se stessi e gli altri può portare a numerosi benefici per la salute mentale e fisica, inclusa una migliore qualità del sonno. Quindi, la prossima volta che ti trovi a lottare con l’insonnia o il riposo disturbato, considera di coltivare un cuore compassionevole e osserva come può influenzare positivamente il tuo sonno e il tuo benessere generale.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/padre-bambino-ritratto-infante-22194/]

 

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I pregiudizi delle donne over 65

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I pregiudizi delle donne over 65

Sfatare i pregiudizi sulle donne over 65: Una prospettiva illuminante

Nell’era moderna, in cui la società cerca costantemente di abbracciare la diversità e di promuovere l’inclusione, rimane ancora un aspetto che spesso viene trascurato: i pregiudizi verso le donne anziane, in particolare quelle oltre i 65 anni. Questo segmento della popolazione è spesso oggetto di stereotipi e discriminazioni basate sull’età e sul genere, che possono avere conseguenze negative sulla loro autostima, sulle opportunità di lavoro e sul loro benessere complessivo. È importante esaminare questi pregiudizi, smontarli e promuovere una visione più equa e inclusiva delle donne over 65.

I pregiudizi comuni sulle donne over 65

Prima di tutto, è essenziale comprendere quali siano i pregiudizi più diffusi nei confronti delle donne anziane. Uno dei più comuni è il concetto che le donne oltre i 65 anni siano meno capaci o meno interessanti rispetto alle donne più giovani. Questo pregiudizio si basa su stereotipi radicati nella società che associano il valore di una donna alla sua giovinezza e al suo aspetto fisico, piuttosto che alle sue capacità intellettuali o alla sua esperienza di vita.

Un altro pregiudizio diffuso è che le donne over 65 siano meno attive o meno capaci di adattarsi ai cambiamenti rispetto alle generazioni più giovani. Questo preconcetto può portare a una sottovalutazione delle competenze e delle risorse delle donne anziane, limitandone le opportunità di partecipare pienamente alla società e al mondo del lavoro.

Sfide e opportunità per le donne over 65

Nonostante i pregiudizi, le donne over 65 affrontano molte sfide e opportunità uniche. Da un lato, possono incontrare difficoltà nell’accesso al lavoro o nell’ottenere opportunità di carriera significative, a causa della percezione diffusa che siano meno produttive o meno capaci rispetto ai loro colleghi più giovani. Dall’altro lato, le donne anziane possono godere di una vasta esperienza di vita, di una rete sociale consolidata e di una maggiore libertà finanziaria, che può aprir loro nuove opportunità di contribuire alla società e di perseguire passioni personali.

Promuovere una visione più equa e inclusiva

Per superare i pregiudizi nei confronti delle donne over 65, è fondamentale promuovere una visione più equa e inclusiva dell’invecchiamento. Ciò significa riconoscere il valore unico che ogni individuo porta con sé, indipendentemente dall’età o dal genere. Le donne anziane devono essere viste e trattate come individui pienamente capaci e meritevoli di rispetto e dignità, con tanto da offrire alla società in termini di saggezza, esperienza e prospettive uniche.

Inoltre, è importante implementare politiche e programmi che favoriscano l’inclusione e l’empowerment delle donne anziane. Questo potrebbe includere l’accesso a opportunità di formazione e riqualificazione professionale, programmi di mentoring intergenerazionali e campagne di sensibilizzazione per contrastare i pregiudizi basati sull’età e sul genere.

E’ imperativo smontare i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti delle donne over 65 e promuovere una visione più equa e inclusiva dell’invecchiamento. Le donne anziane hanno molto da offrire alla società e meritano di essere rispettate e valorizzate per le loro competenze, la loro esperienza e la loro saggezza. Solo attraverso un impegno collettivo per abbattere i pregiudizi e promuovere l’inclusione possiamo creare una società più giusta e accogliente per tutte le età e per entrambi i sessi.

 

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/amore-romanza-insieme-uomini-donne-4552087/]

 

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